Il nuovo corso politico verso il civismo regionalista ed autonomista che abbiamo avviato da qualche tempo si arricchisce di progettualità attraverso l’idea che è partita dalla Puglia per realizzare in quella regione una federazione di liste civiche. E’ anche questa una strada da sperimentare e praticare, con le nostre specificità locali, pur correndo qualche rischio che riguarda l’oggettiva difficoltà a mettere insieme associazioni, movimenti, comitati e singole personalità che hanno sì motivazioni comuni ma anche divergenze di vedute su temi importanti.
A sostenerlo è il segretario regionale di Italia dei Valori Angelo Rosella che aggiunge: il progetto che si intende praticare in Puglia ha elementi positivi, primo fra tutti la trasversalità del civismo che non può essere ricondotto ai vecchi schemi, ampiamente superati, della collocazione ideologica di destra, centro-destra e di sinistra, centro-sinistra. Siamo consapevoli – continua – che non è sufficiente ipotizzare liste civiche al posto di quelle di partito e tanto meno individuare facce nuove e di cambiamento.
Almeno su questo ha ragione il segretario dei Dem Polese quando dice che non c’è una ricetta magica per salvare l’attuale classe politica regionale e in particolare quella del suo partito. Prendiamo atto delle sue affermazioni che rinnegano il principio di autosufficienza a lungo perseguito dal Pd e che hanno comunque bisogno di prove concrete in modo da evitare che siano solo belle promesse di cambiamento rispetto a quanto è accaduto sinora.
L’inclusione e la condivisione rispetto alle scelte dei “primi della classe” non possono essere indicazioni a giorni alterni. Per noi la priorità è l’idea di Basilicata del 2019 che vogliamo sostenere e quindi il programma sui problemi della gente. Poi verranno le convergenze e le candidature e con esse la selezione delle civiche con lo sforzo a federarle intorno ad un programma sociale e civile. Non a caso il nostro è un approccio prima di tutto di ascolto e di servizio alla comunità lucana che ha bisogno non di un rinnovamento di facciata ma di sostanza quindi a partire dal modo di fare politica.