Teresa Russo, referente Salandra in Azione, ha presentato una nota in merito alla proposta di istituire un tavolo di confronto permanente per il regolamento dei beni comuni nel Comune di Salandra. Di seguito la nota integrale.
Il Consiglio Comunale il 30 aprile scorso ha licenziato un provvedimento che prevede l’attuazione dell’art 34 dello Statuto Comunale circa la istituzione e il relativo regolamento della Commissione Consiliare di Controllo e Garanzia. Uno strumento che, sicuramente, si orienta sul principio della trasparenza e di tutte le sue declinazioni ma che, secondo noi, ancora non lancia il cuore oltre l’ostacolo.
Lo Statuto Comunale, è vero, viene rivisto e ripreso dopo 20 anni dalla sua approvazione in una parte importante; è altrettanto vero che dal 2001 ad oggi i principi e le norme che regolamentano gli enti locali sono cambiati profondamente. Sono proprio gli enti locali ad aver dovuto adattarsi alle trasformazioni non solo normative ma anche delle comunità in cui sono insediati, senza considerare il Covid, l’introduzione del lavoro agile e i vuoti causati dalla mancata digitalizzazione delle istituzioni.
Ecco, noi di Salandra in Azione, ci saremmo aspettati maggiore coraggio nel voler rimettere mano allo Statuto e renderlo contemporaneo, redigendo tutti i regolamenti attuativi delle diverse indicazioni normative intervenute negli anni. Dal regolamento riguardante l’accesso civico, in linea con quanto prescritto dall’art 14 del DL 33/2013 e già adottato nelle sue linee generali dal Comune di Salandra, al regolamento del lavoro agile nella pubblica amministrazione.
Crediamo, così come è stato più volte ripreso dal consigliere Saponara, che lo Statuto Comunale oltre a fissare alcune regole circa ruoli e funzioni dell’apparato amministrativo possa rappresentare uno strumento che dia la possibilità della comunità a partecipare attivamente al processo democratico che ci riguarda come cittadini di Salandra.
Il nostro invito è quello di aprire un tavolo di confronto permanente con le diverse rappresentanze della comunità affinchè si lavori insieme alla redazione del Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani e non.
I beni comuni riaprono infatti il dibattito sulla necessità di “democratizzare la democrazia” attraverso l’implementazione di pratiche deliberative e partecipative che ambiscano a risolvere la crescente distanza tra sfera politica e sfera sociale, tra rappresentanti e rappresentati, favorendo il superamento del “cittadino-elettore” a favore del “cittadino attivo”, proprio di un modello in cui i diritti sono legati al loro effettivo esercizio piuttosto che alla loro mera titolarità formale.