Roberto Napoletano presenta a Matera il libro “Mario Draghi. Il ritorno del cavaliere bianco”, intervento di Pierluigi Diso. Di seguito la nota integrale.
A novembre del 2011 scoppiò la crisi dei debiti sovrani. In quei giorni, Mario Draghi diventò presidente della Banca centrale europea e Il Sole 24 Ore titolava «Fate presto» a caratteri cubitali. Il Direttore del giornale era Roberto Napoletano, lo stesso giornalista che oggi chiede fiducia nel Capo del Governo e di non caricarlo di aspettative da ritenere che possa risolvere tutti i problemi in un battibaleno. Nello splendido scenario di quello che fu il giardino del Senatore Ridola e oggi del Hotel del Campo, il Circolo La Scaletta di Matera ha invitato il Direttore de Il Quotidiano del Sud, Roberto Napoletano, a presentare il suo ultimo libro: Mario Draghi. Il ritorno del cavaliere bianco. Sollecitato dalle domande di Raffaello De Ruggieri e di Giampiero Perri l’autore ha manifestato la sua amicizia e stima nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma soprattutto ha analizzato la figura di Draghi da politico e da economista, elencando anche una serie di numeri che fanno riflettere. Il direttore Napoletano, innamorato del Mezzogiorno, ha evidenziato come il bel Paese non cresce da vent’anni, mentre Draghi riuscirà a cambiare il modello malato della politica italiana e il dibattito pubblico che lo ha generato. La Banca d’Italia sin qui è stata fucina di capi di stato, presidenti del consiglio, ministri dell’economia che hanno lasciato il segno nella storia del paese. Einaudi, Carli, Ciampi e Draghi non hanno la «sensibilità» della politica, ma quest’ultimo sarà in grado di animare la ripartenza economica e sociale post- pandemia. E’ l’uomo in grado di decidere. A volte sbaglia, solo chi non fa non sbaglia, molto più spesso la indovina, ma il metodo è sempre lo stesso. Quello della competenza tecnica utilizzata per decidere, non fine a se stessa. Gli italiani stanno cominciando a conoscerlo e fa un certo effetto sentire Mario Draghi parlare di euro e di dollaro. Per l’autore Draghi ha assunto su di sé lo spirito di “servizio” e non ha solo la competenza, l’urgenza della decisione, la tendenza a escludere la mediazione al ribasso, ma ha anche la fiducia dei mercati e delle istituzioni mondiali e per questo può riuscire nell’impresa di ridare credibilità all’Italia e di restituire la sovranità a un Paese che l’ha persa e salverà il Titanic Italia incagliatosi sullo scoglio del populismo e della incompetenza politica e mediatica. Draghi tiene le conferenze stampa in maniera collegiale, c’è sempre almeno un ministro con lui, non usa frasi ampollose e non parla il politichese, va al sodo del problema e individua la soluzione. Per l’autore Draghi appartiene alla “Politica”, a quella che guarda all’interesse generale, al cittadino innanzitutto. Egli è l’«Integerrimo» che nel 2011 risolse la crisi dei debiti sovrani ed oggi risolverà la crisi post-pandemica, la ripartenza economica e sociale con il Recovery e risolleverà il Mezzogiorno. Per il bene del Paese, siamo tutti fiduciosi.
Pierluigi Diso