Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia: “I medici scioperano e la Regione se ne infischia”. Di seguito la nota integrale.
Il bubbone della sanità lucana è esploso ormai da tempo e la Regione nicchia senza risolvere un emerito nulla. Il tutto a scapito della salute dei cittadini e dei lavoratori del comparto sanità.
Lo dimostra lo sciopero indetto ancora una volta dai camici bianchi per i giorni 22 e 23 febbraio e a marzo nei giorni 13-14-15-16.
Recentemente la “brillante” Giunta Pittella ha commissariato la sanità lucana senza nessun motivo specifico, perché aver trasformato i direttori generali della aziende sanitarie, ad eccezione del Crob, in commissari è un grave atto in stile “kafkiano”che aggira le legge 502/92. Infatti, che i direttori generali possono essere commissariati soltanto se decadono anticipatamente.
È un atteggiamento che mira semplicemente alla gestione del potere e del consenso elettorale senza salvaguardare i diritti dei lavoratori e dei cittadini lucani. Una vessazione inaccettabile che noi abbiamo sempre cercato di contrastare con le nostre mozioni, che la maggioranza consiliare si è rifiutata di discutere.
Ricordiamo che già il 6 giugno 2017 con la nostra mozione avevamo chiesto la sospensione della D.G.R n.1307/2017 (“Indennità previste dall’art. 35 comma 1 dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR) per la medicina generale di cui alla D.G.R. n. 331/2008”) e che abbiamo di nuovo denunciato questa situazione il 25 ottobre 2017. Ma nulla è cambiato.
Lo stato di agitazione dei medici di medicina generale, della continuità assistenziale e del servizio del 118, dimostrano il chiaro fallimento senza fine delle politiche di Pittella e soci.
I tanti nodi che si trascinano, ormai da mesi, non sono stati ancora risolti come nel caso specifico della sospensione delle indennità della continuità assistenziale (500 euro lorde al mese); medici che sono costretti a lavorare senza la macchina per recarsi dai malati che spesso risiedono nelle campagne sfidando loro stessi e la loro sicurezza. Ci si trincera dietro la magistratura contabile, dopo 10 anni, per la restituzione delle indennità che secondo i funzionari della Regione i medici avrebbero percepito indebitamente e per errore. Peccato che l’errore non sia dei medici ma della Regione.
Come sempre pagano i lavoratori e non chi ha sbagliato.