Angelo Rosella, segretario regionale Italia dei Valori: “Meno attenzione allo spread e più alle persone”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La situazione di grande confusione politica che ha alimentato l’aumento dello spread non aiuta certo ad affrontare con la serenità dovuta il confronto su un tema che non può essere considerato ancora un tabù: meno attenzione allo spread (e quindi ai problemi della finanza europea) e più alle persone. L’Unione Europea è attualmente una comunità di diversi disciplinata da regole asimmetriche: occorre che diventi una comunità di uguali disciplinata da regole simmetriche. Simmetria (e solidarietà significa che invece di punire chi è in difficoltà, si invita chi è avanti a fare politiche che distribuiscano ricchezza anziché disuguaglianza. Purtroppo il deficit democratico e la mancanza di regole condivise nell’unione hanno già fatto pagare ai cittadini una crisi che è stata innescata dall’intrusione della finanza speculativa nel sistema economico. L’austerità ha determinato il proliferare di estremismi politici e alimentato il sentimento euroscettico di una parte del sistema politico. In questo contesto va recuperato il crescente allontanamento tra centro e periferia dell’Europa. Considerando poi la cronica indecisione dei nostri governi passati, e il troppo tempo trascorso senza nulla fare, quanto abbiamo ancora a disposizione potrebbe non essere sufficiente e a quel punto purtroppo i mercati decideranno per la politica. Occorre concentrarsi su due proposte che riteniamo le più significative: standard retributivo europeo; Regole fiscali stabilizzanti. Volendo mantenere un’Unione Monetaria con un comune obiettivo di inflazione, i mercati del lavoro dell’Unione dovrebbero essere uniformati in modo da evitare scarti eccessivi fra produttività e salari reali. La crescita delle retribuzioni nominali dovrebbe essere parametrata alla crescita della produttività aumentata con il comune obiettivo di inflazione. Quanto alle Regole fiscali stabilizzanti che auspichiamo, quelle attuali sono procicliche: chi è in crisi deve essere punito tagliando. Bisogna invece adottare regole anticicliche, chieste da tempo: chi esporta molto deve rilanciare la domanda interna con politiche fiscali attive. In altre parole, visto che la crisi finanziaria nasce dal debito estero, la politica fiscale deve essere parametrata sugli squilibri di bilancio dei pagamenti anziché su quelli di finanza pubblica assicurando l’effettivo rispetto del divieto di surplus esteri eccessivi, ai sensi della nuova procedura per il monitoraggio degli squilibri macroeconomici. Il prossimo Parlamento Europeo e con esso la prossima Commissione, che saranno eletti e nominati nel 2019, devono quindi essere disposte a definire un nuovo disegno delle regole europee che favorisca il ripristino di una simmetria nell’Eurozona e l’adozione di politiche di effettiva solidarietà, evitando l’accumularsi di squilibri finanziari. Intanto in tema di risorse comunitarie siamo preoccupati per la lentezza di spesa della Regione che è stata denunciata nei giorni scorsi. Non ci rassicura l’impegno ad accelerare. Il problema non è formale e né si può pensare di affrontarlo con la semplice formula burocratica della rendicondazione di spesa. La questione è invece legata ai risultati, i benefici delle risorse comunitarie europee per i cittadini lucani specie in termini di lavoro, sviluppo, infrastrutture, benessere sociale. Torna così la necessità di affrontare l’attuale delicata fase politica, economica e finanziaria guardando più alle persone. Un Patto per la crescita e in Basilicata un Patto di fine legislatura regionale sono gli strumenti più adatti a condizione che non si riducano a strumenti di carta.