Vittorio Prinzi, già consigliere provinciale e sindaco di Viggiano in una nota torna ad occuparsi dell’articolo 38 del Decreto Sblocca Italia alla luce della proposta presentata dalla Regione Lombardia di ridurre le attuali 20 Regioni a nove, accorpandole per aree omogenee attraverso una riforma che prevederebbe la sciagurata ipotesi della Regione Campania-Basilicata-Calabria. Di seguito la nota integrale.
Prinzi: “In gioco il futuro dell’autonomia regionale. Di seguito la nota integrale.
Il 4 dicembre prossimo il Consiglio Regionale nel decidere la posizione da assumere in merito allo Sblocca Italia e in particolare sull’art.38 avrà un’ulteriore riflessione da fare dopo la proposta ufficializzata in queste ore dalla Regione Lombardia di ridurre le attuali 20 Regioni a nove, accorpandole per aree omogenee attraverso una riforma che prevederebbe la sciagurata ipotesi della Regione Campania-Basilicata-Calabria. L’idea, in verità non nuova, viene sostenuta dal presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo (Ncd) che l’ha già messa all’attenzione di tutti i presidenti dei Consigli regionali spiegando che “va nella direzione di costituire soggetti piu’ simili e anche piu’ adeguati alla situazione attuale”. Un ragionamento che poggia sulla divisione Nord-Sud e sulla retorica di pregiudizi sulle capacità amministrative della classe politica e dirigente meridionale.
Per noi dunque il rapporto con il Governo Renzi e il Parlamento, a partire dalla titolarità della gestione delle risorse energetiche, assume un aspetto di maggiore rilevanza perché da questo aspetto dipende il futuro autonomistico della regione. Se dovessimo cedere sovranità sul petrolio è ovvio che sarà più facile far passare riforme istituzionali “alla lombarda” o “alla leghista” che ci vedono in grande difficoltà nella difesa dell’autonomia regionale.
Non ho mai pensato possibile per la Basilicata un percorso di autonomia speciale o addirittura di statuto speciale , sia pure nell’ambito del complesso processo del federalismo che nel Paese ha attraversato fasi diverse sino a passare dalla stagione di maggiore esaltazione a quella di maggiore delusione che coincide con la soppressione delle Province e l’illusione di aver risolto ogni problema della P.A.. Ma è evidente che vada individuata una strategia che coinvolga i rappresentanti lucani del Governo Renzi e tutti i parlamentari senza tralasciare autonomie locali (in prima fila i Comuni della Val d’Agri e del Sauro, proiettati verso l’Unione dei Comuni dopo l’esperienza negativa delle Aree Programma), forse sociali ed imprenditoriali. Le attese sono adesso rivolte agli strumenti, alle azioni e alle iniziative che Pittella metterà in campo, rafforzando il processo di concertazione e il protagonismo delle comunità locali, per tradurre in fatti operativi le sue idee. Quanti come me hanno speso un’attività politico-istituzionale ed un impegno prima di tutto civico per cambiare le “regole del gioco” nella partita petrolio non faranno mancare il proprio apporto di proposte e di ulteriore approfondimento specie nel merito di una questione che non può ridursi ad un referendum: si o no ad impugnare l’art.38.
la dorsale adriatica è più interessante e come territorio meno problematico c’è il problema della Calabria che va collegata a qualcosa. Si potrebbe dividere la regione, la cosa va approfondita