Il 13 aprile 2014 era previsto il Congresso regionale del Partito Democratico per eleggere il nuovo segretario del partito guidato da Matteo Renzi. In proposito si registra una nota di uno dei tre candidati che si sarebbero sfidati nelle primarie aperte previste nella Domenica delle Palme in tutti i seggi lucani. Di seguito la nota integrale del candidato Luca Braia.
Continuiamo insieme, più forti ed uniti di prima, il nostro commino
per costruire, anche in Basilicata, il Partito Democratico nuovo.
Care Democratiche, cari Democratici,
Il PD lucano domenica 13 aprile scorso aveva dato appuntamento alla sua gente per scegliere i suoi nuovi gruppi dirigenti ed aggiornare il progetto politico sulla scia del valore delle primarie che hanno portato alla elezione di Matteo Renzi a segretario nazionale del Partito democratico.
E’ di tutta evidenza che la Basilicata è rimasta l’ultima regione d’Italia a non prendere atto della novità, prorogando per troppo tempo la situazione di sede vacante mentre viviamo una fase politica non facile e ci avviamo ad eleggere il Parlamento europeo indicando sulla scheda,
per la prima volta, il Presidente dell’Unione Europea, che auspichiamo sia Martin Shulz.
La nostra regione deve sempre più vivere la dimensione europea come cornice entro cui collocare le politiche di sviluppo e porsi all’altezza del nuovo federalismo regionale quale emergerà dalla riforma del Titolo V della Costituzione, ormai all’attenzione del Parlamento nazionale.
In tale contesto, credo sia chiaro che non è un congresso di routine quello che è stato incautamente rinviato e che se vissuto come confronto libero, aperto e senza tatticismi avrebbe portato a mobilitare e motivare i nostri iscritti e simpatizzanti al voto oltre che legittimato la nuova guida del Partito Democratico regionale.
Un congresso, quindi , destinato a delineare il destino della regione nei prossimi anni. Una Regione che come abbiamo, più volte, sostenuto vincendo le primarie ed eleggendo il nuovo Presidente, deve cambiare passo e guardare con coraggio al futuro, cosi come ci chiedono i cittadini e gli iscritti, senza timore alcuno ed a tutela prima di tutto del PD.
Il PD per primo avverte di non avere più tempo, sicché o si cambia o sarà la nostra gente a cambiare. E, in questa prospettiva c’è più di una questione sulla quale riflettere e decidere insieme, con la dovuta urgenza. Per questo il rinvio non serve ai concittadini lucani.
Il dibattito congressuale se non vuol essere una discussione astratta e collocata fuori della realtà, ma che sia in grado di affrontare scelte che vengono realmente dalla drammatica situazione della società e della economia, non potrebbe che sostenere le ragioni di un cambiamento reale mentre è sotto i nostri occhi la domanda di definizione di un modello
nuovo di società, dentro una Europa di cui vogliamo tornare ad essere protagonisti dopo essere stati i padri fondatori.
Il voto francese conferma, dal suo canto, che è impossibile senza riforme radicali e cambiamenti concreti, orientare immaginazione e cuore dei cittadini verso una nuova società di liberi ed uguali. Perciò non vogliamo e non dobbiamo essere la regione della conservazione.
Abbiamo mostrato, quando siamo stati chiamati a farlo, di saper produrre ilcambiamento.
Vogliamo essere parte di un PD nazionale che combatte, con i fatti, sia i populismi sia l’antipolitica; che sa contrastarli con iniziative concrete di politica e di economia, scegliendo attraverso il DEF 2014 di togliere a chi ha già avuto per dare a chi soffre, ponendo un tetto agli stipendi dei super-managers pubblici, avviando investimenti per la realizzazione di
improcrastinabili infrastrutture (per quasi 5 miliardi di euro), investendo 10 miliardi all’anno sia per migliorare la qualità della vita a 10 milioni di famiglie italiane sia per dare un forte impulso alla domanda interna ed ai consumi.
Si è scelta la strada di rifuggire da semplificazioni demagogiche e da scelte
propagandistiche ma affrontando i problemi con “l’obiettivo di consolidare l’uscita dalla crisi finanziaria attraverso un serrato e preciso cronoprogramma che impegna il governo in scadenze ravvicinate, con interventi normativi ed attuativi rapidi e certi”.
