Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale: “105 milioni di euro all’anno buttati in politiche assistenziali che non producono un solo posto di lavoro stabile”.
La Regione vuole spendere circa 105 milioni di euro all’anno per progetti quali: la forestazione (40 milioni di euro), le Vie Blu & C. (15 milioni di euro) e il reddito di inserimento (50 milioni di euro).
105 milioni, euro più euro meno, per dispensare assistenzialismo, per produrre povertà, per non creare lavoro. 105 milioni di euro per non creare sviluppo. Il futuro delineato da Pittella per i Lucani è nero come il petrolio e senza dignità, perché se è vero che il lavoro nobilita l’uomo, l’elemosina mensile dispensata dalla Regione ci renderà tutti questuanti alla corte del feudatario. È così che ci vogliono: in fila a ricevere l’assegno ed in fila, innanzi il Palazzo, a chiederne il rinnovo. Sempre sul filo del rasoio, sempre in ginocchio a chiedere.
Il tutto con la complicità dei Sindacati schiacciati sulle potere, che hanno perso, nel tempo, tutta la loro gloriosa funzione di difesa del lavoratore. Vassalli, come altro definire chi vende i propri ideali per un posto in Giunta? Chi, rappresentante dei lavoratori, si riduce ad essere sponsor per assistiti? Chi costringe dei padri e madri di famiglia a presidiare i Palazzi regionali con la chimera di un’Agenzia per la forestazione? Come se un ente strumentale della Regione potesse assumere 8.000 lavoratori. Un guerra tra poveri.
Ma evidentemente lavoro e sviluppo non sono priorità della Giunta. Del resto, sullo ‘Small business Act’, cioè sulle misure che dovrebbero creare i presupposti per la crescita e la competitività sostenibili delle piccole e medie imprese, la Giunta ha dichiarato che, sino ad oggi, non ha fatto ancora nulla. In definitiva in 15 mesi, non è stato fatto, dal Governo regionale, nessuno provvedimento per creare, sviluppare e consolidare il mondo delle piccole e medie imprese.
In Basilicata ci sono 52.505 imprese attive(datidel III trimestre del 2014). Dirottare 105 milioni di euro ogni anno sul mondo produttivo lucano, sul tessuto socioeconomico creerebbe certamente lavoro che andrebbe a soddisfare i bisogni e le aspettative degli ex beneficiari della mobilità, dei Copes, degli altri assistiti regionali oltre che dei tanti giovani costretti ad emigrare. Quel lavoro che dà dignità e crea ricchezza. Quel lavoro che rende liberi dalle filiere clientelari e amorali.
Questo è sempre stato il nostro obbiettivo: creare lavoro e sviluppo. È un obbiettivo raggiungibile, soprattutto se si considerano le consistenti risorse che la Regione sperpera per politiche miopi.
Sarebbe ora di dire basta. Sarebbe ora che i Lucani facessero la rivoluzione e non aspettassero che qualcuno finga di farla per loro. Anche questo è un obbiettivo raggiungibile, basta risvegliare le coscienze. È sufficiente che i Lucani si accorgano che c’è un’alternativa, che c’è un futuro anche qui, in Lucania. Solo con la speranza di un futuro diverso, di un futuro in cui i nostri figli non saranno i prossimi a mettersi in fila per chiedere un posto di lavoro e a questuare una proroga di un contratto, è possibile fare la rivoluzione. Un futuro con la schiena dritta e la testa alta.