Sono ripresi giovedì 2 maggio a Potenza gli interrogatori di garanzia per l’inchiesta sui rimborsi illecitamente percepiti da assessori e consiglieri regionali della Basilicata. Davanti al giudice hanno sfilato i Consiglieri regionali che il 24 aprile scorso sono stati raggiunti da un’ordinanza che impone loro il divieto di dimora: i sette attualmente in carica sono Antonio Autilio (Italia dei Valori), Paolo Castelluccio (PDL), Agatino Mancusi (UDC), Mariano Pici (PDL), Alessandro Singetta (ex Alleanza per l’Italia), Mario Venezia (Fratelli d’Italia), Rocco Vita (PSI) mentre l’unico appartenente alla precedente consigliatura è Vincenzo Ruggiero (La Destra).
Rimborsopoli, al via nella mattinata di lunedì 29 aprile 2013 nel Tribunale di Potenza gli interrogatori di garanzia dei due assessori Rosa Mastrosimone e Vincenzo Viti e del consigliere e capogruppo del PDL Nicola Pagliuca, agli arresti domiciliari da martedì scorso in seguito alle ordinanze eseguite nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Potenza sui rimborsi illeciti per assessori e consiglieri regionali.
Entrambi hanno risposto alle domande dei giudici, e i legali presenteranno richiesta di Riesame. L’interrogatorio di Mastrosimone è durato circa due ore e mezza: in alcuni momenti l’ex assessore in quota Idv ha risposto anche in modo concitato alle domande del gip, Luigi Spina. Un’ora e mezza, invece, la durata dell’interrogatorio di Viti, visibilmente provato dalla vicenda in uno dei passaggi, in aula, ha anche spiegato al giudice e al pm di «non aver bisogno di quei soldi o di trovare piccoli escamotage: la nostra disponibilità – hanno poi aggiunto i legali – è dimostrata anche dalle dimissioni da assessore e da consigliere dello stesso Viti».
Un punto, questo, ribadito anche da Buccico e da un altro dei legali di Viti, Francesco Viti: «Sono state chiarite con dignità tutte le posizioni equivoche – hanno spiegato prima di lasciare il palazzo di Giustizia – perchè 50 anni di vita politica trasparente di Vincenzo Viti non possono essere dimenticate o cancellate da un’accusa che riguarda importi irrisori». I legali hanno anche spiegato di aver depositato «spontaneamente» un assegno circolare integrativo di 3.710 per quando percepito senza averne diritto, «e questo – hanno precisato Buccico e Francesco Viti – dimostra anche che i conti del nostro assistito non sono faraonici, e i pubblici ministeri hanno potuto verificarlo. Molte delle spese riguardavano anche i costi del gruppo consiliare del PD, che aveva pochi fondi a disposizione per il lavoro di tanti consiglieri».
Nel pomeriggio si è svolto l’interrogatorio dell’ex capogruppo del PDL nel Consiglio regionale, Nicola Pagliuca, pure lui ai domiciliari e dimissionario dall’incarico.
La fotogallery relativa all’arrivo al tribunale di Potenza di Viti, Mastrosimone e Pagliuca accompagnati dai rispettivi avvocati (foto Nuova del sud).
Gli interrogatori proseguiranno giovedì 2 maggio 2013 con gli altri otto consiglieri regionali che hanno l’obbligo o il divieto di dimora: si tratta di Antonio Autilio (Italia dei Valori), Paolo Castelluccio (PDL), Agatino Mancusi (UDC), Mariano Pici (PDL), Alessandro Singetta (Gruppo Misto), Mario Venezia (PDL), Rocco Vita (PSI) e per l’ex consigliere Vincenzo Ruggiero (UDC).
Rimborsopoli condiziona anche i lavori del Consiglio regionale. La seduta in programma martedì 30 aprile slitta alla prossima settimana. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo, che si è riunita lunedì 29 aprile a Potenza alla presenza del presidente della Regione De Filippo e dei presidenti delle Commissioni consiliari.
Il doveroso rispetto delle attività giudiziarie in corso a seguito degli sviluppi dell’inchiesta sui rimborsi ai consiglieri ed agli assessori, insieme alla necessità di dover rivedere l’ordine del giorno, anche a seguito delle dimissioni del presidente della Regione e del consigliere Viti, hanno consigliato il rinvio della seduta.
La Conferenza dei capigruppo tornerà a riunirsi lunedì 6 maggio per ridefinire il calendario dei lavori dell’Assemblea alla luce di queste novità.
Rimborsopoli, ovvero l’inchiesta sull’uso illecito dei rimborsi da parte di assessori e consiglieri regionali della Basilicata, che ha portato agli arresti domiciliari gli assessori Vincenzo Viti (PD) e Rosa Mastrosimone (IDV) e il capogruppo del PDL Nicola Pagliuca, tutti dimessi dai loro incarichi, adesso si è estesa alle spese dei gruppi consiliari.
L’operazione congiunta di Finanza, Polizia e Carabinieri riguarda due filoni distinti: il primo è partito da un’indagine su un gruppo consiliare, l’altro coinvolge la società del Potenza calcio quando militava in Prima Divisione.
Riportiamo di seguito anche tutti i nomi dei 38 indagati dell’inchiesta identificata ufficialmente dalle forze dell’ordine con l’appellativo di “Larghe spese”, facendo notare che nella lista figurano anche i nuovi componenti della nuova giunta scelta dal dimissionario presidente Vito De Filippo.
