La provincia di Potenza accorpata alla Calabria nella nuova regione di “Ponente”, quella di Matera unita alla Puglia per formare il “Levante. E’ stato accolto dal Governo l’ordine del giorno per la riforma delle Macroregioni presentata dal primo firmatario senatore Raffaele Ranucci (PD). La Basilicata è una delle piccole regioni che vengono cancellate con la riforma che adesso dovrà essere esaminata dal Parlamento. Cosa ne pensi? Dibattito aperto su SassiLive.
Regioni, Lacorazza:lo smembramento non serve.
Il presidente del Consiglio regionale interviene nel dibattito sulle macroregioni: “Il nuovo art. 116 e i referendum sono una sfida di governo per cambiare il Paese senza mortificare il ruolo dei territorio e dei presidi democratici”
“Alle Regioni virtuose più competenze, e questo va bene perché significa sentire propria la sfida della modernizzazione del Paese. Ma leale collaborazione significa anche garantire la presenza dello Stato nelle Regioni, senza modificarne i confini amministrativi, a partire dalle Corti d’Appello”. E quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza a proposito del dibattito che si aperto sulle macroregioni.
“Magari sono solo coincidenze. Voglio pensare che sia solo un caso o la discussione sulla riforma del Titolo V della Costituzione ad aver riaperto, dopo il deposito dei quesiti referendari da parte di dieci Regioni su sblocca Italia e decreto sviluppo, il dibattito sulle macroregioni.Ma il dibattito c’è e non voglio rinunciare a prenderlo dal versante della ‘sfida’ e del ‘cambiamento’.Si poteva far saltare l’attuale assetto delle Regioni mantenendo le Province. Ma ora che il pasticcio delle Province è stato già consumato (a proposito: siamo già a 25 milioni trasferiti dalla Regione Basilicata) credo che sia sbagliato rinunciare ad un spazio democratico elettivo comunque vicino al cittadino anche perché consolidato da una storia Costituzionale e politica”.
A parere di Lacorazza “ci sono due temi che vanno affrontati senza reticenze: il primo riguarda la necessità di una programmazione più ampia (per noi meridionale) e il secondo attiene alle competenze da attribuire alle Regioni virtuose.Per la programmazione le Regioni dovrebbero a mio avviso dare vita ad un ‘Gruppo europeo di cooperazione territoriale’, stabilendo allo stesso tempo che la sessione comunitaria possa divenire momento unificante della programmazione unitaria dei Consigli regionali, per pianificare l’uso dei fondi comunitari intorno alla realizzazione di pochi grandi obiettivi comuni. Le macroaree di programmazione devono avere un a regia nazionale per integrare risorse e strategie dentro un quadro unitario del Paese, ma devono anche valorizzare le specificità territoriali, che vanno accompagnate in un ambito ottimale che possono essere le attuali Regioni”.
“C’è poi, un secondo punto – aggiunge ancora Lacorazza -, che riguarda le maggiori competenze per le Regioni virtuose e la leale collaborazioni tra istituzioni. L’iniziativa referendaria su una materia delicata come quella energetica e la riformulazione dell’art. 116 (a più virtù corrispondono più poteri) della Costituzione aprono uno spazio che non è (come alcuni pensano) una disputa tutta interna al Pd o una posizione della minoranza Dem contro Renzi, ma una sfida di governo per partecipare al cambiamento del Paese senza mortificare il ruolo dei territorio e dei presidi democratici.È chiaro che questa sfida di governo, di leale collaborazione, deve vedere tutti i soggetti responsabilizzati. Lo smembramento delle Regioni o il loro svuotamento a Costituzione invariata, a partire dalle Corti d’Appello, non è certamente il miglior modo per far partire questo processo”.
Macroregioni, Mollica: non stravolgere la Costituzione.
