La terza Commissione (Attività produttive, Ambiente, territorio) del Consiglio regionale della Basilicata, presieduta da Piergiorgio Quarto (Fratelli d’Italia) ha approvato alla unanimità la proposta
di legge “Interventi per la valorizzazione e riutilizzo di beni ed aziende sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, d’iniziativa dei componenti dell’Ufficio di Presidenza: Cicala, Baldassarre, Polese, Vizziello, Leggieri e sottoscritta da tutti i consiglieri.
La proposta è il frutto di una fattiva collaborazione tra l’ufficio legislativo della Conferenza delle Assemblee Legislative e delle Province Autonome, il tavolo tecnico- politico del Coordinamento delle Commissioni e degli Osservatori regionali per il contrasto della criminalità e la promozione della legalità di concerto con l’ANBSC (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione
dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) e Anci nazionale. La pdl mira a contribuire a tre precisi obiettivi, che si collocano alla base della Strategia nazionale adottata dall’ANBSC. Il primo è di potenziare e qualificare la capacità di gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata da parte dei soggetti preposti, intervenendo sia sulla qualità e disponibilitàdelle informazioni a disposizione del pubblico, sia per il rafforzamento di competenze tecniche, motivazione e consapevolezza degli operatori della filiera. Il secondo obiettivo è utilizzare i beni immobili confiscati per potenziare e qualificare i servizi pubblici per i cittadini e le comunità locali
e per creare nuova occupazione. Infine, il terzo obiettivo è accompagnare con rapidità la transizione alla legalità delle aziende confiscate, salvaguardando in tal modo l’occupazione dei lavoratori, attraverso l’utilizzazione di un sistema integrato di servizi ed incentivi.
La Regione per raggiungere gli obiettivi fissati promuove e sostiene il riutilizzo sociale, nonché la valorizzazione di beni ed aziende confiscati attraverso un sistema di interventi fondato sui principi di legalità e trasparenza attraverso l’effettivo riutilizzo sociale ed alla prevenzione di fenomeni di abbandono e conseguente degrado del patrimonio confiscato alla criminalità organizzata presente
sul territorio regionale attraverso la definizione di progetti sostenibili; al monitoraggio delle esperienze in essere ed alla definizione di modelli di riutilizzo sociale sostenibili e replicabili; la centralità della tematica all’interno dell’intera programmazione regionale, assumendo la trasversalità della materia intesa di specifico interesse particolarmente per le politiche sociali e
sociosanitarie, di sviluppo e turistiche, agricole e agroalimentari, culturali ed educative; alla strutturazione di progetti di inclusione sociale, lavorativa e abitativa delle persone appartenenti alle fasce deboli ed a rischio di esclusione e marginalizzazione, delle persone e delle comunità migranti, delle persone e delle comunità rom, sinti e camminanti; alla strutturazione di azioni di sviluppo
produttivo, occupazionale, culturale e sociale del territorio regionale; alla definizione di percorsi di innovazione sociale e di reti e distretti di economia sociale e solidale, nei diversi settori di intervento e innanzitutto quelli individuati come strategici della fornitura di beni e servizi, del turismo responsabile ed esperienziale, della produzione agricola ed agroalimentare, con particolare riguardo agli interventi di agricoltura sociale di cui alla legge 18 agosto 2015, n. 141 (Disposizioni in materia di agricoltura sociale); alla promozione della cittadinanza attiva, della partecipazione democratica dei cittadini e della cultura della legalità, della giustizia e della solidarietà sociale,
anche attraverso il coinvolgimento e la strutturazione di reti collaborative tra i diversi soggetti istituzionali, sociali, economici e culturali interessati.
La Regione per definire i principi di indirizzo e coordinamento e, per individuare i criteri e settori della progettualità atti a promuovere e sostenere il riutilizzo sociale dei beni, adotta con cadenza triennale, un piano strategico. Il piano, articolato in programmi annuali, è approvato entro il 31 marzo del primo anno di ciascun triennio con delibera di Giunta, sentite le competenti commissioni
consiliari. La Regione, inoltre, deve istituire il Fondo per i beni e le aziende confiscati, articolati in Missioni e Programmi e il predetto fondo deve essere ripartito in quattro macroaree funzionali denominate Azione: Azione per le ristrutturazioni; Azione per le Start-Up; Azione per la valorizzazione delle attività di riutilizzo sociale dei beni confiscati; Azione per il rilancio economico delle aziende sequestrate o confiscate.
Prevista l’istituzione dell’Osservatorio per la valorizzazione di beni ed aziende confiscati e sequestrati che ha funzione di promozione, consultazione e supporto delle attività di programmazione, monitoraggio e controllo nelle azioni di valorizzazione delle aziende e dei beni
confiscati. E’ composto dal Presidente del Consiglio regionale o suo delegato; dal Presidente della IV° Commissione consiliare permanente- Politica Sociale- o suo delegato; dal Commissario regionale antiracket e antiusura; da un rappresentante dell’ ANCI; da un rappresentante per ogni altro osservatorio locale sui beni confiscati eventualmente attivato sul territorio regionale; da un
rappresentante nominato da ciascuna delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria dei lavoratori dipendenti e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative e che comunque abbia acquisito specifica e documentata esperienza in materia di aziende e beni confiscati.
Hanno partecipato ai lavori della commissione, oltre al presidente Quarto, i consiglieri Carlucci (M5s), Acito e Bellettieri (FI), Sileo e Aliandro (Lega), Trerotola (Prospettive lucane), Cifarelli (Pd) e Polese (IV).
Set 08