Altro che rimpasto nella giunta o l’ipotesi paventata di un “Vito De Filippo-bis”: premesso che una persona indagata non è detto che venga raggiunto da un provvedimento giudiziario cautelare e che anche per una persona colpita da un provvedimento giudiziaria in Italia vige il principio di innocenza fino al terzo grado di giudizio è la questione morale che va affrontata seriamente nella nostra Regione. Pertanto, occorre azzerrare tutto e tornare al più presto alle urne, perchè tocca ai cittadini scegliere un governo degno di rappresentare gli interessi della Regione Basilicata, terra ricca di acqua e petrolio eppure caratterizzata da una drammatica crisi sociale ed economica, con migliaia di famiglie senza reddito e giovani senza lavoro e senza speranza.
Michele Capolupo
Inchiesta spese larghe, la lista dei 38 indagati.
I due presidenti Vito De Filippo e Vincenzo Santochirico
Gli assessori: Attilio Martorano, Marcello Pittella, Nicola Benedetto, Luca Braia, Roberto Falotico, Enrico Mazzeo Cicchetti.
Consiglieri, ex consiglieri, ed ex assessori: Antonio Autilio, Paolo Castelluccio, Giuseppe D’Alessandro, Prospero De Franchi, Pasquale Di Lorenzo, Antonio Di Sanza, Gaetano Fierro, Antonio Flovilla, Innocenzo Loguercio, Agatino Mancusi, Rosa Mastrosimone, Franco Mattia, Vilma Mazzocco, Franco Mollica, Michele Napoli, Giacomo Nardiello, Nicola Pagliuca, Mariano Pici, Antonio Potenza, Erminio Restaino, Pasquale Robortella, Vincenzo Ruggiero, Donato Salvatore, Luigi Scaglione, Alessandro Singetta, Gennaro Straziuso, Antonio Tisci, Mario Venezia, Rocco Vita, Vincenzo Viti.
L’inchiesta sui rimborsi regionali è stata affrontata a La 7 da Maurizio Crozza durante il suo programma satirico “Il Paese delle meraviglie”.
Clicca qui per rivedere la puntata di venerdì 26 aprile 2013.
RIMBORSOPOLI REGIONE BASILICATA, NOTA DI VINCENZO SANTOCHIRICO (CONSIGLIERE REGIONALE PD): “Rispetto delle regole valga per tutti. Gli sviluppi dell’inchiesta mostrano l’immagine di una istituzione ferita, ma è proprio nei momenti difficili che la politica deve saper rispondere senza abdicare alle proprie responsabilità”.
In relazione all’inchiesta della Procura della Repubblica sui rimborsi ai consiglieri, il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“In questi giorni stiamo assistendo ad un crescendo di illazioni, rivelazioni, accuse che espongono alla gogna i rappresentanti regionali, senza che essi – con esclusione di quelli raggiunti da misure cautelari – sappiano di cosa rispondere. Devono apprendere dalla stampa che potrebbero essere indagati senza sapere perché e di cosa. Poiché le informazioni che circolano provengono da atti acquisiti dall’autorità giudiziaria, non sarebbe stato preferibile che i destinatari di tali rivelazioni avessero avuto la possibilità di difendersi davanti a un magistrato? Non sarebbe stato meglio contestare, assumere difese, verificare e poi rendere pubblico tutto? A chi giova, invece, l’inversione? Non solo è compromessa la politica, ma è anche negata la giustizia e distorta l’informazione.
Dico questo non pensando alla mia persona, perché se avessi pensato soltanto a me stesso avrei potuto restare defilato, anche per la marginalità dei fatti per i quali sono chiamato in causa. Lo faccio perché il ruolo di presidente del Consiglio regionale mi impone di parlare e continuare a esprimere posizioni chiare sul rapporto fra giustizia e politica e informazione, come ho cercato di fare – in maniera netta e chiara – sin dal mio insediamento.
Agli effetti del circo mediatico di questi giorni, se e quando emergeranno fatti e letture diversi da quelli propagati (come peraltro è già accaduto troppe volte), chi porrà rimedio? E’ troppo pretendere che si formulino subito le contestazioni ai singoli consiglieri sentendoli tempestivamente? E’ eccessivo chiedere che, relativamente all’indagine sui gruppi consiliari (art. 6 legge regionale 8/98) si concludano prima le indagini e notificati (non a mezzo stampa) gli eventuali avvisi di garanzia e poi si facciano arrivare gli atti nelle redazioni? O ciò è già avvenuto ed è alla porta un nuovo turbinio mediatico? Tutto ciò nulla ha a che vedere con la libertà di informazione, che qui non è chiamata in causa: i giornali che hanno le notizie le pubblichino, stando alle proprie regole e ai propri codici; i rappresentanti istituzionali rispondano delle loro azioni nelle sedi giurisdizionali competenti; la giustizia faccia il suo corso assicurando concretamente le garanzie di tutti, perché nessuno abbia a dire che vi sia un conflitto fra istituzioni.
Al comprensibile senso di sfiducia che le inchieste in corso generano nell’opinione pubblica la politica deve offrire prova di umiltà, trasparenza e determinazione. Ferme restando la previsione costituzionale di non colpevolezza, auspichiamo quindi che le posizioni degli indagati vengano rapidamente chiarite in sede giurisdizionale, confidando nel giudizio sereno e puntuale della magistratura. Soltanto così potranno essere salvaguardate e garantite la saldezza e l’autonomia delle istituzioni.
