Vito Giuzio, capogruppo del Pd commenta la chiusura anticipata della seduta dell’Assemblea regionale: “L’M5s ha paura della trasparenza?”
“La funzionalità delle sedute e il mantenimento del numero legale è innanzitutto responsabilità della maggioranza, ma nel caso specifico di oggi, in presenza di tre assenti giustificati della maggioranza, questo tema riguarda anche e soprattutto le opposizioni. Sorprende, in particolare, l’atteggiamento dei consiglieri del Movimento cinque stelle, che erano presenti in Aula ma non hanno ritenuto di votare, facendo venire meno il numero legale, sulla richiesta del consigliere Lacorazza di anticipare la discussione di una sua mozione sulla trasparenza della procedura attivata per la selezione del personale con la gara d’appalto per il lavoro interinale. Sciatteria? Cinico opportunismo? Ma come, il tema della trasparenza non era un ‘cavallo di battaglia’ del movimento uscito vincitore dalle elezioni politiche? Dobbiamo pensare che i cinque stelle hanno paura della trasparenza, o che magari hanno già assorbito le modalità della vecchia politica?”. E’ quanto afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Vito Giuzio, commentando la chiusura anticipata della seduta dell’Assemblea a causa della mancanza del numero legale.
Consiglieri regionali Gianni Perrino e Gianni Leggieri: “Comprendiamo l’ira di Giuzio: si rilassi il capogruppo PD, non siamo parte della loro maggioranza”.
Non ci sorprende affatto l’attacco furente del capogruppo PD in Consiglio Regionale, Vito Giuzio. E’ assolutamente comprensibile la difficoltà degli esponenti PD a digerire e metabolizzare la clamorosa sconfitta elettorale del 4 marzo scorso: una vera e propria débacle che ha spazzato via un’intera classe dirigente, causando addirittura la migrazione forzata di Gianni Pittella verso il feudo salernitano di De Luca. Umanamente è dura accettare di essere stati disarcionati, ma accostare il M5S alla “vecchia politica” è frutto di evidenti allucinazioni.
In un apprezzabile afflato di sincerità Giuzio ha ammesso che il mantenimento del numero legale è compito devoluto alla responsabilità della maggioranza: quella stessa maggioranza che ha reso tormentato il corso di questa legislatura regionale, facendo cadere innumerevoli volte il numero legale delle sedute del Consiglio regionale, paralizzandone le funzioni per mesi ed evitando, in tal modo, discussioni su temi fondamentali quanto urgenti per i cittadini. Non dimenticheremo mai, così come non lo dimenticheranno mai i lucani, l’esortazione rivolta da Mollica a Polese, il famoso “T n’aia ‘sci!”, finalizzato ad impedire alla Giunta regionale di impegnarsi su quanto si stava consumando, in termini di criticità ambientali, a Tecnoparco.
La tranvata elettorale ha, probabilmente, indotto uno stato confusionale in Giuzio, il quale arriva al punto di computare tra gli assenti giustificati il consigliere Polese che, al momento delle comunicazioni in apertura di seduta del presidente Mollica, non viene affatto citato.
La morale “giuziana” sulla trasparenza, poi, assume i connotati di una paradossale burla: invitiamo il frastornato capogruppo PD a dare un’occhiata alla nostra dettagliata interrogazione sulle distonie normative della gara per la somministrazione di lavoro temporaneo per le Aziende del SSR e la Regione Basilicata. Non è certo ascrivibile al M5S l’aver decantato lodi al precariato e al clientelismo. Carta canta: un po’ come i cigni.