Gianni Rosa (consigliere regionae Fratelli d’Italia-An): “Lo spettacolo Fa’fafine viola la decisione del Consiglio regionale di Basilicata. Pittella intervenga!” Di seguito la nota integrale.
Da padre di un bimbo di 9 anni, io rivendico il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai miei figli, così come l’articolo 26 terzo comma, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dove per istruzione si intende non solo quella nozionistica ma anche l’educazione valoriale. Io rivendico il diritto di dire no allo spettacolo sul gender fluid che si vuole imporre ai bambini lucani dietro la falsa bandiera della lotta al bullismo o della promozione delle pari opportunità, o di educazione all’affettività.
Da politico, firmatario della mozione che impegna a tenere fuori dalle scuole lucane la teoria gender, io rivendico il diritto di dire che lo spettacolo Fa’fafine non può essere veicolato attraverso le scuole.
È uno spettacolo? Si faccia promozione senza coinvolgere le scuole. Alle deboli difese di Quaratino rispondo solo che questo spettacolo è in netto contrasto con le direttive impartite con la mozione approvata dal Consiglio e che, dunque, non deve essere inserita nel cartellone patrocinato dalla Regione Basilicata.
Sono fermamente convinto che non sono i programmi scolastici a dover inculcare inconsapevolmente nei nostri bambini che la differenza tra sessi non esiste. Che non è uno spettacolo o un premio a poter’giustificare’ o a sdoganare l’idea che i bambini possano scegliere cosa o di che sesso vogliono essere, a giorni alterni.
Questo spettacolo, dietro la maschera della tolleranza, cela l’obbiettivo voler instaurare una nuova società in cui l’individuo non è riconoscibile, in cui la persona non si identifica in alcun valore. Una persona priva di identità che per tale ragione è ‘fluida’ e quindi più facilmente manipolabile.
Ci rendiamo conto che per raggiungere lo scopo di una nuova società priva di differenze di identità sessuali che sovverta in tal modo le relazioni sociali (uomo/donna; madre/padre) sia indispensabile partire dai bambini. Ma questa è una cosa aberrante.
Se a Samoa esiste un terzo genere, in virtù del principio tanto abusato del rispetto alla diversità, chiedo e pretendo che sia rispettata la diversità della società italiana. A partire dalla lingua, che non contempla generi diversi dal maschile e femminile, a finire con i valori.
Gianni Rosa, Fratelli d’Italia AN