Siamo tutti consapevoli che gli sviluppi dell’inchiesta sui rimborsi spese ai consiglieri regionali mostrano l’immagine di una istituzione ferita, ma è proprio nei momenti difficili che la politica deve saper rispondere senza abdicare alle proprie responsabilità. Noi la nostra parte abbiamo già iniziato a farla. Rispetto all’epoca dei fatti contestati e prima ancora che ci fossero i provvedimenti giurisdizionali, il Consiglio regionale ha autonomamente adottato radicali misure legislative, abrogando sia le norme che contemplavano i rimborsi chilometrici sia quelle che prevedevano le spese di rappresentanza, quelle cioè che oggi si assume siano state utilizzate in difformità alla legge. Dall’inizio del 2013, infatti, non esistono più né rimborsi chilometrici né spese di rappresentanza per i consiglieri. Al contempo, sono stati drasticamente ridotti i contributi per il funzionamento dei Gruppi consiliari, e introdotte norme di rendicontazione più severe, cui si aggiunge il controllo della Corte dei Conti.
Il Presidente della Regione si è dimesso, dando un altro eloquente segnale. Contribuiscano anche gli altri ad una nuova fase, se vogliamo davvero che le regole siano rispettate da tutti e non soltanto da “quei marziani” della classe politica.
Per parte mia, continuerò a sostenere posizioni già espresse difendendo l’autonomia e la dignità della politica e delle istituzioni regionali.
Cosi come continuerò a credere nel funzionamento rigoroso e normale della giustizia, ragion per cui domani, tramite i miei avvocati, chiederò di essere sentito quanto prima dai magistrati per evitare di dover inseguire quotidiani stillicidi e per chiarire ogni questione che mi riguarda, ritenendo di avere sempre agito nel rispetto della legge e dell’etica pubblica”.
RIMBORSOPOLI REGIONE BASILICATA, NOTA DI ROCCO NEGRO, SEGRETARIO DEL PD PISTICCI E MARCONIA
Scegliere di tacere, in questi giorni, sulle ultime vicende che hanno travolto il Partito Democratico, mi è sembrato, fino ad oggi, l’unico modo per non aggravare ancora di più la confusione che ha pervaso il PD.
Tre mesi di calvario che, a mio giudizio, hanno minato dalle fondamenta questo grande partito.
Dopo le primarie, capaci di suscitare grande interesse e di generare tanto entusiasmo, facendo presagire una facile vittoria elettorale, siamo piombati, purtroppo, in una grande tragedia politica ed umana.
Non voglio partecipare alla ricerca dei colpevoli, che pure ci sono stati, perché ciò non aiuterebbe alcuno e tanto meno il PD. Come se non bastassero le vicende nazionali, si sono aggiunte, creandoci ulteriori disagi ed imbarazzo, anche le vicende regionali, per cui un’ intera classe politica regionale è stata spazzata via da un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto tutti i partiti.
Credo che sia arrivato il momento di interrompere il silenzio, per provare a dare un piccolo contributo al nostro partito, anche alla luce della formazione del nuovo governo che io ritengo essere un governo di larghe intese o, per dirla fuori dai denti, del grande inciucio, a cui ci hanno obbligato. Obbligati e minacciati dalla crisi, dalla richiesta di governabilità e dal senso di stato che ci ha sempre contraddistinto. Dopo la fase di stallo, causata principalmente dalle divisioni interne al PD, fase che ha messo in secondo piano anche le difficoltà di altri partiti che vivono fasi alterne, determinate dalle vicissitudini dei loro capi-padroni, è cosa ben nota che tali partiti, più che contribuire alla scelta del Capo dello Stato, hanno favorito e sottolineato artatamente le lotte interne al PD.
Io, personalmente, sono fortemente contrario alla grande alleanza-inciucio; lo sono stato durante il governo Monti, per me, all’origine della crisi politica e identitaria del PD; lo sono ancora di più, oggi, perché la partecipazione al governo e, quindi, l’alleanza mi sembra non solo obbligata dal senso di responsabilità che sentiamo forte per questa nazione, ma è un’ alleanza anche politica, con politici che non la pensano come noi e con i quali io non ho nulla da spartire e condividere.
Sono, nonostante tutto, fermamente convinto della validità del progetto politico di lungo respiro del PD, cioè l’idea e la volontà di unire i valori e gli ideali della grande famiglia del cattolicesimo democratico con quelli della sinistra europea e democratica, progetto aperto anche a chi, pur non riconoscendosi negli stessi valori, crede e vuole contribuire a costruire un grande partito popolare e democratico, fortemente radicato nella società , a fianco del mondo del lavoro, dei disoccupati e dei precari, vicino alle famiglie, al ceto medio, ai giovani, al fianco e vicino ai nuovi cittadini provenienti da tutto il mondo, presenti in tutte le città, ma anche nei piccoli centri, per favorirne la vera integrazione sociale.
Un partito, dunque, capace di lasciarsi plasmare dalle novità che velocemente riguardano la nostra società, un partito attento e capace di saper interpretare la realtà, facendosi “contaminare” da quella società civile tanto inseguita, ma mai coinvolta veramente, per meglio capire, promuovere e favorire il cambiamento della società stessa.
