Proseguiranno mercoledì mattina i lavori della Conferenza delle Autonomie Locali di Basilicata chiamata a formulare una proposta di riassetto delle Province. I lavori partiti questa mattina hanno già portato a raggiungere una posizione unanime su una prima proposta da avanzare, ossia quella del mantenimento dell’articolazione di governo del territorio negli attuali ambiti provinciali di Potenza e Matera, mentre resta ancora da mettere a punto (e su questo punto si svilupperà un lavoro istruttorio in vista del nuovo incontro di mercoledì) la “subordinata”, vale a dire quale proposta avanzare qualora il Governo non ritenga percorribile questa strada.
Da parte di tutti, comunque, c’è la ferma determinazione a chiedere che il territorio dell’intera Basilicata non possa coincidere con quello di un’unica provincia lucana. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Vito De Filippo che, aprendo i lavori, ha annunciato la comune posizione da parte delle tre regioni che si troverebbero in queste condizioni, ossia oltre la Basilicata il Molise e l’Umbria. Una posizione, come detto, condivisa da tutti e arricchita da sempre maggiori motivazioni. Il Presidente dell’Upi e della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, ad esempio, ha aggiunto la necessità di far emergere come la Basilicata sia disposta a fare uno sforzo ulteriore per garantire anche con due Province una riduzione dei costi di amministrazione non inferiore a quella che si avrebbe con una Provincia unica; il sindaco di Melfi, Valvano, ha spiegato come non sia proponibile una parametro unico nazionale di estensione e popolazione per giustificare l’esistenza in vita delle Province, essendo differenti i parametri socioeconomici dei territori, a partire dalla dotazione infrastrutturale; il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ha sottolineato come la coincidenza di Regione e Provincia, con questo secondo ente non più eletto dal popolo, porterebbe quasi a un’inutile duplicazione, risultando la Provincia sovrapposta e meno legittimata rispetto alla Regione; il presidente della Provincia di Matera, franco Stella, ha insistito sui profili di incostituzionalità del decreto governativo di riduzione delle province, e ha chiesto che si tengano presenti nelle scelte le peculiari situazioni orografiche e demografiche; I rappresentanti di Anci e piccoli comuni, Michele Laurino e Antonio Filardi, hanno spiegato come un’unica Provincia farebbe aumentare ancora la distanza tra cittadini e istituzioni; e il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, ha sottolineato come la Basilicata potrebbe provare a mantenere le due province, nel rispetto del dettato delle nuove norme, con spostamenti amministrativi, ma che sarebbe assurdo che lo Stato chiedesse di ricorrere a quello che ha definito un “giocare coi territori”.
La volontà di portare a una riconsiderazione delle scelte c’è tutta ed è unanime, ma la Conferenza si è detta consapevole di doversi preparare anche a scenari diversi. Per questo, con la collaborazione degli uffici (all’incontro hanno preso parte anche il direttore generale della Presidenza della Giunta Regionale, Angelo Nardozza, e il dirigente dell’Ufficio Autonomie Locali, Pasquale Monea) si lavora ad una soluzione che comunque deve riuscire “a tenere insieme i territori garantendo un’unità regionale – ha detto De Filippo – non solo badando agli attuali capoluoghi ma anche agli altri centri della regione, e questo lavorando anche ad un maggior decentramento di funzioni che sarà possibile garantire con un’evoluzione delle Aree Programma in forme sempre più compiute di unioni comunali, con compiti chiari e importanti”. E per chiudere definitivamente la proposta da trasferire al Consiglio Regionale si è deciso l’aggiornamento a mercoledì mattina.
“La riorganizzazione delle Province in Basilicata viene vissuta con modalità non trasparenti e troppi colpevoli silenzi. Allo scopo di fare chiarezza e dire una parola di verità sulla questione, ho predisposto la richiesta di un Consiglio Comunale aperto, che veda la partecipazione di politici ma soprattutto dei Cittadini che prima di altri devono capire e valutare la situazione.” Così il consigliere comunale Salvatore Lacerra (Mal/Mpa) il quale aggiunge :”non sono per soluzioni pasticciate e su questa linea ho trovato larga intesa nei tanti Consiglieri Comunali con cui ho interloquito. La posizione è quella di difendere le due Province, quella di Potenza e quella di Matera che hanno una giustificazione per la particolarità del nostro territorio. Ma ove questo non sia possibile la istituenda Provincia Unica Lucana non può che avere sede nella sua naturale allocazione, ovvero Potenza. Non è una questione di stupido campanilismo, ma con chiarezza occorre dire che non può certo essere una Città ed una Comunità, quella Potentina, già fortemente provata a “compensare” o “riequilibrare” scelte esterne e di cui non ha responsabilità. Ipotizzare, come sostiene qualche arguto politico che pensa di decidere escludendo la Città di Potenza e proponendo pappine avvelenate incontrandosi di nascosto con Ministri e Gran Commis, di dividere la sede (allocandola a Matera) con alcuni degli Uffici (che in piccola parte resterebbero a Potenza) oltre a non risolvere alcunché di fatto indebolisce il ruolo della intera comunità Regionale creando nuove diseconomie. Occorre – conclude- puntare ad un rafforzamento del territorio, non continuare in una sterile duplicazione o dispendiosa sovrapposizione. La politica deve avere il coraggio di pensare a serie politiche di sviluppo della Regione e non limitarsi a proposte populiste o equilibrismi in difesa di interessi o ragioni di gruppi o di partiti o di carriere personali.”
