Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia: “Due proposte di legge per il sostegno delle imprese balneari lucane e contro la Direttiva Bolkestein, dell’Europa che vuole distruggere la nostra economia ce ne freghiamo”. Di seguito la nota integrale.
La “direttiva sui servizi” n. 2006/123/CE., nota come direttiva Bolkestein, prevede che le concessioni pubbliche, cioè beni di proprietà statale, come le spiagge o gli spazi occupati dagli ambulanti, possono essere concesse ai privati solo per quantità di tempo determinate al termine delle quali la concessione deve essere messa pubblicamente a gara.
In nome della concorrenza, ancora un volta, l’Unione Europea affossa l’economia delle piccole e medie imprese balneari italiane e lucane, nello specifico, che sono composte per il 99% di imprese familiari.
Sulla scorta delle leggi liguri abbiamo presentato, oggi, due proposte di legge per l’estensione trentennale delle concessioni demaniali marittime e per la qualificazione e la tutela delle imprese balneari lucane.
Si tratta di una posizione politica a favore delle nostre imprese balneari che stanno subendo un vero e proprio sopruso. L’Italia, Stato che è al 15° posto nel mondo per lunghezza di coste, non è riuscita a tenere ferme le proprie posizioni nei confronti dell’Europa, come hanno fatto la Spagna e il Portogallo dove sono previste proroghe delle concessioni fino a 75 anni. Persino l’Europa ha invitato l’Italia a seguire l’esempio di questi due paesi. Ma ovviamente chi ci ha governato finora era troppo impegnato a salvare banche invece che tutelare le nostre imprese.
L’uso del demanio marittimo ai fini turistici ha permesso di creare un vero e proprio sistema economico basato sullo sfruttamento di mare e spiagge come materia prima e di sviluppare un’economia prima impensabile, tanto da portare al riconoscimento dell’impresa turistica balneare.
Inoltre, la delega della funzione sul turismo pone, a pieno titolo, le imprese balneari quali strumenti dello sviluppo economico regionale. Per questo, una delle nostre due proposte riconosce l’impresa balneare quale impresa facente parte del patrimonio storico culturale e del tessuto sociale della Regione Basilicata.
Ancora una volta si tratta di essere da parte dei cittadini e delle nostre piccole e medie imprese. È un delitto sacrificare il patrimonio di micro imprese a conduzione familiare sull’altare delle multinazionali del turismo. Il liberismo deve essere calmierato dalle specificità dei territori: la libera concorrenza va bene se non distrugge l’economia di un intero settore come fa la Bolkestein.
Ancora una volta, dobbiamo difenderci da soli, senza aspettare l’aiuto, seppur dovuto, dei parlamentari lucani, a Roma e in Europa.