A seguito di tutte queste vicende, è necessario, oggi, realizzare o, forse, costruire veramente il nuovo soggetto politico PD, un nuovo PD, un vero Partito Democratico libero, finalmente, da divisioni e personalismi, per cui chi ha cercato dentro il PD di salvaguardare il proprio orticello ha fallito miseramente.
A Pisticci, con le note vicende amministrative, abbiamo anticipato e sperimentato quanto dannose e devastanti siano le divisioni e i personalismi, quanto pesante e devastante sia il silenzio dei gruppi dirigenti e la mancanza di coraggio a far rispettare le regole che, una volta infrante, inevitabilmente finiscono per danneggiare tutti, danneggiando di fatto e irreparabilmente le comunità. Ritengo che nel DNA di tale partito vi sia indissolubilmente il gene della governabilità e che esso sia la sua stella polare, a doverne indicare il cammino. Una governabilità possibile da ricercare non a tutti i costi e con qualunque alleato.
A Pisticci e nel nostro piccolo, come partito, stiamo ricostruendo il nuovo tessuto interno e, senza operare alcuna chiusura all’esterno, stiamo sperimentando una giusta integrazione fra le diverse sensibilità, mettendo alla base del nostro progetto scelte condivise, fatte con la massima collegialità possibile. Per noi non esistono uomini e donne della provvidenza o, peggio ancora, controfigure paracadutate di volta in volta a mantenere e consolidare il consenso personale. Oggi, più che mai, servono scelte democratiche collegiali che necessariamente devono coinvolgere i territori e le tante risorse umane presenti in essi e nel nostro partito. Oggi, più che mai, ci vuole una fase nuova. Noi vogliamo una fase nuova e lo diciamo con chiarezza. Noi di Pisticci lavoreremo ad un vero rinnovamento della politica della nostra regione, rinnovamento necessario, chiesto a gran voce dai nostri iscritti, dalle nostre sezioni e, soprattutto, dai tanti cittadini che hanno avuto modo di dircelo in maniera chiara nelle ultime votazioni.
Siamo chiamati a un rinnovamento totale e radicale, per far tornare vincente la nostra proposta. Non si chiede solo un passo indietro agli attori di questi ultimi anni, ma si chiede di operare insieme un rinnovamento vero, serio che risulterà tanto più credibile se i colonnelli e i generali, lasciati gli incarichi, siano in grado e disponibili a fare i soldati semplici.
Noi, da oggi, lavoreremo per un nuovo modo di gestire, condividere ed amministrare, fatto di trasparenza, competenza e coinvolgimento della base e dei cittadini, partendo dai territori, da quelli abbandonati e utilizzati solo ed esclusivamente quando servono a qualcuno e non a qualcosa.
Attorno a queste proposte e a questa voglia di cambiare, cercheremo la condivisione dei circoli, chiederemo ai tanti dirigenti di elaborare progetti credibili che abbiano al centro della proposta politica: il cambiamento, il rinnovamento, la dedizione e la chiarezza, per consegnare ai territori una “buona amministrazione”, seria e responsabile.
Su questo chiediamo condivisione e per questo ci batteremo, per dire ai cittadini che noi siamo diversi, che questa è la formula di partito che immaginiamo, che abbiamo pensato fin dall’inizio, anzi che vogliamo a Pisticci, in vista delle prossime scadenze elettorali. Sceglieremo i nostri candidati con primarie vere ed aperte a tutti i cittadini, a partire anche dal segretario di circolo.
Rocco Negro, Segretario del Partito Democratico Pisticci e Marconia
RIMBORSOPOLI REGIONE BASILICATA, NOTA DI CONFESERCENTI
Lo tusnami va affrontato in due fasi, prima pensiamo all’emergenza e poi alla ricostruzione.
C’è un’altra Basilicata rispetto a quella che da giorni si legge sui giornali regionali e nazionali. E’ fatta di microimprese (almeno il 40% delle oltre 50mila piccole e medie imprese complessive) che gli scontrini fiscali li emettono veramente e i cui titolari su di essi ci pagano le tasse e devono augurarsi di emetterne ogni giorno un numero sufficiente ad evitare di chiudere la saracinesca. La Basilicata delle microimprese al Governo Letta lancia il messaggio “Adesso tocca a voi!” e alla classe dirigente e politica della Regione “Non si può abbandonare la barca, è l’ora della responsabilità”. E’ questa, in sintesi, la conclusione della VII Assemblea elettiva della Confesercenti di Potenza che si è chiusa oggi con la conferma di Prospero Cassino a presidente e la nomina della nuova Presidenza composta da una ventina di titolari di pmi. Nell’assemblea ,alla voce di indignazione, protesta e dolore venuta dai “bottegai” si è aggiunta quella dei segretari della Uil Carmine Vaccaro, della Cisl Nino Falotico e della Cgil Vincenzo Allegretti, del portavoce di “Pensiamo Basilicata” Paolo Laguardia e del presidente della Cia Donato Distefano. Così al di là di temi specifici che riguardano le imprese del commercio, del turismo e dei servizi, l’assemblea ha segnato la nascita di un nuovo fronte comune tra imprenditoria (a Pensiamo Basilicata aderiscono tutte le organizzazioni imprenditoriali di settore e della cooperazione) e del mondo del lavoro attraverso un messaggio inviato al Presidente De Filippo e alla politica a “scongiurare il rischio di una paralisi per mesi dell’attività politico-istituzionale”. I segretari di Cgil, Cisl, Uil hanno rinviato a domani all’attivo unitario ogni decisione di iniziativa preannunciando che “non staranno con le braccia conserte ad attendere l’agonia di Giunta e Consiglio Regionale”, ribadendo la posizione espressa nel documento a caldo che “chi ha sbagliato deve pagare ma che, certamente, a pagare non saranno i lavoratori in cig e le popolazioni lucane”. Per Vaccaro “i messaggi filosofici vanno sostituiti da quelli pragmatici”; per Falotico “ci interessa capire come lavoreranno giunta e consiglio fino all’ultimo secondo”; per Allegretti “è tempo di unità sindacale, poi verrà quello delle differenzazioni”. Paolo Laguardia annunciando un’analoga iniziativa a quella sindacale da parte del cartello “Pensiamo Basilicata” ha sostenuto che “le imprese lucane non sono in grado di reggere 5-6 mesi senza l’interlocutore istituzionale che tra l’altra deve programmare gli interventi del prossimo sessennio 2013-2020 di fondi comunitari. Per questo – ha detto – De Filippo a costo di prendersi i fischi in piazza deve concentrarsi su 4-5 punti prioritari prima di chiudere ingloriosamente la legislatura”. Anche il mondo agricolo come quello del commercio – ha detto Distefano – non può assistere alla moria di aziende (600 circa nel primo trimestre 2012) e persegue progetti comuni di filiera.
