L’iniziativa, proposta dal presidente dell’Assemblea Santochirico e dai componenti dell’Ufficio di Presidenza (Benedetto, Mattia, Pici e Scaglione), punta a modificare l’articolo 32 dello Statuto riducendo gli assessori da 6 a 4.
Una proposta di legge statutaria per ridurre da 6 a 4 gli assessori regionali a partire dalla prossima legislatura è stata presentata oggi dal presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vincenzo Santochirico, e dai componenti dell’Ufficio di Presidenza: Franco Mattia, Nicola Benedetto, Mariano Pici e Luigi Scaglione.
La proposta punta a modificare l’articolo 32 dello Statuto della Regione Basilicata (approvato dal Parlamento con la legge n. 350/1971) per adeguare il numero degli assessori alle disposizioni approvate alcuni mesi fa dal Parlamento per la riduzione dei costi della politica nelle Regioni (decreti legge n. 138/2011 e 174/2012 e legge di conversione n. 213 2012).
La Regione Basilicata ha già approvato la riduzione da 30 a 20 del numero dei consiglieri regionali (art. 7, comma 10 legge n. 35/2012 – finanziaria regionale 2013). Per completare le misure di adeguamento alla legislazione nazionale entro il mese di giugno vanno invece approvate le modifiche statutarie per la riduzione del numero degli assessori.
CONSIGLIERE REGIONALE NICOLA BENEDETTO, CONSIGLIERE REGIONALE CENTRO DEMOCRATICO: “ADESSO APPROVARE RIFORMA ELETTORALE REGIONALE”
“La proposta di legge statutaria per ridurre da sei a quattro gli assessori regionali a partire dalla prossima legislatura completa il disegno organico e complessivo, già definito dal Consiglio Regionale, di riduzione dei costi della politica e del numero di consiglieri nella prossima legislatura. Per la seconda parte di questa legislatura, invece, in attuazione dello statuto in vigore, la giunta non può che essere formata da sei assessori e, in coerenza con gli atti di spending review in politica, approvati negli ultimi mesi, composta da consiglieri e non da esterni”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Nicola Benedetto per il quale “se l’’iter di approvazione del nuovo Statuto è finalmente alle battute conclusive, per il recupero della fiducia dei cittadini nella politica e nell’istituzione regionale ciò non basta. Dopo l’abolizione del listino dei ‘nominati’, vale a dire di quei candidati-eletti scelti direttamente dalle segreterie di partito, né più né meno come i parlamentari eletti con il Porcellum anche in queste elezioni politiche, è necessario accelerare, contestualmente, la riforma elettorale, procedendo il più rapidamente possibile”.
Nel riferire di aver ottenuto l’impegno del Presidente Vincenzo Santochirico e la condivisione di tutti gli altri componenti dell’Ufficio di Presidenza a sostenere la sua sollecitazione, Benedetto aggiunge che “si devono individuare meccanismi-sistemi elettorali capaci di promuovere la rappresentatività territoriale all’interno di una regione che vive ancora di accentuati campanilismi e provincialismi e che, di fatto, taglia fuori dalla possibilità di essere eletto in Consiglio regionale chiunque non vivi o lavori in uno dei centri più popolosi della regione”.
“Credo sia inutile attardarsi in ulteriori valutazioni sul crescente malessere di cittadini singoli o organizzati e sulla domanda di trasparenza, riduzione di spese della politica (che necessitano di ulteriori passaggi), eliminazione degli sprechi, strumenti e misure di buona amministrazione che è l’esatto contrario della malapolitica. Per questo, prima di tutto, è necessaria una svolta di cultura politica. In sintesi: è necessario – continua Benedetto – promuovere un modello di partecipazione e cittadinanza attiva che vigila sul territorio e smuove le coscienze civiche, indicando alle istituzioni strade alternative di comportamenti virtuosi e di sviluppo”.
Secondo il vice presidente del Consiglio Regionale “i principi di tutela della persona, di solidarietà e cooperazione, democrazia, sostenibilità, trasparenza, contenuti nella proposta di nuova Carta Statutaria per diventare strumenti di crescita civile hanno bisogno di garantire la piena rappresentatività delle comunità locali. Serve una sorta di “bagno d’umiltà” delle istituzioni e della classe dirigente, perché la politica in sé non solo è buona ma indispensabile garanzia di democrazia, anche e soprattutto nelle sue espressioni di partito, che rendono concreta l’azione al servizio di un’idea. Sbagliato, invece, è il modo con cui in troppi l’hanno interpretata fino ad oggi.
La questione di fondo è dunque – conclude Benedetto – come fare in modo che la politica possa tornare ad essere un momento di partecipazione collettiva nella ricerca di soluzioni e nella messa a punto di decisioni di governo, e se sia possibile puntare ad uno sviluppo del sistema democratico che si basi sull’espansione delle forme e dei canali di collaborazione dei cittadini. Occorre immaginare un diverso assetto dei poteri e della società che non risponda ad improbabili modelli, ma che sia coerente con la ricerca dell’interesse generale e con i valori indicati nella Costituzione che, tuttora, rappresenta l’elemento unificante ed ispiratore nel quale i cittadini si riconoscono. In sintesi: è necessario promuovere un modello di partecipazione e cittadinanza attiva che vigila sul territorio e smuove le coscienze civiche, indicando alle istituzioni strade alternative di sviluppo”.
DALLA PROSSIMA LEGISLATURA!!
Come sempre si fanno belli con i risparmi che scaricano sugli altri del futuro…
VERAMENTE DEVE SPARIRE PROPRIO LA REGIONE CON I SUOI 1000 DIPENDENTI.
E’ QUELLO IL VERO COSTO PER I CITTADINI.
Benedetto, se volete dare un segnale di cambiamento, impegnatevi da subito ad applicare le riforme. Siete al governo Regionale dal 2010 e fino ad ora non avete fatto altro che grattarvi la pancia, sperperando soldi pubblici, tra ristoranti, alberghi e festicciole. Rimboccatevi le maniche e cominciate a lavorare seriamente se ci riuscite……!