Riceviamo e pubblichiamo una nota di Gianluca Rospi, candidato del Movimento 5 Stelle: “Matera 2019, che fine hanno fatto i finanziamenti e le opere pubbliche?” Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Matera capitale della cultura per il 2019, ma anche della lentezza amministrativa. A meno di un anno dalla cerimonia di inaugurazione, i lavori di adeguamento delle strutture, la realizzazione di infrastrutture e di opere per la valorizzazione del territorio, sono ancora in alto mare.
In un comunicato ufficiale, la Regione per le attività legate a Matera-Basilicata 2019, afferma che 11 interventi sarebbero conclusi o in fase di chiusura; 15 in esecuzione con chiusura prevista entro il mese di dicembre prossimo, altri 15 interventi in fase di progettazione, gara o esecuzione che potrebbero essere conclusi entro il 2019. Per restanti 13 progetti, invece, la stessa Regione li definisce critici, tali da “ritenere difficile la chiusura entro il 2018”.
Detto così, sembrerebbe parlare di una città in continuo fermento: tutt’altro! Nulla si vede di tutto ciò perché nessun cantiere è stato avviato.
Che ne sarà della suggestiva Cava del Sole, individuata dalla Fondazione come luogo per ospitare “gli eventi di arti performative” nel 2019 e per la quale nulla è stato ancora fatto?
Che ne sarà di Piazza della Visitazione, una vera e propria porta di accesso alla città? Sono stati assegnati 16 milioni e mezzo per interventi di rilevanza strategica sulla piazza per la realizzazione di un polo multimodale. Niente ancora di concreto.
Che fine ha fatto il finanziamento destinato alla valorizzazione del programma ‘Magna Grecia’, tanto decantato “come un finanziamento utile per progettare un sistema territoriale integrato che abbia l’ambizione di potenziare l’offerta culturale ed estendere le ricadute del dinamismo di Matera a tutto il territorio Metapontino”? Nulla anche in questo caso.
Che fine hanno fatto le infrastrutture, sia autostradali che ferroviarie?
Altra opera incompiuta il cinema Kennedy: partiti i lavori di adeguamento (finanziati da fondi Fsc pari a 1,2 milioni di euro ed aggiudicati a una ditta di Pisticci per una somma pari a 617.133,23 euro), a un certo punto lo stop: ci si “dimentica” di valutare la vulnerabilità sismica dell’edificio e lo si fa in corso d’opera, dopodiché lo stop ai lavori.
Forse conviene demolirlo e ricostruirlo? Avremo qualche risposta?
Il Comune di Matera, amministrato da una coalizione di larga intesa, come piace oggi ai nostri politici di destra e sinistra, e la Regione Basilicata, governata da decenni dal centro sinistra, si sono letteralmente dimenticati di altri gioielli della cultura che abbiamo nel nostro territorio: il parco archeologico di Venosa, il parco archeologico di Grumentum, il Castello di Melfi e i tanti meravigliosi borghi lucani. E pensare che “Matera-Basilicata 2019 doveva essere un modello partecipativo di sviluppo economico e culturale di un meridione che vuole essere guida per l’Europa e l’intero Mediterraneo”, stando alla propaganda delle istituzioni locali.
E invece la nostra classe politica non è stata nemmeno in grado di far conoscere la nostra millenaria cultura alle altre nazioni. Forse conviene ricordare ai nostri politici che questa terra è stata la patria di personaggi illustri: Quinto Orazio Flacco, Isabella Morra, Tommaso Stigliani, Egidio Romualdo Duni, Francesco Lomonaco, Don Giuseppe De Luca, Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti, Rocco Scotellaro e tanti altri.
Quel 17 ottobre 2014 in cui il ministro dei Beni culturali Franceschini ha proclamato la vittoria di Matera sulla concorrenza, sembrava che quel traguardo, raggiunto dai tanti cittadini che si sono impegnati per arrivare fino lì, fosse l’inizio di una strada in discesa. Bisognava solo avere voglia di promuovere realmente Matera e la Basilicata e riuscire a gestire al meglio i milioni di euro che investiture del genere portano al territorio.
Invece ad oggi, non sappiamo ancora se e come questa pioggia d’oro sia stata impiegata.
È necessario un rapido cambio di rotta. Il Governo, la Regione, il Comune di Matera e la Fondazione Matera – Basilicata 2019 devono dare risposte.