Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, contesta la politica “poco trasparente” del Governo regionale guidato dal presidente Pittella. Di seguito la nota integrale.
Più che di ‘rivoluzione’ questa volta si tratta proprio di ‘involuzione’, di regressione ad una politica che speravamo fosse superata e che, invece, si ripresenta con volti nuovi ma con le medesime logiche.
A inizio febbraio avevo annunciato la presentazione di un’interrogazione urgente affinché la Giunta spiegasse chiaramente i motivi per i quali sono stati riaperti i termini di presentazione delle domande per il conferimento dell’incarico di direttore responsabile del dipartimento interaziendale del Servizio sanitario regionale ‘centrale di committenza’, ovvero di quella stazione unica appaltante nata per assicurare la trasparenza nella gestione di contratti di acquisti del servizio del servizio sanitario.
Per comprendere la poca trasparenza nelle scelte regionali, le quali si muovono sempre nella direzione di una logica spartitoria e clientelare delle nomine dirigenziali negli enti ed aziende pubbliche e all’interno dell’ingerenza del Presidente ‘rivoluzionario’ nella gestione degli assessorati, occorre analizzare quelle che sono le motivazioni alla base della delibera n. 65/2014.
Nella menzionata delibera espressamente si dichiara che “non è stato possibile individuare il candidato maggiormente idoneo a ricoprire l’incarico, in quanto la Giunta regionale che avrebbe dovuto adottare il relativo provvedimento, a seguito delle dimissioni del suo presidente, non si è trovata nella pienezza di poteri conferiti dalla legge (…)” ed ancora: “(…) considerando che è trascorso un lungo lasso di tempo dalla pubblicazione dell’avviso e che, nel frattempo, si è insediata la nuova giunta regionale, per cui si rende necessaria, anche in ossequio al consolidato principio dell’economicità dell’azione amministrativa, una riapertura dei termini … al fine di consentire una più ampia facoltà di scelta tra un maggior numero di candidati …”.
Le spiegazioni fornite nella delibera non convincono e non convincono ancor di più a seguito delle risposte alla nostra interrogazione. L’impressione, ancora una volta, è che si debba sistemare o favorire qualche ‘amico’.
L’assessore Franconi avrebbe dovuto spiegare, innanzitutto, perché la riapertura dei termini di presentazione delle domande garantirebbe un’economicità dell’azione amministrativa, considerato che l’unica motivazione addotta nella delibera è quella delle dimissioni dell’ex Presidente della Giunta; in secondo luogo, avrebbe dovuto spiegare perché la riapertura dei termini assicurerebbe la selezione di un candidato più idoneo.
La risposta dell’assessore, nella seduta del 25 febbraio scorso, ci ha deluso ed ha confermato ancora di più i nostri sospetti.
Infatti, affermare che la riapertura dei termini permette a chi ha, nel frattempo, maturato i requisiti per partecipare di poter presentare domanda e a chi l’ha già presentata di integrarla non risponde al requisito di economicità, per quello sarebbe bastato chiedere l’integrazione dei titoli a coloro i quali avevano già aderito al bando, ma sconfina sicuramente nell’eccesso di potere.
Delle due l’una. O chi ha già presentato la domanda non è, per riprendere le parole della delibera, ‘maggiormente idoneo’, e allora dovrebbe essere escluso dalla selezione. O, se è idoneo non si comprende il perché della necessità di infoltire la lista. Infatti anche partecipassero altre persone che, solo ora, hanno acquisito i titoli necessari per prendere parte alla selezione, quelli che già li avevano quattordici mesi fa sarebbero comunque più titolati perché con quattordici mesi in più di esperienza. Quindi la scelta, se la selezione si fa per merito e non per conoscenza, ricadrebbe inesorabilmente su chi ha già presentato domanda.
L’attualizzazione e il possibile ampliamento della platea dei concorrenti ammissibili alla selezione, sbandierate dall’assessore come motivazioni per la riapertura dei termini, in sede di risposta all’interrogazione, paiono, alla luce di quanto detto, le solite scuse per consentire una gestione ‘allegra’ della lista dei nominandi da parte di Pittella, favorita dalla connivenza della Franconi. La longa manus pittelliana si svela, poi, quando alla mia domanda rivolta all’assessore su quante persone avessero partecipato al bando, la Franconi, ignorando il numero preciso, risponde una ristretta lista. Pittella precisa, dodici.
L’assessore non si era neanche premurata di informarsi sul numero dei partecipanti, mentre ben lo sapeva il Presidente che, evidentemente, ne ha più interesse.
Insomma, la solita vecchia politica camuffata con facce nuove.
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale