L’avvocato Michele Padova, in qualità di membro della Comunità del Parco ed ex Presidente dell’Associazione dei Proprietari, in una nota esprime alcune riflessioni sull’imminente rinnovo della carica di Presidente del Parco della Murgia Materana e sull’operato del Presidente uscente, Michele Lamacchia.
Di seguito la nota integrale.
Alla vigilia del rinnovo della carica di Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana, in qualità di membro della Comunità del Parco ed ex Presidente dell’Associazione dei Proprietari, ritengo doveroso fare alcune considerazioni rispetto al mandato del Presidente Dott. Michele Lamacchia, troppo spesso destinatario di critiche severe e divelate ed immeritate accuse di incompetenza.
Non voglio in questa sede entrare nel merito delle recenti polemiche relative alla richiesta di riperimetrazione dell’area protetta, nè tantomeno apparire come l’autore di unbanale e scontato “endorsement” in vista dell’ormai prossima nomina.
Vorrei semplicemente offrire il mio punto di vista, una testimonianza disinteressata di chi vive quotidianamente il Parco ed ha, probabilmente, una percezione diretta ed immediate delle politiche di gestione dell’Ente.
La difficile sfida che pone la gestione di un’area protetta così peculiare come il Parco della Murgia Materana, è quella di preservare il fragile equilibrio tra le esigenze di tutela ambientale e le attività antropiche ivi compresa la fruizione dell’area.
Una sfida resa ancor più difficile dalla scarsità di risorse e dai rigidi vincolo di bilancio che il Presidente Lamacchia, sin dal suo insediamento, ha deciso di affrontare assieme a tutta la Comunità del Parco coinvolgendo tutti, nessuno escluso, nei processi decisionali sulle problematiche più importanti, per ascoltare, raccogliere spunti, riflessioni e ricercare soluzioni il più possibile condivise.
Il dissenso, quindi, èuna componente fisiologica di tali processi e non c’è da meravigliarsi seall’esito del confronto le decisioni assunte dall’Ente non siano piaciute a tutti.
Chi ha il compito e la responsabilità di amministrare deve fare scelte coraggiose che possono spesso apparire impopolari, perchè la conservazione e la tutela dell’area protetta sono presupposti imprescindibili che devono orientare le decisioni dell’Ente e non possono essere oggetto di negoziazione….con buona pace dei dissenzienti.
Da questo punto di vista, il Presidente Lamacchia ha sempre dimostrato grande coerenza e senso di responsabilità,ha difeso le proprie scelte profondendo, spesso in silenzio, le proprie energie per il raggiungimento degli obiettivi prefissati senza trionfalismi.
Ed allora, al netto di considerazioni politiche ed opportunistiche, bisognerebbe fare un bilancio del mandato e chiedersi: cosa è stato fatto? cosa è rimasto? quali sono state le ricadute positive sul territorio?
Per rispondere a questa domanda bisogna fare un bilancio degli obiettivi raggiunti, dagli interventi concreti e dalle opere realizzate che, nonostante siano evidenti, oggettive, tangibili…molti non ricordano o probabilmente hanno dimenticato.
Mi limiterò ad elencarne solo alcuni, i più significativi:
Partirò da quello più risalente: l’epidemia di brucellosi che nel 2018 ha colpito la quasi totalità degli allevamenti bovini presenti nel Parco e che ha determinato l’abbattimento di numerosi capi di bestiame e l’azzeramento di intere realtà allevatoriali.
In quella circostanza il Dott. Lamacchia si è attivamente adoperato per ottenere il riconoscimento dello status di calamità sanitaria e l’applicazione della Misura 5.2 del PSR Basilicata per ristorare gli allevatori danneggiati e consentire il ripristino del patrimonio zootecnico.
Oggi le vacche podoliche, razza a rischio erosione genetica e fiore all’occhiello della zootecnia lucana, sono tornate a popolare il Parco.
Rimango in tema per parlare del recuperodell’antica cisterna del Comune…che vi invito a visitare.
L’opera settecentesca, da sempre utilizzata per l’abbeveramento di mandrie, è stata oggetto, nel 2021, di importanti interventi di restauro e riqualificazione da parte dell’Ente che su impulso del Presidente l’ha “attualizzata” rendendo la funzionale anche all’approvvigionamento di acqua per lo spegnimento di incendi boschivi.
In tema di controllo demografico della popolazione dei cinghiali nel Parco, – rispetto al quale il Dott. Lamacchia è sempre stato molto sensibile-, pochi sanno che nel 2020 l’Ente, al fine di limitare l’impatto ambientale del prelievo dei selvatici con la tecnica del selecontrollo, ha intercettato fondi regionali e realizzato ben 11 chiusini per il prelievo non cruento degli animali.
Ed ancora, lungo la direttrice Matera – Montescaglioso, all’interno del Centro Visite di Parco dei Monaci è stata recentemente realizzata una sala multimediale dove i visitatori, compresi ipovedenti e non udenti, possono visitare virtualmente del Parco, conoscere la flora e la fauna dell’area i siti di interesse storico ed archeologico e ricevere materiale informativo.
La Grancia Parco dei Monaci, inoltre, è divenuta dal 2018 “Centro Studi e Conservazione della Biodiversità”, per la tutela dell’habitat rupestre, l’analisi, la conservazione edil ripristino delle valenze naturali della ZSC “Gravine di Matera”.
Nel 2022 anche il vicino casello ferroviario è stato integralmente ristrutturato, oggi è laforesteria del centro di studi e del centro visite e puòospitare studenti impegnati nelle attività di studio ed escursionisti.
Anche il vecchio tracciato ferroviario è stato recuperato ed inserito in un più ampio percorso escursionistico e cicloturistico che, a breve, grazie ad ulteriori interventi già programmati, sarà percorribile anche da persone diversamente abili in sedia a rotelle.
Nell’ottica dell’implementazione e della riqualificazione della sentieristica e della viabilità rurale, negli ultimi due anni l’Ente ha anche preventivamente mappato e georferenziato tutti i tratturi ed i sentieri dell’area protetta.
Sempre in tema di viabilità, nel 2022 l’Ente ha progettato e realizzato, grazie al finanziamento del Ministero delle Infrastrutture, una ciclovia di 189 km. cheparte da Irsina, attraversa il Parco per arrivare a Nova Siri.
Ed ancora, il recente recupero del “Giardino del Silenzio”, uno spazio di aggregazione sociale inserito nella cornice del Sasso Barisano e destinato all’accoglienza dei turisti ad iniziative culturali ed alla lettura.
Poi i contenuti multimediali, il progetto “Il mio Parco” con 3 cicli di video lezioni per far conoscere il Parco e formare gli “Ambasciatori” i “Tutori” e i “Paladini” del Parco, il documentario sulla biodiversità “Un luogo senza tempo”.
Da ultimo, sempre in tema di modernizzazione delle modalità di fruizione del Parco, nel 2022 l’Ente sviluppa l’applicazione Snap Park (scaricabile da piattaforma Playstore) che consente agli utilizzatori di segnalare e georeferenziare attraverso le foto scattate i punti di interesse, la flora, la fauna ed anche la presenza di rifiuti e discariche abusive, trasformando i visitatori in sentinelle del territorio e facilitando le operazioni di bonifica.
In conclusione, mi sembra difficile negare o disconoscere un dato oggettivo: il Parco che il Presidente Lamacchia ci restituisce dopo il suo mandato è più dinamico, più sostenibile, più smart e più inclusivo….. in altre parole migliore.
Per questo motivo il mio saluto non ha il sapore di un addio ma di un auspicio… arrivederci presidente!