Prospero Cassino, presidente Confesercenti, nella relazione ha sottolineato che “l’Assemblea è stata organizzata prima della vicenda dell’inchiesta giudiziaria che ha sconvolto ogni cosa. Adesso ci tocca soccorrere la politica in progettazione ed idee accrescendo il nostro impegno. Lo tusnami per noi va affrontato in due fasi: prima pensiamo all’emergenza e poi alla ricostruzione. Per l’emergenza abbiamo bisogno di misure che sblocchino ogni capitolo di spesa, di credito, di norme adeguate, come quelle in parte indicata nella concertazione Regione-parti sociali che però adesso richiede un passaggio dal partenariato passivo al partenariato mobilitato, vale a dire più protagonista e che non si fermi ad impegni teorici. La ricostruzione spetterà invece all’elettorato”. Infine la saggezza di Michele Avena, uno dei pionieri della Confesercenti: “fare sistema tra imprese e sindacati è l’unico strumento per salvare la Basilicata”.
RIMBORSOPOLI REGIONE BASILICATA, NOTA DI GIORDANO (UGL)
Ora uomini disposti a sacrificarsi.
“Non vogliamo né intendiamo tifare e prestarci a partecipare al ‘toto consiglieri’ su chi ha torto o chi ha ragione, abbiamo pienamente ed incondizionatamente fiducia nell’operato della magistratura anche perché non si tratta di una partita di calcio della nazionale: per noi la partita politica regionale è abbondantemente scaduta, oramai persa a tavolino a danno di tutti i lucani che hanno consegnato fiducia a questa gente che mal li ha rappresentati, tradendoli. Ciò che importa oggi è mettere in moto un sistema ‘pulito’ con uomini disposti a sacrificarsi. a fare bene in nome della Basilicata e non solo, a difendere una parte politica”.
Lo dichiara il segretario regionale dell’Ugl Basilicata metalmeccanici, Giuseppe Giordano, sottolineando che “anche noi come organizzazione sindacale vogliamo auspicare ed augurare che il nuovo governo metta in moto tutte le giuste sinergie affinché si compia quel percorso che dopo l’esito elettorale le forze politiche responsabili hanno fortemente voluto per dar vita ad un governo della coesione e dello sviluppo. L’invito che ora l’Ugl manda alle forze sociali della Basilicata è che non è di certo questo il momento per creare ulteriori divisioni e/o lacerazioni, non è tempo di aumentare tessere di partito o di sindacato, non serve: occorre che tutti noi interlocutori lucani che giornalmente misuriamo ‘la febbre’ sul territorio, facciamo bene e subito pensando principalmente alle centinaia di migliaia di esodati, cassaintegrati, ai dipendenti delle innumerevoli aziende in crisi, ai disoccupati e alle famiglie. Altrimenti – conclude Giordano – non ci saranno piani di lavoro, crescita, coesione e piattaforme di proposte per l’economia lucana che possano essere d’aiuto, potremmo scordarci definitivamente della coesione sociale e soprattutto di un eventuale risanamento economico”.
RIPORTIAMO DI SEGUITO I PARTICOLARI DELL’INCHIESTA CHE HA COINVOLTO DUE ASSESSORI E NOVE CONSIGLIERI REGIONALI NELLA NOTA PUBBLICATA DA REPUBBLICA.IT
E’ “uno scenario di diffusa illegalità”, spiega il procuratore Triassi, quello che emerge dall’inchiesta sui rimborsi illeciti percepiti da assessori e consiglieri della Regione Basilicata, preannunciando “certamente” altri indagati e “possibili evoluzioni” di un’inchiesta partita dal sequestro di un’ingente documentazione presso gli uffici regionali nello scorso ottobre. Una volta analizzato il materiale, l’attenzione degli inquirenti si è soffermata su situazioni evidentemente meritevoli di verifiche e approfondimenti.