Siamo di fronte ad un Governo che sa bene cosa serve a imprese che subiscono gli effetti della macchina burocratica. Ed anche per questo il PD vede crescere i suoi consensi, perché dimostra saper dirigere il cambiamento, guidare coraggiosamente la transizione, sostenere realmente e senza comprimere la libertà di esprimere le proprie rappresentanze politicheistituzionali.
Modificare storici conservatorismi ed aprirsi alla società reale, recuperando la centralità delle persone e partendo dalla partecipazione e dalle competenze. Un PD perciò, in grado di farsi percepire come soggetto utile, efficace e contendibile e come “spazio libero” in cui “generi e generazioni” si sentano a loro agio nel confrontarsi ed andare oltre le vecchie
barriere ed i nuovi conflitti.
Un PD che rottama le “filiere delle appartenenze” per far spazio alle “filiere delle idee”, sempre e solo per costruire e mai più per distruggere.
Erano questi i temi al centro della nostra riflessione congressuale, portati già in giro nella porzione di campagna congressuale svolta, e che certo, nonostante i rallentamenti introdotti da un rinvio determinato anche da posizioni un pò strumentali del “Pd Regione“ che hanno condizionato il PD nazionale, non perdono ne urgenza ne intensità. Lavoreremo per un PD che
non continui nella logica del “controllare” piuttosto che del “governare”. Che rompa con i riti del passato che si metta alle spalle tattiche e strategie inadeguate, che non stia a guardare ma sappia ricollocarsi tra la gente e riprenda il ruolo di guida in questa stimolante ed entusiasmante “nuova fase politica”. Sono queste le ragioni per le quali il congresso conserva, a nostro modo di vedere, un ruolo centrale nell’innescare quel cambiamento sollecitato dal voto delle regionali del novembre 2013: un voto che ha registrato la diserzione di circa il 60% degli elettori lucani, che ha
penalizzato il PD di quasi 80 mila voti negli ultimi 3 anni e che ha visto crescere un movimentismo che rischia di rappresentare la sola ma ritengo inadeguata risposta alla domanda di rinnovamento.
E’ ben evidente che l’ aggiornamento della data del congresso non cambia la natura delle questioni, sebbene ne ritardi evidentemente e responsabilmente l’avvio e le soluzioni, che sono di fronte a noi e non rende tra l’altro meno urgente l’esigenza di assicurare al governo regionale ed al suo Presidente quel sostegno cooperativo forte, auspicabilmente unitario, di un
PD rinnovato, che riparta dalle sezioni e dai territori, capace di interpretare le istanze di un cambiamento di verso delle politiche regionali.
Un partito così strutturato e motivato rappresenterebbe un fattore di iniziativa e di forza verso il governo nazionale al fianco dei parlamentari lucani impegnati nella complessa battaglia in difesa delle nostre ragioni di vita e di speranza.
Per tutte queste motivazioni, come già ho avuto modo di mostrare nel corso della mia breve esperienza politica, non resterò certo a guardare. Manterrò aperti i canali della comunicazione della nostra gente, perché venga realmente coinvolta nelle fasi che condurranno all’imminente appuntamento congressuale. Lavorerò con tutti coloro che vorranno riconoscersi nel progetto di cambiamento in una prospettiva unitaria e per completare la “rivoluzione democratica” in una regione, come la nostra, che ha bisogno di
cambiare verso alla sua economia e di rispondere ai problemi della occupazione ed alle condizioni sociali di famiglie che sono per il 33% sotto la soglia della povertà. Non possiamo dimenticare che la Basilicata è diventata la regione italiana più povera, dopo la Calabria.
Dobbiamo perciò, come ha fatto Renzi, porre a valore la risorsa politica costituita da un Partito Democratico nuovo, chiamando all’impegno dirigenti giovani, donne e uomini capaci e motivati, animati da autentica passione per la buona politica, che amano la propria terra e che sognano una Basilicata in cui poter vivere, operare e sviluppare libertà e intelligenza come lucani e come cittadini del mondo.
Luca Braia, Candidato Segreteria Regionale PD
Il PD per primo avverte di non avere più tempo, sicché o si cambia o sarà la nostra gente a cambiare.
Parole sagge , solo che credo sia già avvenuto ma non già in termini di mero schieramento, putroppo, bensì in termini di emigrazione verso realtà- spesso estere- dove i giovani si possono cimentare senza cappello in mano ed affemarsi. il treno è perso? mi auguro che ce ne sia un secondo.