“Fuori da qualsiasi tipo di retorica, è utile ribadire che tutti i Comuni della Basilicata hanno pari dignità. Altrettanto utile è portare all’attenzione dei cittadini la ricostruzione storica e contabile della situazione nella quale versa il Comune capoluogo, tutto senza spirito di contestazione poiché di fronte all’emergenza, di qualunque natura essa sia e qualunque Comune interessi, siamo chiamati alle soluzioni e non alla polemica”.
Così il consigliere regionale, Dina Sileo, che ha aggiunto: “La massa debitoria del Comune di Potenza, come evidenziato in audizione dal Sindaco Guarente, prima del precedente dissesto era pari a 112 milioni di euro a cui si aggiungeva un disavanzo di bilancio di circa 25 milioni di euro. Dunque, un’entrata di 60 milioni del bilancio ordinario a fronte di un’uscita di 85 che generava un delta negativo di 25 milioni.
Il bilancio del Comune di Potenza, per quello che concerne l’Amministrazione politica, è stato ricondotto perfettamente in equilibrio sanando il disavanzo. L’attuale debito, invece, rinviene dalla fallimentare gestione di liquidazione straordinaria che a conclusione delle funzioni cui era preposta ha riconsegnato alla Città 80 milioni da risanare in tre anni. Per questa contingenza di equilibrio non vi sono i presupposti per il Comune, vista la vigente norma, per accedere alla possibilità di spalmare e ripianare la debitoria in venti anni. Infatti, la legislazione nazionale è intervenuta in aiuto e sostegno attraverso forme di contribuzione per le città metropolitane ma non per i capoluoghi di provincia. A tal proposito non si può non evidenziare che il primo fallimento politico della classe dirigente della Basilicata è da addebitare alla rappresentanza parlamentare.
I nostri parlamentari, tutti appartenenti a partiti politici dell’attuale Governo, quindi maggioranza, avrebbero potuto non solo presentare ma anche sostenere fortemente ed uniti, una proposta di legge che favorisse non solo il Comune di Potenza ma tutti i capoluoghi di Provincia, a cui i fondi vengono sottratti per essere destinati alle città metropolitane creando una sperequazione evidente.
Ora, preso atto di questo fallimento, bisogna dare una risposta al Comune di Potenza.
Perché nasce questa emergenza? L’emergenza è nata nel momento in cui, mentre la parte politica portava il bilancio in equilibrio, l’organismo straordinario di liquidazione ha riconsegnato al Comune 80 milioni di debito, con l’aggravante che, ai sensi della norma vigente, il disavanzo deve essere ripianato in 3 anni. In tale situazione il Comune ricevendo il contributo regionale puó suddividere, quindi, il debito e spalmare in 20 anni il piano di rientro e dal 2026, con l’estinzione di un primo mutuo, adempiere al pagamento in modo autonomo. Ho apprezzato come i rappresentanti dell’Amministrazione comunale con garbo ed umiltà e dopo aver percorso tutte le traiettorie possibili si sono poi rivolti alla Regione”.
“Questi – ha concluso – sono i fatti.
Fatti questi che sono oggettivi, contabili.
Fatti ai quali occorre dare risposte, tant’è che è stato formalizzato e accolto l’emendamento”.