Con la piena ripresa delle attività di ricerca in campo e nei laboratori, seguita al lungo periodo di interruzione causa Covd- 19, è stata data attuazione all’accordo tra l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante e l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Acquedotto Lucano, l’Ente di Governo per i rifiuti e le risorse idriche della Basilicata, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura e la Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata. L’annuncio stamane a Metaponto di Bernalda nel corso di un incontro su “Riutilizzo delle acque reflue urbane per combattere la siccità e produrre bio-energia”, organizzato presso la sede Centro Ricerche Eni-Cnr. L’accordo, attraverso un protocollo d’intesa, coinvolge l’assessorato all’Ambiente della Regione Basilicata che, con il supporto della Direzione generale dell’Ambiente del Territorio e dell’Energia, ha voluto rimarcare l’alto interesse dell’istituzione pubblica su temi di grande attualità alla luce delle ricorrenti crisi idriche e della necessità di incrementare la produzione nazionale di bio-energia. L’intesa prende le mosse dal Joint Research Agreement che il CNR ha stipulato con Eni per la costituzione sul territorio italiano di quattro centri di ricerca di eccellenza inerenti ad altrettante aree macrotematiche, ossia artico, fusione, acqua ed agricoltura. A Metaponto è stato costituito il Centro di Ricerca Acqua, intitolato ad Ipazia d’Alessandria, dedicato alla promozione di soluzioni e tecnologie innovative per l’efficienza e l’ottimizzazione della gestione delle acque in agricoltura. I partner firmatari dell’accordo opereranno all’interno del Centro di Ricerca Ipazia d’Alessandria per valutare schemi di trattamento alternativi dei reflui municipali che consentano la riduzione della produzione dei fanghi ed il recupero della risorsa idrica a fini irrigui, condividendo l’opportunità di favorire il trasferimento in piena scala dei risultati della sperimentazione. Per le attività operative sono stati individuati il sito di Ferrandina, dove da oltre 15 anni gruppi di ricerca dell’Università della Basilicata conducono sperimentazioni nell’ambito del riutilizzo delle acque reflue urbane, ed il sito di Metaponto presso il campus di Alsia, dove verranno svolte sperimentazioni sul reimpiego di reflui del comparto agro-industriale. “Le attività promosse con l’accordo – ha spiegato Latronico – si inquadrano nelle strategie di sostenibilità e circolarità del ciclo di trattamento delle acque reflue che, allo stesso tempo, rappresentano un rilevante costo economico ed ambientale ma anche una potenziale opportunità di sviluppo. Le acque reflue, infatti, oltre al loro rilevante contenuto in sostanze fertilizzanti indispensabili alle colture, sono costituite per oltre il 99% da “acqua dolce” e quindi sono particolarmente preziose. Non sfugge come non sia più sostenibile soddisfare i crescenti fabbisogni idrici di una agricoltura sempre più esposta ai cambiamenti climatici con nuovi invasi o prelievi dalle falde. Recuperare e valorizzare gli ingenti quantitativi di acqua che vengono scaricati dai depuratori non solo può contribuire a mitigare le ricorrenti crisi idriche che affliggono il mondo agricolo, ma possono dare concreto sviluppo a nuove filiere nel settore delle bio-agri energie. Quello della riduzione dei fanghi della depurazione, che attualmente riveste una certa rilevanza – ha aggiunto l’assessore regionale all’Ambiente – è un altro tema di rilievo dell’accordo. Infatti, la gestione dei fanghi della depurazione rappresenta oggigiorno una delle maggiori criticità dell’intero ciclo idrico integrato. Presso il sito sperimentale di Ferrandina verrà testato un sistema di trattamento innovativo (noto con l’acronimo SBBGR) in grado di ridurre fino al 80% la produzione di fango. Tale sistema verrà integrato con sistemi di affinamento di ultima generazione al fine di produrre effluenti di elevata qualità per la valorizzazione agricola. Le attività programmate, oltre a consolidare i rapporti con i partner scientifici ed industriali coinvolti, potranno costituire una preziosa opportunità di formazione sul campo per studenti e giovani ricercatori – ha concluso Latronico – chiamati a svolgere un ruolo attivo negli ambiziosi programmi di sviluppo che si prospettano per l’immediato futuro della nazione”.
Mag 19