Riflessioni politiche del sindaco di Matera Domenico Bennardi sul progetto Aggregazioni Laicali di Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Le ultime vicende politiche che hanno investito il Governo Regionale Lucano ci raccontano di una situazione in continua evoluzione, con fibrillazioni in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. In uno sfondo politico mutevole e poco definito, la coalizione che mi ha sostenuto nelle Amministrative della Città di Matera, esperimento di apertura del Movimento 5 Stelle verso PSI, Europa Verde, Volt, sembra essere un’esperienza che ha dato al momento prova di solidità, l’ultima in occasione del consiglio di approvazione del bilancio di previsione.
Due anni di amministrazione mi concedono l’opportunità di fare un’analisi degli scenari futuri, immaginando che il “modello Matera” come qualcuno lo ha definito, attenzionato anche a livello nazionale, possa trasformarsi in un laboratorio politico in grado di coagulare sensibilità moderate in fermento sul territorio per un fronte popolare e progressista.
Solo immaginando un percorso aperto e partecipato, paritetico e privo dei condizionamenti della storia politica dei singoli, l’offerta di sviluppo sociale ed economico della Basilicata potrà esprimere una alternativa di sostanza.
Intercettare le difficoltà, la rassegnazione sociale, le povertà emergenti, è il messaggio lanciato nei giorni scorsi dalle Aggregazioni Laicali di Basilicata. Il modello dell’ascolto, del confronto tra le diverse anime richiamato nel manifesto di presentazione di questo nuovo ambito di “responsabilità culturale”, cosa già ampiamente sperimentato per le scelte fatte per Matera, deve trovare riscontro in un tavolo che potremmo definire “pre-politico” a cui ritengo che debbano coesistere dignità, etica, forze ed idee politiche costruttive, rigeneratrici, moderate, che abbiano a cuore le comunità lucane tutte e i valori di fratellanza, solidarietà e giustizia sociale.
La crisi di identità di alcuni partiti e delle leadership nazionali, e locali, non consentono di perdere ulteriore tempo nascondendosi dietro simboli e preconcetti. Abbiamo il dovere di attivare le menti libere presenti nella nostra Regione e metterle a disposizione dei bisogni dei cittadini. Seguirò dunque con grande attenzione l’evoluzione dell’esperimento delle CRAL perchè sono convinto possa rappresentare una novità da cui cogliere o in cui far decantare progetti che riconducono la politica a confrontarsi sul profitto sociale abbandonando le velleità personalistiche.