Da New York ilvicepresidente dell’Assemblea e della Crlm invita ad “alimentare il senso di attaccamento all’Italia attraverso le Federazioni e le Associazioni” e chiede di “bocciare il referendum confermativo sulla riforma costituzionale”
Il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata e vicepresidente della Commissione regionale dei lucani nel mondo, Francesco Mollica, chesi trova a New York per una visita istituzionale, è intervenuto alla parata della Federazione italoamericana del Queens insieme al presidente della Federazione dei lucani negli Usa, Domenico Pinto, incontrando alcuni rappresentanti del Consolato italiano tra cui la viceconsole Lucia Pasqualini e varie delegazioni di istituzioni giunte dall’Italia ed italoamericane.
Mollica e Pinto sono stati ospiti del “Premio Colombo”, organizzato dalla Federazione delle Associazioni della Campania negli Usa, presieduta da Nick Trombetta. Al Premio, seguito da molti italiani ed italo-americani, erano presenti tra gli altri il professor Carlo Davoli del Consolato Generale d’Italia e il professor Severino Nappi, già assessore alla formazione e lavoro della Regione Campania.
“I rappresentanti delle istituzioni italiane presenti in queste occasioni – ha dichiarato Mollica dopo aver ricevuto un’onorificenza- hanno un grande compito: continuare ad alimentare il senso di attaccamento all’Italia attraverso le Federazioni e le Associazioni ed esprimere sentimenti di amicizia e di integrazione. Insieme al presidente della Federazione dei lucani negli Usa,Domenico Pinto sono qui per suggellare questo rapporto soprattutto in un momento in cui, in Italia, si sta stravolgendo la costituzione italiana per rinnovarla con l’introduzione delle macroregioni. Se dovesse passare questa riforma non ci saranno più le Regioni italiane così come le conosciamo. Per questo dobbiamo suggellare la nostra cooperazione e rafforzare le nostre radici perbocciare il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. Probabilmente nel 2019, quando la città di Matera sarà Capitale della Cultura Europea, non esiterà più la Regione Basilicata”.
Ospite del Premio Colombo anche l’Associazione Miss Chef, di cui è presidente la giornalista lucana Mariangela Petruzzelli, che organizza,in collaborazione con la Federazione dei lucani negli Usa, il concorso per l’elezione di “Miss Chef New York2015”tra le chef lucane d’America, la partecipazione alla Columbus Parade del 12 ottobre e una cena di gala lucana presso il Consolato Italiano a New York.
Scelta Civica per l’Italia di Basilicata: L’idea di cancellare la Basilicata ritorna d’attualità. Si rilanci la Grande Lucania. Nel Senato della Repubblica chi prima si alza si calza !
E quanto è accaduto qualche giorno addietro nel Senato, dove il Senatore Raffaele Ranucci, imprenditore romano, senza dar conto al suo partito, il PD, come ai partiti della maggioranza di cui fa parte, ha presentato un ordine del giorno per il riordino delle Regioni italiane.
L’ordine del giorno si propone di semplificare l’architettura del regionalismo italiano anche nel numero delle regioni per ridurre la spesa pubblica, razionalizzare i costi evitando la proliferazione di troppi centri decisionali di spesa e di programmazione ed, altresì, impegna il Governo a considerare l’opportunità di cancellare ben otto regioni .
Con questo provvedimento, se venisse adottato nelle sedi deputate, la Basilicata scomparirebbe dall’attuale cartina geografica .
L’iniziativa, politicamente e culturalmente, dimostra estemporaneità e pochezza di contenuti storici ed antropologici, ma questo è il meno, il vero dato preoccupante che emerge è che la proposta Ranucci ha incontrato il favore del Senato e del Governo .
Scelta Civica per l’Italia di Basilicata pregiudizialmente è a favore delle macroregioni, tanto è che si batte per aggregare il Cilento alla Basilicata per ricostruire storicamente la Grande Lucania, ma, nel caso specifico, si oppone alla proposta Ranucci perché è affrettata e politicamente non condivisa tanto a livello nazionale come a livello periferico.
Scelta Civica per l’Italia di Basilicata ritiene, pertanto, di portare all’attenzione nazionale il tema in questione con il proposito di approfondirlo istituzionalmente, politicamente, storicamente come si conviene .