Sotto la lente di ingrandimento della Procura, i rimborsi per pranzi e cene, voce di costo che il Consiglio riconosce per il vitto, ma molto, molto elevatei. E dalle verifiche si è accertato anche che quasi tutte le ricevute erano state emesse dagli stessi ristoranti.
L’assessore Vincenzo Viti avrebbe speso, nel 2011, 25133 euro per la ristorazione, 68 euro per ogni giorno dell’anno, festivitè e vacanze comprese. Sempre due anni fa, alla voce “materiali di consumo”, lo stesso Viti presentò una richiesta di rimborso da 7.288 euro, identica cifra contabilizzata nel 2010. Ma tra i rimborsi è finito ben altro: la sostituzione degli pneumatici, spese per viaggi e vacanze, accompagnati da parenti (più o meno stretti), persino la posa del parquet di casa e spese sostenute per la cresima di un nipote.
Dalle indagini e dagli elementi acquisiti sono emersi anche casi di alterazione di scontrini e ricevute: a piccole somme veniva anteposto un altro numero per moltiplicare di molte volte l’importo totale. In generale gli indagati si sono fatti rimborsare spese di ristorazione, anche non direttamente proprie, viaggi anche non fatti, consulenze non vere, lavori nelle loro case. Vi sono anche episodi di doppia presentazione delle ricevute a distanza di tempo.
Ma è ancora Vincenzo Viti, accusato di essersi appropriato illecitamente di oltre 18 mila euro, a essere definito dal gip di Potenza Luigi Spina “un vero ‘specialista’ nell’allegazione di spese di ristorazione, e non solo, assolutamente non sostenute”. Agli atti, contro di lui numerose ricevute di ristoranti “gonfiate” scrivendo un numero davanti al conto: da 23 a 230 euro, da 86 a 386, da 92 a 292. Viti, tra l’altro deputato Dc per tre legislature alla Camera, ha agito in concorso con Ascanio Emanuele Turco, suo cugino “nonché consulente-commercialista”. Diverse fatture riconducono proprio ad acquisti di cancelleria fatti proprio da Turco in Puglia.
Viti ha anche attuato un “maldestro tentativo di alterare e deviare il percorso investigativo”, “coperto” da un ristoratore di Matera che, quando gli investigatori hanno cercato i documenti originali delle spese messe a rimborso, ha detto di non averli perché il magazzino si era allagato il 20 gennaio 2012. Ma la denuncia dell’allagamento era stata presentata dieci mesi dopo, il 17 novembre 2012, “ossia due giorni dopo la richiesta di esibizione”.
“Imbarazzante”, secondo quanto scrivono i giudici, “è risultata l’ubiquità” di Rosa Mastrosimone (che si sarebbe “appropriata” di 12.193 euro in totale): in un solo giorno avrebbe ad esempio chiesto rimborsi per spese sostenute a Potenza, Roma e Matera. Ci sono poi pranzi consumati nello stesso momento in posti distanti centinaia di chilometri, e rimborsi per “un elevato numero di pasti” che il gestore del ristorante ha poi dichiarato di non aver mai servito. Senza contare i rimborsi per i viaggi dei collaboratori (che questi dichiarano di non aver mai fatto), l’acquisto di salumi in un autogrill del Lazio (25,88 euro), di “Caramelle Vivident” e sigarette “Ms Club slim” (9,30 euro), grissini (3,80) e pane, un “Bed and breakfast” per la figlia a Roma, e pasti di Capodanno e Santo Stefano.
Nicola Pagliuca, invece, (“titolare” di un’appropriazione da 18.022 euro) ha chiesto il rimborso per due cd musicali acquistati in un autogrill (32,80 euro), con una lunga lista di “1″ aggiunti davanti all’importo reale di ogni fattura e una lista, altrettanto lunga, di rimborsi per viaggi giustificati come “incontri in Regione Lazio” in realtà mai avvenuti. A tutto ciò si aggiunge uno scontrino di 130 euro spesi in una pasticceria il giorno del suo compleanno, e un “fantomatico Hotel Saurus di Matera”, secondo gli investigatori, in cui il consigliere regionale avrebbe pernottato, ma che nella città dei Sassi non esisterebbe (è ad Altamura, ma Pagliuca non vi avrebbe mai soggiornato).
Il gip Spina evidenzia il “vario e diversificato ‘catalogo’” degli illeciti (vi è chi ha chiesto rimborsi per “ricevute fiscali per consumazioni alle quali era stato applicato uno ‘sconto camionisti’”). E spiega che persone con “trattamenti retributivi più che dignitosi” hanno attuato una “speculazione illecita, sempre e comunque, riferita anche a spese banali e irrisorie, giungendo in qualche caso a livelli eticamente imbarazzanti”.
Dalle informazioni rese da un funzionario regionale, il gip trae spunto per dire che “fino ad oggi nessun correttivo è stato adoperato a tutt’oggi nessuna procedura di controllo, interno o esterno, è stata attivata”. Oltretutto, i controlli, allo stato, “non sono in grado di impedire, neanche per il futuro, condotte analoghe”.
La Basilicata non è scenario inedito di indagini sui costi della politica. Il 10 aprile scorso è arrivato a sentenza di primo grado il processo su altri quattro esponenti del Consiglio regionale, due in carica (Franco Mattia del Pdl e Franco Mollica dell’Udc) e due ex (Prospero De Franchi e Giacomo Nardiello) che sono stati condannati a un anno e 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, per falso e truffa. Accusati, attraverso un’inchiesta avviata dal pm Henry John Woodcock, di aver percepito rimborsi chilometrici forfettari non dovuti per la trasferta dal comune di residenza a Potenza, sede del Consiglio regionale. I fatti riguardano la passata legislatura. I politici condannati hanno annunciato che ricorreranno in appello.
