Vincenzo Santochirico, Consigliere regionale PD, ha inviato una nota sulla riforma in atto dei Consorzi di Bonifica. Di seguito la nota integrale
Riforma dei Consorzi di Bonifica: efficienza, economicità e partecipazione.
La riforma dei consorzi di bonifica è entrata nel vivo della discussione, che, tuttavia, non è semplice, poiché, essendovi questioni oggettivamente controverse, sia nelle audizioni che in documenti e dibattiti, rilevanti ed ampie sono state le critiche e le perplessità manifestate da organizzazioni di categoria e sindacati rispetto al testo del disegno di legge presentato dalla Giunta Regionale,.
A valle dell’indirizzo metodologico dato dalle Commissioni Consiliari I e III, anticipo qualche riflessione personale sui punti problematici che sono essenzialmente tre.
Il primo riguarda numero e dimensioni. Conservare i tre attuali (Bradano Metaponto, Alta Val d’Agri, Vulture Alto Bradano) o farne uno solo come propone il D.D.L.? E poi, ricomprendere solo i territori interessati dalle opere proprie dei consorzi (bonifica, irrigazione e manutenzione reti e impianti propri), o comunque quelli attualmente inclusi, o tutto il territorio regionale e quindi tutti i comuni, come vorrebbe il D.D.L. della Giunta?
E, per stare all’opinione delle associazioni degli agricoltori, il consorzio unico, peraltro coincidente con l’intero territorio regionale (anche in questo caso avremmo, come nel caso della paventata provincia unica, il più grande Consorzio di bonifica d’Italia), violerebbe il principio di sussidiarietà, rispetterebbe l’accordo Stato/Regioni, garantirebbe un adeguato livello di rappresentanza?
Orbene, in base all’ intesa Stato/Regioni del 2008, la perimetrazione dell’ambito territoriale di operatività (comprensori di bonifica) dei consorzi di bonifica deve “consentire azioni organiche sui territori definiti sulla base di unità idrografiche ed idrauliche omogenee sia per la difesa del suolo sia per la gestione delle acque”. Inoltre, l’estensione deve essere tale da consentire una valida dimensione gestionale, l’economicità della gestione, la funzionalità operativa, un’adeguata partecipazione dei consorziati.
Realizza tutto questo il Consorzio unico regionale? Sgombriamo il campo da un’obiezione: l’intesa Stato/Regioni prevede espressamente che più comprensori di bonifica possano essere gestiti in forma unitaria da un unico Consorzio, che, quindi astrattamente è ammissibile. Ma il fatto è che, in concreto, non ci sono (e comunque la Giunta non li ha finora offerti) elementi di analisi e di valutazione che dimostrino la correlazione, tanto meno la consequenzialità, fra unicità del consorzio e raggiungimento di quegli obiettivi. Anzi, non mancano indizi in senso contrario.
E allora, tenendo conto del dibattito e anche valorizzano elaborazioni e proposte della precedente legislatura, per coniugare principio di sussidiarietà, adeguata partecipazione, economicità della gestione, si può riflettere sull’ ipotesi di mantenere l’autonomia degli attuali consorzi e realizzare forme di condivisione degli strumenti operativi di gestione (direzioni, uffici tecnici, catasto, ragioneria, ecc..), magari imposte per legge, garantendo una regia, o comunque una forma di coordinamento unitario. Si terrebbero così insieme razionalizzazione, contenimento dei costi, maggiore efficienza, sussidiarietà e democrazia
L’altra questione centrale attiene alle funzioni.
Alle competenze proprie e consolidate dei Consorzi di bonifica, il D.D.L. di riforma ne aggiunge altre, rispetto alle quali sono stati espressi dubbi sia per il rischio che le diverse e maggiori attribuzioni possano sconvolgere natura e missione dei consorzi sia per il timore che possa essere radicata una responsabilità, connessa a oneri operativi addizionali, anche in mancanza di finanziamento ad hoc.
Si tratta, per stare al DDL, delle attività di forestazione, manutenzione del reticolo idrografico, nonché degli interventi e delle opere programmati nei Piani di Bacino o in quelli di difesa del suolo.
L’incertezza dell’articolazione del sistema pubblico regionale obbliga a formulare previsioni legislative che amplino il campo delle opportunità , tenendosi al riparo però da possibili e indesiderati effetti collaterali pregiudizievoli.
In attesa di sciogliere nodi essenziali – quali quelli relativi a province, ambiti territoriali di area vasta (ex comunità locali o attuali aree programma o quelli che ci saranno), enti e/o agenzie verticali a livello regionale – più che attribuire perentoriamente e ordinariamente alcune nuove competenze ai consorzi, potrebbe essere utile prevedere la facoltà che la Regione possa delegare o assegnare loro la predisposizione e/o l’esecuzione di progetti, opere, interventi in determinate materie, accompagnandole con la necessaria dotazione finanziaria.
Questo consentirebbe sia la pacifica esclusione di ogni onere a carico dei consorziati per queste attribuzioni aggiuntive sia la chiara conservazione della competenza a carico della Regione, o dei suoi enti strumentali, senza però precludere che possano esservi affidamenti ai Consorzi di Bonifica (che, si ricordi, sono enti pubblici) in settori affini, complementari o contigui a quelli di propria competenza.
Resta, infine, il tema del risanamento e del commissariamento.
Una fase transitoria e di riassestamento, coincidente con il commissariamento, è inevitabile, ma bisogna limitarla rigorosamente nel tempo e nel mandato, per ripristinare al più presto la normalità.
Compito preliminare e necessario cui dovrà assolvere il Commissario è quello della ricognizione dei debiti e della predisposizione del piano di risanamento, ma contemporaneamente dovrà assicurare un riordino che faccia approdare con maggiore certezza e solidità al nuovo assetto. In questa direzione, ove si mantenesse la pluralità dei consorzi, il Commissario dovrà individuare i servizi da gestire in via associata o comune, strutturando il nuovo impianto.
Messi i conti in sicurezza, delineato un quadro finanziario che assicuri la gestione ordinaria, allestito il sistema interconsortile di cooperazione nella gestione di servizi e funzioni, dovrà rapidamente convocare le elezioni per il rinnovo degli organismi di autogoverno per tornare alla normalità con Consorzi più efficienti e più rafforzati, ma ugualmente democratici e ancorati al territorio.
Vincenzo Santochirico, Consigliere regionale PD