Il progetto realizzato dagli alunni della prima classe del liceo classico “Giovanni Pascoli” di Viggiano all’interno del percorso di Alternanza Scuola-Lavoro che ha visto i liceali viggianesi confrontarsi con i ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei e con i docenti della scuola Artedata di Matera è un buon esempio da seguire. E’ il commento dell’Associazione Bene Comune Viggiano affidato al presidente Vittorio Prinzi che aggiunge: per la Fondazione Mattei abbiamo sempre immaginato un ruolo importante per la cultura e la formazione dei nostri ragazzi.
Purtroppo anche se i dati del ministero dell’Istruzione per l’anno scolastico 2015-16 mettono in evidenza le difficoltà delle scuole meridionali nell’introdurre l’alternanza tra scuola e lavoro ( sono 82 su cento gli istituti che l’hanno prevista al Sud contro i 92 su 100 del Nord) – si aggiunge nella nota – bisogna proseguire su questa strada per avvicinare sempre più e meglio i giovani al lavoro in qualsiasi settore. Uno dei problemi principali resta oggi il numero di strutture in grado di ospitare gli studenti: la somma delle aziende di Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania aperte ai ragazzi è inferiore infatti a quelle del solo Veneto. Ed anche per questo l’attività della Fondazione Mattei è meritevole di considerazione ancor più per i contenuti prescelti che riguardano l’applicazione di tecnologie informatiche al patrimonio territoriale e culturale locale, al fine di definire strumenti innovativi di marketing territoriale con riferimento a tre aspetti su cui puntiamo per lo sviluppo della Val d’Agri: cultura, enogastronomia e natura.
Per evitare però che l’esperienza degli studenti viggianesi si concluda solo con un “pregevole” studio didattico – dice Prinzi – se si vuole dare continuità e soprattutto operatività, traducendo in fatti economici concreti, la Fondazione Mattei può fare di più in particolare favorendo azioni sul turismo enogastronomico in Basilicata su cui ha già realizzato un progetto. La nostra idea, ad esempio, è quella di rilanciare il “paniere” dei prodotti tipici della Val d’Agri, progetto che risale all’attività della ex Comunità Montana e che non ha trovato ulteriori iniziative. Del “paniere” fanno parte le mele, il canestrato di Moliterno, i fagioli di Sarconi, l’olio extravergine di Montemurro, il vino delle Terre dell’Alta Val d’Agri e poi ancora i salumi e i prodotti lattiero caseari tipici e di cosiddetta nicchia di mercato. E’ il caso di ricordare che i prodotti agroalimentari dell’Alto Agri sono tutti certificati da organismi autorizzati dal Ministero per le politiche Agricole e Forestali (Agroqualità di Roma per i fagioli di Sarconi ed Is.Me.Cert. di Napoli per gli altri prodotti) – continua Prinzi – in modo da garantire al consumatore: l’origine dei prodotti che è esclusiva dei 12 Comuni che ricadono nella Comunità Montana Alto Agri e la tracciabilità (n° di lotto di produzione) che consente di risalire all’agricoltore e all’allevatore che ha prodotto la materia prima; la qualità dei prodotti garantita dal rispetto dei disciplinari di produzione agricola a basso impatto ambientale e tecniche tradizionali di trasformazione.
Ci aspettiamo inoltre di più dalla Fondazione Mattei di intesa con Assoilschool, Università e Centri di ricerca, anche per i neo laureati con progetti finalizzati all’occupazione stabile, qualificata e duratura dei nostri giovani come opportunità per bloccare la fuga di cervelli e lo spopolamento di energie giovanili che colpiscono la Val d’Agri.
Giu 19