Scelta Civica per l’Italia di Basilicata, pertanto, nei prossimi giorni ha in animo di chiamare a raccolta i cittadini di Basilicata per informarli e concordare con loro le iniziative più idonee da intraprendere per contrastare il fenomeno disgregativo della Basilicata in atto .
Scelta Civica per l’Italia di Basilicata, in conclusione, è consapevole che il futuro della Basilicata lo si giochi democraticamente coinvolgendo il popolo lucano, come è convinta che le decisioni già prese a tavolino , come nel nostro caso, risultano deontologicamente scorrette e civilmente dannose .
Ma perché esiste “realmente” la REGIONE BASILICATA? Ci sono delle realtà a sé stanti come il Vulture Alto Bradano che produce, il Melandro che produce, tutto il resto della provincia di Potenza che tiene, il materano che produce e POTENZA improduttiva che vive solo di Pubblico Impiego che provvede a consumare tutto quello che producono le zone dei comuni prima citati.
Questa è la Basilicata. Non c’è stato mai nessuno che ha cercato di unire il popolo Lucano, di distribuire le risorse in base alle reali esigenze di ogni comune, si è badato solo a far ingrassare POTENZA. Adesso che si sta intervenendo per il contenimento della spesa pubblica (a partire dal Pubblico Impiego), in Basilicata c’è fermento, agitazione, paura di perdere la POLTRONA. Se invece nel tempo avessero pensato di valorizzare le ricchezze di cui la Basilicata è ricca, come l’acqua un sottosuolo ancora più ricco, paesaggi fantastici, e fatta crescere in maniera omogenea tutta la regione, forse, oggi sarebbero state altre regioni o parti di esse ad essere annesse alla Basilicata. Per me va bene l’accorpamento con la puglia, forse sarebbe opportuno che ne facesse parte anche il Vulture alto Bradano. Per noi materani è più comodo ed anche conveniente da un punto di vista commerciale, perché con Potenza non abbiamo avuto mai niente a che fare se non fatti burocratici. Se passasse realmente questo progetto si vedranno realmente le capacità di che cosa produce Potenza e quello che produce Matera. Come dice un detto materano (provo a tradurlo in italiano): ALLA SQUAGLIATA DELLE NEVE, VERRA’ FUORI LA M….
nino silecchia
Credo che per quello che ci riguarda, l’accoppiamento alla Puglia per fare là macro regione del Levante, non ci conviene. Provate a pensare. I paesi della Puglia i più piccoli superano dieci quindici mila abitanti. Che fine farebbero piccoli paesi della provincia materana in confronto? Saremmo sommersi dalla Puglia e diventeremmo del tutto insignificanti senza alcun potere. Oggi volendo possiamo anche alzare la voce, ma con la Puglia il vantaggio sarà tutta per loro. I pugliesi di botto si impossesseranno delle nostre risorse. Già tentano oggi in tanti modi, figuriamoci dopo.
Poi non basta una proposta di un politico per fare una modifica simile. Sarebbe come costruire un palazzo iniziando dall’ultimo piano. Servono regole ben precise.
Gentile matera55, il tuo ragionamento è come dire: “ESSERE FORTE TRA I DEBOLI”. Fino ad ora quali vantaggi ha avuto Matera stando in Basilicata? Oggi alzare la voce in Basilicata è come il “CANE CHE ABBAIA CONTRO LA LUNA”. Se si faranno le Macro Regioni, secondo me, è meglio farsi spazio a gomitate, in un territorio con comuni più grandi della nostra città. E’ come una azienda (termine molto caro alla nostra Amministrazione) il cui Amministratore è a capo di un Consiglio di Amministrazione composto da Consiglieri in grado di prendere i suo posto in qualunque momento. Questo vuol dire che tutta l’Azienda è forte. Mentre al contrario una Azienda il cui Amministratore è “forte” ed i consiglieri alzano la mano solo per “obbedire” ci troviamo di fronte ad una azienda debole, come lo è stata Matera in Basilicata.
nino silecchia