Pietro Sanchirico, coordinatore Italia Unica Basilicata: “Su quale Sud è orientata la bussola renziana di Pittella?”. Di seguito la nota integrale.
Da Atella il Governatore Pittella e il Pd hanno rilanciato l’idea renziana di Sud che ruota intorno al Masterplan. Ancora una volta sono “venduti” come merito di questo governo i 95 miliardi di fondi strutturali che sono stati stanziati da anni, ma non vengono utilizzati per le carenze in termini di progettualità da parte delle amministrazioni regionali a guida Pd (sei su sei, ricordiamo per onor di cronaca). Pittella, in particolare, continua a considerare il Patto Basilicata la bussola del suo programma con la quale orientare tutti quegli interventi specie infrastrutturali mai realizzati sinora e che si vorrebbe realizzare, con una bacchetta magica, in due-tre anni. E poi invita a “non disperdersi in frammentazioni politiche e sociali” per rafforzare il Partito della Nazione-Pd e di conseguenza il suo Governatorato nascondendo il dato più rilevante di ciò che è mancato in questi anni nel Meridione: l’avvio di un processo di crescita autopropulsivo, non dipendente dall’intervento pubblico. Sessant’anni di interventi più o meno straordinari hanno creato una cultura dell’assistenza e della dipendenza, invece di dare vita alla creazione di un sistema produttivo efficiente, un fiume in piena di contributi pubblici in questi anni hanno prodotto un avvelenamento del tessuto produttivo facendo crescere in maniera esponenziale la corruzione a discapito di una politica sana di investimenti. E’ il caso della L.488 che ha indotto le imprese ad assumere (per poi rapidamente licenziarli) anche se ne avrebbero potuto fare a meno, rubando risorse ad investimenti in innovazione. Ecco allora tutti a cercare di capire perchè il Sud è così indietro. La risposta è una sola: al Sud non si lavora! Soltanto circa il 28% della popolazione attiva partecipa al lavoro nel Mezzogiorno, rispetto al 48% del centro/nord ed in UE supera il 55%. Il dato attivo delle donne, 21%, la dice lunga sul ruolo marginale che vive il sesso femminile nella società. Pesa, inoltre, il crollo delle agevolazioni concesse alle imprese private: al Nord sono scese ma al Sud sono sprofondate in picchiata libera (-76%). Questo contribuisce ad affermare che il Sud è a rischio desertificazione industriale e di sottosviluppo permanente. Il nostro premier continua ad ignorare la questione meridionale mentre le azioni promosse e promesse dal suo governo stentano a decollare. Sulla stessa linea si muove Pittella.
Cosa fare? L’Italia non è tutta uguale. Bisogna costruire un progetto a lungo termine individuando delle macroaree di sviluppo differenziato a seconda delle risorse di quel territorio. Le proposte di Italia Unica per il Sud sono molte e ben strutturate: riorganizzazione della Pubblica Amministrazione meridionale, con analisi delle attività dei vari organismi locali distinguendo fra quelli inutili e inefficienti; strategie di interventi per colmare il ritardo strutturale delle infrastrutture; l’agricoltura è una risorsa straordinaria per le regioni meridionali ma è una realtà poco conosciuta e proprio per questo il recupero e la valorizzazione delle imprese potrebbero costituire un settore di traino per lo sviluppo del Sud; infine, il Turismo e la Cultura. Il Sud è ricco di microcosmi culturali da valorizzare in tutte le declinazioni che rappresentano la vitalità e le eccellenze della popolazione. Si dovranno realizzare centri di eccellenza per la formazione turistica, per le produzioni teatrali e musicali, con la funzione di incubatori per il sostegno dei talenti meridionali. Infine, è fondamentale sostenere le iniziative di ricezione turistica di dimensioni adeguate alle richieste dei grandi canali turistici internazionali dotando il territorio di adeguati servizi di collegamento con gli scali aeroportuali. Per tutto questo a Milano alla convention per il primo compleanno di Italia Unica è ripartito il nostro progetto di rete dei territori, piattaforma di aggregazione delle tante forze civiche e responsabili del Paese, una rete nazionale civica, tanto più utile in Basilicata a liberare le forze sane dalla “rete” del Pd-partito della Nazione.