FIGURA DI CACCA !!!!
Speriamo che tutti questi soldi siano serviti e serviranno per comprare medicine.
Trucidiamoli!!!
oooooohhhhhh!!!!!!!! GOOOOOOOOOOOOOOOOOOODDDDDDDDDDDDDDDDOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
arcifiero di non averli MAI votati… ai lavori FORZATI!!!!!!!!!!!! w il M5S
speriamo che defilippo non torna indietro bisogna dare una nuova classe dirigente alla Basilicata che facciano gli amministratori con sobrietà spirito di sacrificio ed al servizio del cittadino senza avere tante prebente cosi quando finisce il mandato non ha interesse ad essere riconfermato,non si puo dare un colpo di spugna a questa vicenda purtroppo quando si sbaglia si paga almeno politicamente poi la magistratura farà il suo corso
Andiamo a votare e votiamo M5S spetta a noi eliminarli definitivamente, dobbiamo approfittare dell’occasione o questi non se ne vanno più davanti ai c…….., se aspettiamo alla magistratura che fà il suo lavoro passerà troppo tempo e quello che è accaduto finirà come un fuoco di paglia. Sono contento che hanno beccato Luca Braia
Devono restituirci i soldi che hanno guadagnato fin’ora, per non andare in galera sti b……..
……bastardi!!!!!!
Fossero stati presi con le mani nel sacco per una tangente li avremmo forse quasi quasi perdonati e tra qualche anno avremmo dimenticato il loro reato. Invece questi sono peggio dei peggior ladri di galline.
9000 € al mese per poi rubare anche i soldi delle loro caramelle, dei loro orsacchiotti o delle loro sigarette. Siamo stati gestiti da questo schifo di personaggi che la moralità minima di vita non sanno nemmeno dove è di casa. Come possono gestire la cosa pubblica? Come possono farci risalire la china dalle statistiche di regione più povera di Italia ?
Ora l’unico sogno che ho e’ di non vederli mai più. Che marciscano in galera. Che restituiscano i soldi rubati e provino a vivere cercando un lavoro a 400€ al mese sti porci.
Il consiglio regionale deve essere assolutamente raso al suolo, ricostruito e rifatto da persone che abbiano la moralità e l’umilta che contraddistingue i lucani veri.
Ai Lucani va ricordato che quando saranno nella cabina elettorale di pensare un attimo che il voto e’ una cosa seria. Ricordate che “Galleggiamo” sul petrolio ma che sempre gli stessi governanti lucani di rimborsopoli hanno venduto il nostro sottosuolo per trenta denari all’eni e alla total e a breve vedremo le piattaforme nel mar Jonio.
Giudici scavate e troverete delle belle notizie.
condivido pienamente,
spero che sia la volta buona di cambiare il tutto..per la vita che fanno e con lo stipendio che guadagnavano non riusciranno a vivere nemmeno con 1000.. al mese..e le l’oro consorti si toglieranno quella puzza sotto al naso…dire vergogna e poco…comunque BELILLO.. hai scritto davvero una bella lettera. . spero che i tanti lucani facciano tesoro di cio che hai scritto-
tanti ragazzi in cerca di un occupazione che si dannano la vita per andare avanti ,padri di famiglia che disperati
non hanno lavoro e non possono andare avanti,suicidii variii …………e questi pezzi di m….che fannoooooo
mi auguro che la giustizia dia le giuste peneee a chi in tutti questi anni non ha fatto altro che speculare……..
c’è un proverbio che dice……….! FAI IL RICCHIONE CON IL C… DEGLI ALTRI.”QUESTO è UN TERMINE CHE SI ADDICE PER QUESTI PEZZI DI M….LADRI……
Santochirico, se è vero quello che dici tu allora ha ragione Berlusconi: fa male sentirsi attaccati, vedere il proprio nome su tutti i giornali, diventare ladri di polli, senza possbilità di difesa, vero ?
Ma che senso ha interrogare queste persone??Hanno scoperto queste truffe continue ai danni della povera gente che paga le tasse e non ha i soldi per mangiare.Si dovrebbe fare un processo per direttissima e mandarli in carcere direttamente.Se effettivamente si hanno le prove di quello che è successo,questa gente non andra’ in carcere,ma, alle prossime elezioni si candideranno di nuovo e comincera’ sempre la stessa storia………………….Invece alcuni ragazzi,senza aver fatto niente,in 2 giorni hanno avuto il daspo…..
per rispetto della povera gente che disperata non riesce a campare
e non arriva neanche a meta’ mese questi ladri devono pagare….farabbuttiiiiii……
mettetevi la mano alla coscenza e restituite tutti i soldi che avete fregatooooo
LADRIIIIIIIIIII NON VOTERO’ MAI PIU’ A NESSUNOOOOO…..LADRIIIIIIIII……………………………………………….
Grazie Gio59 per l’apprezzamento di quanto ho scritto.
Ahimè non vedo grande futuro per la nostra terra. Non vedo la voglia di scendere in campo di parte di tante persone di valore di cui si compone l nostra Lucania.
