Il consigliere comunale Franco Mollica di Venosaduemilaventiquattro ha inviato nuovamente una interrogazione al presidente del Consiglio comunale di Venosa, Luciana per sollecitare una risposta da parte dell’Amministrazione Comunale di Venosa rispetto alla richiesta di allestimento di dehors da parte di un ristoratore locale presentata due anni fa. Di seguito la nota integrale.
Premessa
Nella seduta del Consiglio comunale tenutasi lo scorso 28 settembre 2021 si è discussa l’interrogazione che avevo presentato in data 23 agosto 2021, prot. 15623, relativa alla richiesta di concessione per allestimento dehors da parte di un ristoratore locale e, che, nonostante fossero trascorsi oltre due anni dalla stessa non aveva ancora trovato risoluzione. Di contro l’assessore all’urbanistica fondava la sua risposta sull’ oggettiva impossibilità di individuare la pratica specifica per non aver , l’ interrogante, riportato l’ indicazione del numero di protocollo dell’istanza presentata dal richiedente.
Risposta che mi ha lasciato piuttosto interdetto, in primis perché trattasi dell’unica pratica presentata al Comune per tale concessione nel 2019 , quindi la ricerca (digitale tra l’altro) doveva essere immediata; poi , per l’impossibilità da parte dello scrivente di comunicare un numero di protocollo inesistente, perché non apposto dall’ufficio competente al momento della presentazione dell’istanza, come è facilmente riscontrabile dalla documentazione allegata all’interrogazione. Ma l’elemento che ha contribuito a ritenere la risposta dell’assessore strumentale ed inutile è il riferimento che ella fa alla stringente necessità di modificare il regolamento vigente, che se pur condivisibile non può accettarsi per ciò che ha lasciando intendere: cioè che la pratica in questione sarebbe stata valutata alla luce del nuovo atto. Ora, posso capire che non riuscendo a trovare giustificazione alcuna sulla mancata convocazione della commissione tecnica – dopo ben due anni dalla richiesta – l’assessore cercasse di arrampicarsi sugli specchi ma, arrivare ad ignorare il principio giuridico del tempus regit actum (che sancisce l’irretroattività della norma giuridica per cui l’atto è regolato dalla legge vigente nel momento in cui è posto in essere), noto a tutti , dimostra o poco rispetto verso l’interrogante oppure ignoranza in materia e quindi incapacità amministrativa. A quel punto la mia replica non poteva che essere piccata . In aggiunta, l’accesa discussione che si è sviluppata nel prosieguo è nata a causa sua, Presidente, perché se avesse svolto il suo ruolo con imparzialità avrebbe impedito l’intromissione del Sindaco (palesemente contrario ad ogni regolamento e regola democratica), invece di consentirle, addirittura, di sostituirsi a Lei nella conduzione dell’assemblea ed arrivare a richiedere l’intervento della polizia locale per tacitarmi. Fatto
autoritario gravissimo perché al di fuori della diatriba verbale non esistevano elementi tali da richiedere la forza pubblica, anche perché nessuno si era mosso dal proprio posto. Chiaramente le parole dette dal Sindaco in quell’assise lasciano il tempo che trovano, non le riconosco né l’autorevolezza men che meno l’ esperienza, per concederle la prerogativa di maestrina, si preoccupasse ,piuttosto, dell’ organizzazione interna agli uffici non in linea con le norme vigenti che impongono la trasparenza nella tracciabilità degli atti.
Auspico, Presidente, che episodi del genere non accadano mai più, ma se proprio si rendesse conto di non riuscire a governare i lavori di un’assise, mi permetto di darle un consiglio: faccia una riflessione seria ed agisca di conseguenza, almeno eviterà nuove figuracce.