Noi Con Salvini Basilicata denuncia la richiesta da parte della Regione Basilicata della restituzione delle indennità dei medici di guardia. La domanda nasce spontanea: la corresponsione delle indennità di rischio alle guardie mediche l’ha decisa la Regione Basilicata: perché, adesso, chi ha preso quella decisione fa retromarcia e ne chiede ai medici la restituzione? La situazione è critica, infatti molti medici, grazie ai contratti che prevedevano anche quel tipo di trattamento economico, hanno contratto mutui e pagato regolarmente le tasse su questi redditi, come si fa, adesso, a mantenere gli impegni assunti e a calcolare l’ammontare delle tasse che non andavano pagate? Infine la Regione Basilicata a maggio ha sbandierato ai quattro venti un risparmio di circa 13 milioni di euro nel settore sanità con i 18 milioni che le ex guardie mediche dovrebbero restituire fanno 31 milioni, che sarebbe giusto investire per colmare anche parzialmente le croniche carenze di personale nel settore. Infatti con l’approvazione della delibera numero 1037 del 29 settembre scorso, si è chiesto la restituzione di circa 18 milioni di euro, relativi, appunto, alle indennità di rischio, di cui 12 ai medici della provincia di Potenza e 8 a quelli di Matera. La decisione andrebbe approfondita perché, spiegano in coro i medici, quelle indennità sono un diritto acquisito e rappresentano, solo parzialmente, peraltro, un ristoro per i pericoli (il rischio, appunto) che tale professione porta con sé, specie quando si parla di guardia medica notturna e soprattutto nei piccoli centri, magari non dotati di sedi all’altezza della situazione. È stato il legislatore regionale a decidere di inserire nei nostri contratti quelle indennità certo non noi medici. Ed ora la Regione ci chiede la restituzione? Questa professione comporta tantissimi rischi: infatti le donne medico, quando fanno il turno di notte, si fanno accompagnare da mariti, fidanzati o padri perché hanno paura. Come possiamo assicurare la nostra serenità con queste premesse? I medici svolgono un ruolo fondamentale e possono salvare vite umane, ma farlo senza essere sereni diventa complicato. Morale della favola? Che paghino i responsabili di questo guazzabuglio. Già nel 2016 si era alleggerita la spesa per le guardie mediche sostituendole con il servizio del 118. Un discorso che non faceva una grinza, in teoria. Nella pratica sappiamo che in tanti centri lucani, soprattutto nei più piccoli e isolati dal punto di vista delle infrastrutture, la postazione del 118 non c’è. La più vicina è a molti chilometri di distanza ed è l’unica della zona. Quindi si verificavano chiamate in simultanea e che i sanitari non riuscivano ad ottemperare e ad essere tempestivi nell’intervento. Tale servizio, ovviamente, aveva ed ha un costo, ma siamo sicuri che questi soldi non possano essere risparmiati in altro modo? I risparmi secondo noi non si operano sui malati o su chi si prende cura di loro perché, quando una vita umana è in pericolo e soffre, quella sofferenza non ha prezzo!
Antonio Cappiello Segretario Regionale di Noi Con Salvini Basilicata.
Adriana Domeniconi di Noi Con Salvini Basilicata.
Ott 16