Sulla riforma costituzionale approvata dal Parlamento nella scorsa settimana si registra l’intervento del parlamentare lucano Cosimo Latronico (Cor). Di seguito la nota integrale.
Nel conclusivo passaggio parlamentare per l’ultima lettura della riforma costituzionale,ci poniamo alcune domande.Questa è la riforma della carta fondamentale della Repubblica; un rinnovato patto di convivenza tra gli italiani; la configurazione degli assetti istituzionali e di rappresentanza; la sintesi equilibrata tra rappresentanza e governo, tra potere centrale e poteri locali; uno strumento per garantire la realizzazione delle aspettative di efficacia e di rappresentanza espresse dalla comunità nazionale.Il Presidente Renzi ha scelto di utilizzare il tavolo delle riforme per affermare la sua leadership. La sfida piuttosto che il dialogo; la conta piuttosto che il compromesso come e’ stato nella migliore tradizione istituzionale italiana.Questo è un profilo che ci preoccupa e che condiziona non poco il nostro giudizio di merito.Che conferma l’abisso che passa tra il clima dei costituenti dell’assemblea del 1948,dove si sono misurate idealità, ispirazioni e personalità che esprimevano molti dubbi e poche dogmatiche certezze nella scelta dei modelli istituzionali, ed il clima che ha caratterizzato il percorso parlamentare delle riforma che il Parlamento si accinge a licenziare . Se ‘il clima costituente ‘fosse stato una reale preoccupazione sarebbe stata preservata una trama di dialogo e di coinvolgimento a tutti i costi piuttosto che cercare l’abbrivio per confermare o imporre leadership politiche nel Paese.L’assenza di tutte le forze di opposizione dal voto della riforme dovrebbe porre una qualche domanda al Governo ed al suo Presidente. le forze che in Parlamento rappresentano la maggioranza degli elettori nel Paese non prendono parte al varo della riforma che modifica buona parte della nostra costituzione.Se la tela si è strappata la colpa ricade su chi aveva la responsabilità di tesserla come condizione per procedere, su un tema che non dovrebbe essere nella disponibilità di una parte .Lo stesso referendum confermativo viene alterato nel suo portato e rischia di essere trasformato in un referendum sul governo Renzi , a prescindere dai contenuti della riforma stessa.Rileviamo come è stato ultimamente osservato da acuti osservatori che ha prevalso ancora una volta un approccio ‘gnostico ‘ .Si va oltre la realtà fino a riversare ogni energia verso una realtà artificiale.Il tema non è riformare a tutti i costi, senza badare alla reale possibilità di raggiungere gli obiettivi propagandati .Si pensi alle riforme in campo economico di questo ventennio per effetto della globalizzazione.Hanno portato le condizioni della economia reale verso condizioni migliori per le famiglie e le imprese, oppure hanno aperto il varco ad una economia finanziaria che ha travalicato diritti ed aspettative accrescendo le diseguaglianze e le povertà ?Di contro si sarebbe potuta scegliere una posizione realistica che cercasse di commisurare le riforme al contesto sociale,economico, culturale e politico .Un metodo realistico che evitasse la fuga in avanti e magari l’abbraccio di posizioni lobbistiche ,e ”la sfida ”come metodo per affrontare questioni di tale delicatezza.Il rischio è che questo impianto di riforme unitamente con l’Italicum si dimostri funzionale a consolidare il potere ‘del capo ‘della forza politica della più ampia minoranza del Paese .Riforme che rischiano di aprire nuove e pericolose fratture nel corpo sociale .Per citare un padre costituente ,il Presidente Giulio Andreotti ,in uno dei suoi ultimi editoriali , a proposito dei rischi che si corrono a seguire gli impeti dei riformatori ad oltranza, sosteneva : ‘Ho sempre pensato che i governi più meritevoli siano quelli che invece di affannarsi nell’ennesima riforma, cercano di far funzionare con umiltà il meccanismo che c’è”! Si tratta di una umiltà e di una consapevolezza che oggi sembrano smarrite, che producono un disorientamento che il popolo sta pagando amaramente .Insomma una superbia che rischia di sacrificare contenuti e temi sensibili,come le regole costituzionali,sull’altare di un progetto di potere e di comando.