Qualche giorno fa l’ Amministratore Delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, al meeting di Cernobbio affermava che l’ Italia è il paese del “ gattopardismo “ dove si cambia tutto per non cambiare nulla.
Per una volta, e sottolineo per una volta, sono d’ accordo con Sergio Marchionne. A tal proposito si veda la vicenda delle Province che tra meno di un mese saranno chiamate, si fa per dire, al voto. Renzi e il PD hanno propagandato di aver abolito le Province, invece la verità è un’ altra ovvero, che le stesse non solo non sono state abolite, ma sono state lasciate nel più generale caos. E cosa ancora più ignobile è che le stesse Province, per l’ appunto lasciate in completa quiescenza, in un stato comatoso, non saranno più elette dai cittadini ma da una cerchia ristretta di “ eletti “, sindaci e consiglieri comunali, senza un programma elettorale e di governo, ma rispondendo solo ed esclusivamente a logiche fameliche di accaparramento di risorse pubbliche e di appartenenza partitica o di quello che rimane di questi.
Naturalmente al danno si aggiunge la truffa, oltre che la beffa, infatti il Partito Democratico, così come ha fatto con la riforma ademocratica del Senato, anch’ esso non abolito ma semplicemente sottratto al suffragio popolare, ha concepito un sistema elettorale, dove, ripeto, votano solo sindaci e consiglieri comunali, a tutto appannaggio del PD e dell’ asse Forza Italia-Lega Nord, poiché questi campioni, solo nominalmente democratici, hanno partorito un aborto di legge elettorale che di fatto esclude dalla competizione e quindi dalla rappresentanza nelle province tutte le altre forze politiche, tranne appunto loro e FI-Lega. Infatti per presentare una lista, per esempio in Provincia di Matera, sono richieste il 5% di sottoscrizioni di aventi diritti al voto ( sindaci e consiglieri comunali in carica ) che significa almeno 23/25 firme. Un esempio per capirci, e non parlo solo di SEL che è una piccola forza politica e che tuttavia rappresenta in Italia circa un milione di voti, il Movimento 5 Stelle, secondo partito in Italia, con percentuali tra il 15 e 20 %, in provincia di Matera, così come in tutta Italia, non solo non potrà partecipare alla competizione ma non avrà una sua rappresentanza.
La logica è chiara, ovvero quella di governare in maniera indisturbata e senza nessuna “ rottura di scatole “ di chi può comunque garantire un minimo controllo democratico. Naturalmente nulla di nuovo sotto questo cielo infatti quando si muove qualche osservazione, critica nei confronti di modello di governo che stanno ormai costruendo a tutti i livelli totalmente impermeabile alle sollecitazioni popolari si è tacciati, nella migliore delle ipotesi, di conservatorismo, di essere dei gufi o come ha avuto modo di esternare in Renzi in salsa lucana “ di essersi perso qualche puntata “.
Non voglio farla lunga e tuttavia vorrei ribadire che SEL e tutte le forze sociali e democratiche di questo paese dovrebbero mobilitarsi contro questa deriva autoritaria che ormai sta assurgendo a SISTEMA e nello specifico della Basilicata rifiutare qualsiasi coinvolgimento e complicità con chi, il PD in primis, si è reso responsabile di questo scempio istituzionale e democratico, anche perché in PD di Basilicata in questi mesi, non solo non ha dimostrato di essere tanto diverso dal PD renziano, ma per molti versi è la versione peggiore ed ante litteram. Parlano di centrosinistra e invece governano praticamente con monocolori PD, ed anche dove sono state costruite faticosamente delle coalizioni sono state fagocitate dalla logica correntizia del notabilato politico locale, vedasi la vicenda di Matera città dove ormai il PD ha instaurato un monocolore con il solo sostegno di consiglieri eletti nelle fila del Centrodestra e delle Liste Civiche. Oppure vedasi la vicenda ancora più scandalosa di Potenza dove di fronte alle ovvie difficoltà di portare avanti il suo mandato il Sindaco eletto De Luca, il famelico PD sa solo saputo proporre un azzeramento della giunta per farne un’ altra in una logica delle “ larghe intese “ o se preferite del “magna magna generale”.
Dopo la gattopardesca riforma delle Province di Renzi, dove si è cambiato tutto per non cambiare nulla ( le Province restano ma non le eleggono più i cittadini ma i “ politici”) noi di Sinistra Ecologia e Libertà non possiamo partecipare al funerale della democrazia ordito, organizzato e celebrato dal PD come se nulla fosse.
Rocco Rivelli- dirigente provinciale e regionale di Sinistra Ecologia e Libertà