Persone che potrebbero cambiare il corso delle cose non si sporcano le mani e la propria immagine con questi cosiddetti partiti ma più che altro li chiamerei “spartiti”.
Le idee e le ideologie su cui si fonderebbero sono stati sostituiti dall’accaparramento ossessivo compulsivo degli scontrini propri o di altri….. Ma vi rendete conto?
Svegliamoci ora o mai più.
Per la prima volta ho votato M5S. Ho fatto bene? Me lo chiedo tutti i giorni. Spero mi riescano a convincere con i fatti che in Basilicata sono ancora pochi. Andiamo avanti con l’ottimismo e la voglia di fare e speriamo nella giustizia vera che non si faccia influenzare da nessun feudatario
B
alla faccia di chi a mala pena arriva a fine mese……sti pidocchiosi andassero a fa n….
Gli importi, irrisori (come sono stati definiti da qualcuno…) o no, sono stati rubati….e anche se fossero 100 gli anni di vita politica trasparente ciò non giustifica che l’atto, la volontà, la consapevolezza ci sono stati. Facile rimborsare….dopo!!!!!! PER IL POCO SI PERDE IL MOLTO!!!!! Ma guarda….è un merito quello di essersi dimessi….dovevano essere cacciati a pedate in culo dai parenti di chi si suicida, da chi la propria famiglia è sul lastrico, dai titolari di aziende che sono costrette a chiudere!!!!!! Altro che disponibilità dimostrata anche dalle dimissioni da assessore e da consigliere. Cap d cazz…facile così…facile rimborsare…spontaneamente…. Ma guarda…sono provati stì poverini…non avevano bisogno di quei soldi…soldi che intanto avere preso indebitamente!!! Adesso sono provati….non quando si sono fatti i cazzi propri con soldi pubblici…in momenti drammatici PER I FESSI COME NOIALTRI !!!!!
Quanta delusione in simili atti ! E’ avvilente che una classe politica abbastanza ben protetta e foraggiata, si serva di simili mezzi per ‘arrotondare’ emolumenti che non sono poi da fame, ma piuttosto cospicui, in una regione in cui la disoccupazione e la miseria fa ancora la parte del leone ! Come si può non essere d’accordo con chi vede in ciò un sempre maggior distacco della politica dai reali bisogni della gente comune, che pure dovrebbe essere la prima e seria occupazione e preoccupazione della stessa classe politica !
Basta, cadono le braccia e non si ha più voglia di commentare oltre !
CHE FACCE DI CAVOLO… non hanno alibi !!! e non devono nemmeno presentarsi a difendersi. Da cosa? sono indifendibili… bruciateli vivi !!!
HANNO AUMENTATO L’IRPEF AI DIPENDENTI, HANNO MESSO TIKET SU RICETTE, GLI OSPEDALI PERIFERICI SONO DIVENTATI DEI CANILI, E TANTO ALTRO ANCORA … QUESTI B….. INGRASSAVANO COME I PORCI GIA CON QUELLO CHE PRENDEVANO DALLA REGIONE, DOVEVANO ANCHE SPECULARE ULTERIORMENTE SULLA POVERA GENTE. NON SI DEVE PARLARE DI CIFRE IRRISORIE, MI MERAVIGLIO DI QUESTI AVVOCATI, CHI E’ LADRO E’ LADRO E BASTA!!!!!! QUESTA GENTE NON SI GUARDA ALLO SPECCHIO? COSA DEVE DIRE AI FIGLI? CI SONO PROFESSIONISTI AFFERMATI, MEDICI, CHE VERGOGNA^ìììì
Movimento 5 Stelle .. che ne dite di organizzare una civile protesta a potenza con la quale si chiede di accelerare lo sgombro dal palazzo di questi ladri ????? Se attendete , si organizzeranno e riusciranno riprendersi le poltrone.. Organizzate e vedrete che tanta gente vi seguirà…..
Dobbiamo votare M5S, perché questi signori devono avere il fiato sul collo.
VERGOGNATEVI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! invece di pensare alla comunità pensano ai loro conti!!!!!!!!
Buccico avv. Essendo lei persona pulita e rappresentante della vera Italia,io personalmente la invito a declinare in modo molto professionale la difesa di questi ladri e truffatori del popolo lucano ,egregio avv. queste pseudo persone hanno truffato anche lei, che e un cittadino lucano ,tutti gli avv. ldei fori di Basilicata dovrebbero rifiutare la difesa di questi indifendibili,andate via dall’Italia scappate di notte, non vogliamo più questi personaggi in Lucania, a dimenticavo se vi serve qualche scontrino li ho conservati per voi.
È’ una vergogna. Il clientelismo di questa regione non ha pari. Purificatevi l’anima dimettendovi i e dando in donazione sia il rubato che gli stipendi non guadagnati. Vale per tutti ovviamente, destra e sinistra, veterani della politica e neo assessori. Siete delle iene affamate.
buccico difende chiunque, mettetelo in testa
VITI NON HA BISOGNO DI QUEI SOLDI, DOVEVA DIRLO PRIMA.
TUTTI IN GALERA.
BUCCICO NON DIFENDERE QUESTI IMBROGLIONI.
Viti dice di “Non aver bisogno di quei soldi o di trovare piccoli escamotage” : e allora era solo per il gusto di rubare alla regione? E’ per caso un “must” rubare quando si diventa assessori?