E a cosa dovrebbe servire essere provincia solo sulla carta rimanendo al servizio di Potenza?
Personalmente abolirei anche le Regioni, enti che campano e sperperano solo sulle spalle dei cittadini.
Speriamo solo che presto la magistratura faccia qualche indagine qui da noi…..
lacerra è un politico potentino ed è inevitabile che pensa di vivere nella città più importante della regione e come un pensiero di un materano della propria città, ognuno vede le cose dalla propria angolazione….i soliti potentini che vogliono tutto a discapito degli altri…poveretti loro quando la basilicata verrà abolita….che senso avrà potenza?…che senso ha oggi???….abolissero questa regione inutile…
La politica distante dai cittadini…e dibattiti e riunioni ,poveri eletti destinati a passare il proprio tempo in un’aula come fossero pesci in un acquario: impegnati a muoversi senza un vero scopo che non sia la loro poltrona e a dare vita a finte passioni e a finte battaglie… Matera,una provincia congelata e un vuoto . La mancanza di adeguati persupposti ideali e istituzionali …la politica non riesce a essere e animare più nulla… Che spettacolo! La Regione ,lavori al riordino e presto.
La provincia Unica Lucana è di fatto già operativa in Potenza…. basti guardare il cartellone degli eventi di ottobre legati alla candidatura di Matera a capitale della cultura 2019. Fondazioni, associazioni e altro tutti di Potenza oquasi… già in estate le varie sagre organizzate all’Enoteca Provinciale, con riferimento all’area regionale di appartenenza delle associazioni partecipanti, aveva offerto significativi spunti di riflessione sulla questione. E’ vero non è “una questione di stupido campanilismo”…. è una questione di politica …. potentina
ma c’è in basilicata qualche PM che è in grado di ravanare nei bilanci della regione per far emergere quello che combinano i nostri politici locali ???.. o dobbiamo pensare che solo in basilicata i politici non sono ladri ?
Perchè non controllate pure la provincia di matera cosi vediamo cosa fa dei soldi…e poi la chiudiamo per sempre cosi matera va in puglia
SALVARE LE PROVINCE DELLA BASILICATA E’ POSSIBILE!
Scusate se intervengo lontano dalla mia provincia, però dopo aver letto UN PEZZO SUL RIORDINO DELLE PROVINCE LUCANE, vorrei poter dire qualcosa sui provvedimenti del governo che di fatto puntano a cancellare tante province. Intanto penso che bisognerebbe mandare a casa il Presidente dell’UPI che non difende adeguatamente le province, oppure uscire dall’UPI che non rappresenta gran parte delle province italiane.
Poi, Per far saltare il banco a chi non rispetta l’art. 133 della Costituzione, la Carta Europea delle autonomie locali che prevede la consultazione tramite referendum per le popolazioni interessate a variazioni territoriali (Strasburgo 1985 – ratificata dall’Italia nel 1989) e le prerogative di regioni, province e comuni come previsto dalla costituzione, basterebbe un atteggiamento chiaro e deciso della Regione. La Regione, indipendentemente di come la si pensi sul tema province, dovrebbe chiedere il rispetto della Costituzione e dei propri poteri previsti dalla Costituzione. Altro che CAL e fantasie varie. I CAL non servono a cambiare le circoscrizioni provinciali. Su questo tema a decidere sono i comuni e la regione Basilicata, come dice appunto l’art. 133 della Costituzione? E se il governo non ci sente, ricorra alla Corte Costituzionale e a quella Europea, per difendere i diritti delle istituzioni lucane e e della propria gente.
Brusco Guglielmo – Vice Presidente della Provincia di Rovigo
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