Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta alla classe politica pisticcese di Rocco Caramuscio (Italia in Comune) in cui replica a Pisticci Cinque Stelle. Di seguito la nota integrale.
Ho atteso qualche giorno prima di scrivere questa lettera aperta indirizzata all’intera classe politica pisticcese ed in particolare a chi oggi ha la responsabilità di rappresentare la nostra comunità. Un tempo che ho ritenuto congruo affinchè chiunque potesse metabolizzare la gravità dell’accaduto.
Non entrerò nel merito dell’articolo a firma Pisticci Cinque Stelle, in cui sono stato oggetto di offese personali, calunnie e illazioni che non reputo degne di replica. Il delirio farneticante di una mente malata non merita nessuna considerazione.
In questi giorni tante sono state le telefonate e i messaggi di solidarietà da parte dei cittadini che hanno sentito il dovere di manifestarmi la propria vicinanza.
A queste persone sono grato come uomo e come cittadino di una comunità che ha il dovere di non smarrire i principi di tolleranza, dialogo e rispetto reciproco su cui ha costruito la propria storia.
Purtroppo pochi sono stati gli attestati di stima da parte della classe politica, quasi tutti a titolo personale ma che almeno testimoniano che una speranza per questo paese esiste.
Mi aspettavo in verità, una presa di posizione forte da parte delle forze politiche. Non pretendevo solidarietà ma ero certo che la levata di scudi ci sarebbe stata a difesa dell’immagine stessa del paese e per rivendicare un’idea di comunità che ripudia la violenza e le prevaricazioni.
Come ho già avuto modo di dire, abbiamo tutti il dovere di far riemergere la parte nobile del confronto. Pisticci non è questo e la storia ce lo ricorda. Il rispetto reciproco e delle idee, anche se non condivise, sono alla base di una crescita che alcuni tentano di interrompere. Spetta a noi riportare il confronto sui binari della tolleranza e della moderazione.
Invito pertanto il Sindaco, il Presidente del Consiglio, gli Assessori, i Consiglieri Comunali tutti, a prendere le distanze da ciò che ritengo un vero e proprio attacco alla democrazia e alla libertà di pensiero.
Spero che il mio appello non cada nel vuoto. Il silenzio, in questo caso, non potrà essere interpretato come implicito atto di accusa, al contrario, porrà dubbi seri su una possibile complicità.
Sono trascorsi troppi giorni per nutrire la speranza di una presa di posizione pubblica. Il prossimo Consiglio Comunale potrebbe essere l’occasione per dirimere tali dubbi.
La nostra è ormai una comunità in cerca di un nuovo equilibrio. Abbiamo tutti il dovere di evitare che si arrivi atollerare o addirittura elogiare la volgarità, declinata tra l’altro in un improbabile italiano.