Il patrimonio delle infrastrutture idriche su territorio lucano è ineguagliabile nel Mezzogiorno e la messa in sicurezza ai fini dell’aumento della risorsa acqua invasabile non poteva attendere i tempi di una presunta rinnovata governance. Per questo lealmente ringraziamo EIPLI ed Autorità di distretto dell’Appennino Meridionale per aver messo in campo, di concerto col Ministero alle Infrastrutture e Regione Basilicata, interventi dal 2019 a oggi per oltre 70 mln di euro.
Tra fondi FSC, Piano Operativo Infrastrutture e PNNR si interviene sul delicato tema del consolidamento ai fini sismici di quasi tutti gli invasi, propedeutico alla piena operatività degli stessi, nonché al completamento della Schema Basento Bradano mediante il ripristino della galleria tra le dighe di Acerenza e Genzano e dell’Adduzione alle stesse dighe, per consentire il ripristino totale ed effettivo delle condizioni di invasamento.
Prima dunque di addentrarsi nel doveroso dibattito sulla governance del settore, che imporrebbe una Basilicata protagonista ospitando sul proprio territorio oltre al 50% delle grandi infrastrutture e della grande adduzione, è bene ricordare che in questi quattro anni si è lavorato (eppur si muove!) almeno per mettere mano responsabilmente ad un patrimonio che va manutenuto, recuperato, efficientato e tutelato, pena lo scivolamento inesorabile nella pur incombente emergenza idrica.
Detto questo, per nulla scontato, atteso che a valle degli interventi previsti potranno ripristinarsi quasi 300 milioni di metri cubi di risorsa acqua, puntiamo alla luna.
La fase in corso è complessa in quanto si sta componendo il quadro organizzativo di un intero sistema: la nascita della partecipata “Acque del Sud spa”, la quale raccoglierà l’eredità dell’EIPLI, impone a tutti noi una riflessione e un’azione comune, anche tra forze partitiche culturalmente diverse e politicamente distanti, nell’interesse esclusivo dei lucani e dei cittadini del Mezzogiorno.
Non intendiamo cadere nella solita disfida della dicotomia pubblico-privato, che già aleggia nel dibattito pubblico, con toni da guerra ideologica. Il fatto che la nuova società sarà aperta ad una quota di capitali privati, oltre che previsto da norme comunitarie, costituisce elemento di dinamismo che inciderà sicuramente, in maniera positiva, sui risultati attesi. Tuttavia, vogliamo evidenziare il ruolo delle istituzioni locali in Acque del Sud che non appare ancora ben definito e che, invece, deve essere assolutamente rilevante e corrispondente ai sacrifici richiesti al nostro territorio sotto vari profili.
Qualcuno sulla stampa ha posto giustamente in risalto una serie di criticità e problematiche che facciamo nostre, a maggior ragione perché già in passato ci siamo espressi in tal senso e, con la coerenza che ci contraddistingue, intendiamo mantenere il punto. La Basilicata deve essere protagonista del processo in atto e ottenere una funzione strategica negli assetti societari di Acque del sud. Ai lucani toccano gli sforzi maggiori e anche le esternalità negative che richiedono doverose compensazioni, in primo luoghi ambientali, sulle quali non si può retrocedere di un passo. Sono posizioni non contendibili rispetto alle quali faremo sentire la nostra voce perché i nostri luoghi non sono in svendita, anche se non rinunciamo mai a raccogliere la sfida dello sviluppo e della crescita.
Dobbiamo avere la possibilità di dire la nostra sulle tariffe applicate da Acque del Sud per scongiurare che eventuali ritocchi alle stesse si scarichino sulle imprese e sulle famiglie lucane, in una congiuntura ancora difficile per tutta la popolazione, per fattori tanto interni all’economia nazionale che per vicissitudini internazionali.
Rivendichiamo, pertanto, un ruolo di primo piano nella gestione della risorsa idrica anche nella nuova società, per portare avanti le nostre proposte in termini risorse da gestire, opere da realizzare, iniziative da intraprendere, a favore del Sud in generale e della Basilicata in particolare.
I numeri della nostra regione nel settore idrico sono imponenti, dunque di pari portata deve essere la sua presenza ai vertici di Acque del Sud affinché vi sia la certezza che le nostre comunità continuino ad essere garantite rispetto ad un bene primario che è elemento decisivo della nostra economia e della nostra vita, anche per ricadute occupazionali.
Nessuno scippo dell’acqua potrà mai concretizzarsi se verrà condivisa la visione lungimirante di mettere le esigenze del territorio davanti a quelle personali o di bottega. Siamo pronti a coinvolgere il Ministro alle Infrastrutturecon il quale abbiamo già avviato un confronto leale e aperto sui temi del settore idrico.