Consigliere regionale Gianni Rosa (Fratelli d’Italia) denuncia i risultati della fallimentare riforma del Consorzio di bonifica della Basilicata: le parcelle. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
I Consorzi di bonifica dovrebbero servire alla pianificazione, realizzazione e gestione della bonifica, dell’irrigazione e della tutela e valorizzazione del territorio rurale. Se, invece, si va a dare un’occhiata approfondita agli atti posti in essere dai tre Consorzi prima e da quello regionale, poi, quello che si può dire è che ci sono una quantità impressionante di parcelle e di consulenze di avvocati.
Il Musacchio, che ricordiamo è stato, prima, commissario straordinario dei singoli consorzi lucani e, poi, commissario e amministratore unico di quello regionale, pare si sia scatenato in consulenze legali. Oltre 1 milione di euro in 4 anni a circa una decina di avvocati, senza contare il Consorzio della Alta Val d’Agri di cui non è stato possibile reperire nulla perché la sezione amministrazione trasparente è vuota.
Nulla di strano? A parte le voci di incarichi dati ai compari di matrimonio, piuttosto che ai compagni di avventure marinare o a compaesani, quello che ci interessa, come sempre, è la meritocrazia e la trasparenza nella scelta.
Sia i vecchi Consorzi di bonifica che il nuovo Consorzio regionale non si sono mai dotati di un elenco di operatori qualificati, così come consigliato dall’ANAC.
Capiamo che consentire a più professionisti di accedere ad un elenco, pubblico, dal quale selezionare sulla base di una rotazione e senza discriminazioni, è un ostacolo allo scambio di favori ma i principi di imparzialità e trasparenza lo impongono.
Eppure il Musacchio dovrebbe essere il primo a volere un elenco di professionisti, visto che è così che il CROB ha ‘giustificato’ gli incarichi degli scorsi 26 marzo e 3 aprile agli avvocati Maria Grazia Oliviero e al marito, cioè Musacchio stesso.
È ovvio che un elenco di professionisti non eliminerebbe la possibilità di ‘scegliere’ a chi dare l’incarico, come nel caso del CROB, ma almeno renderebbe un po’ più difficile giustificare l’affidamento di incarichi legali ad avvocati di Matera quando il foro competente è Potenza, come accade, ad esempio, per l’avvocato Marchitelli di Matera che ha incassato, in un anno e mezzo circa, parcelle un totale di poco più di € 30.000, per cause su Potenza. O per l’avvocato Schittone di Roma con una causa incardinata presso il Tribunale di Potenza che è costata 7.302,50 euro.
Lo stesso avvocato Marchitelli, poi, lo ritroviamo consulente per l’istituzione del Consorzio unico. Infatti, il Mausacchio in un solo giorno, l’11 dicembre 2017, spende 47.500 euro in consulenze per traghettare i vecchi consorzi verso quello unico: 20.000 € per la assistenza legale per l’istituzione del consorzio di bonifica a Marchitelli; 20.000 € di assistenza nelle procedure sindacali per il trasferimento del personale dei tre vecchi consorzi a quello unico allo studio Cirigliano di Roma e 7.500 di consulenza del lavoro sempre per il trasferimento del personale ad una società romana, tale Studio Concreta s.r.l..
Sicuramente l’avvocato materano sarà bravissimo così come quello di Roma. Quello che ci chiediamo e che si chiedono i Lucani, visto che sono soldi pubblici, è: come sono stati scelti questi avvocati? Ed è quello che ci chiediamo noi. Perché se è vero che il Consorzio ha tante beghe legali è anche vero che con oltre 3.000 avvocati lucani, le cause potrebbero essere ripartite meglio.
Qualcuno potrebbe rispondere che si tratta di incarichi fiduciari. Ma fiduciari per chi? Per l’Amministrazione? Ed allora non pensiamo che una manciata di avvocati siano i soli a poter avere la fiducia del consorzio. Se poi, invece, si pensa che la fiducia debba essere quella di chi gestisce la ‘cosa pubblica’, allora dobbiamo credere alle voci che vogliono queste consulenze affidate a compari e amici. E non è corretto. Soprattutto se si considera che i Consorzi, a guida Musacchio, si sono dimostrati un totale fallimento.