La quarta Commissione del Consiglio regionale di Basilicata (Politica sociale), presieduta da Massimo Zullino (Lega) ha completato, con i lavori odierni, le audizioni dei dirigenti della sanità lucana. Nel corso della riunione sono stati ascoltati il dg dell’ospedale San Carlo di Potenza, Massimo Barresi, il dg dell’Asp, Lorenzo Bochicchio, insieme al responsabile del 118 Serafino Rizzi e il dirigente del dipartimento Politiche alla persona Donato Pafundi.
Il dg Barresi, che ha consegnato alla Commissione una relazione sullo stato di salute dell’Ospedale San Carlo di Potenza, ha ricordato gli obiettivi da raggiungere tra cui il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), l’equilibrio economico finanziario, il rispetto dei tempi di attesa, la trasparenza, la lotta alla corruzione e lo sviluppo strategico. Riguardo all’equilibrio economico finanziario di gestione il 2018 ha chiuso in positivo con un milione e 249 milaeuro. Barresi si è soffermato brevemente sui presidi ospedalieri che fanno capo al San Carlo, spiegando che tra il primo semestre 2018 e il primo semestre 2019 “abbiamo registrato un decremento al San Carlo, conseguenza della razionalizzazione dei ricoveri incrementati, invece, su Pescopagano”. A Melfi l’obiettivo previsto è stato rafforzare l’ortopedia e la chirurgia mentre sul punto nascite, venendo incontro alle richieste, l’impegno è stato indirizzato a rendere possibile il parto indolore. L’ospedale di Villa D’Agri “merita un discorso a parte perché risente di una mancata attrattiva. Oltre alle prestazioni di base è necessario altro. Questi presidi devono avere livelli di urgenza e chirurgia di primo livello ma dobbiamo dargli anche un’identità”. Non meno importante l’ospedale di Lagonegro per la sua collocazione geografica che lo vede riferimento per tre regioni. Sulle liste di attesa è stato chiesto agli operatori di raddoppiare o triplicare l’attività e, dopo un’osservazione dei dati sull’intramoenia, Barresi ha spiegato la scelta di sospendere quest’ultima nei casi in cui si sforavano i tempi di attesa previsti. “Ogni mese verifichiamo l’attività e se i problemi persistono si continua con la sospensione”. Nei tre mesi “siamo rientrati nel 100 per cento sulle liste di attesa monitorate dal ministero” ma la lotta all’abbattimento delle liste di attesa deve continuare su tutto il territorio regionale. A riguardo “ho inviato -ha sottolineato Barresi- una nota all’assessore regionale alla Sanità Leone per chiedergli di mettere in piedi misure per la gestione del Cup e delle liste di attesa”. Sulla possibilità da parte del Cup di dirottare le esigenze dei cittadini verso strutture sanitarie private convenzionate il dg ha spiegato che “si tratta di una scelta a livello regionale che attualmente non c’è”. Tra le proposte di Barresi realizzare “la sala ibrida così da unire la diagnostica all’attività chirurgica”, rafforzare il personale e la strumentazione a disposizione dell’ospedale. In particolare, è stato sbloccato il concorso per infermieri ma delle “96 persone che stiamo reclutando già 60 erano a tempo determinato e quindi il fabbisogno resta di 155 infermieri” mentre “non riusciamo a reperire pediatri”.
Rispondendo alle domande dei commissari, Barresi ha spiegato che sul fascicolo sanitario “sta iniziando adesso il suo percorso un software regionale” e di aver “nominato un responsabile del progetto”, mentre sulla “telemedicina abbiamo un problema serio perché dobbiamo adeguare i nostri presidi per la telerefertazione”. Barresi ha, poi risposto, ad alcune specifiche domande rivoltegli dal consigliere Bellettieri in merito, in particolare, alla scelta dei direttori sanitario e amministrativo e sui dati delle liste di attesa. Riguardo a queste ultime “il monitoraggio ad agosto non l’ho fatto perché è periodo di ferie ma poi noi abbiamo il codice di priorità”, riconoscendo le difficoltà su oculistica e gastroscopia mentre “per gli incarichi utilizziamo il metodo di darli a chi non li ha mai avuti” e sulle nomine “rispondono a quanto previsto dalla normativa. Ho scelto due persone che ho ritenuto professionalmente e fiduciariamente valide”.
La carenza di personale è stata una delle maggiori problematiche portate all’attenzione della Commissione anche dal dg dell’Asp Bochicchio audito insieme al dirigente del servizio di 118 Rizzo. “Un elemento di criticità – ha spiegato il dg dell’Asp- è l’indisponibilità di medici. Oggi in giro ci sono pochissimi medici e le aziende territoriali sono mediamente meno attrattive come anche le aree interne. Gran parte dei concorsi per medici è andata deserta a questa difficoltà di sistema si aggiunge la crescente indisponibilità di risorse per le nuove assunzioni”. In particolare, “il fabbisogno di personale indicato per il 2019 ammonta acorca 15 milioni e 900 mila euro”. Dei circa tre milioni di euro attualmente a disposizione bisogna sottrarre le risorse che servono all’assunzione di 20 infermieri e 20 autisti per il 118. Alla luce delle difficoltà messe in evidenza Bochicchio ha sottolineato come ad oggi “l’obiettivo prioritario è consolidare l’esistente”.
Tra le proposte quella di potenziare, ad esempio, a Venosa l’oculistica (l’Asp è impegnata ad aumentare di ulteriori 16 posti letto per la lungo degenza) mentre a Chiaromonte si deve puntare sul Centro regionale per disturbi alimentari e l’alcolismo ma anche sull’esperienza della Stella Maris Mediterraneo che si occupa di autismo (bisognerebbe, ha spiegato Bochicchio, sviluppare un progetto di residenzialità). A Lauria e Maratea si può investire sullo sviluppo della riabilitazione e lungo degenza. Tra le idee proposte da Bochicchio quella di avviare in alcuni presidi già attrezzati il servizio di “daysurgery in regime di ricovero diurno per piccoli interventi” mentre sulle liste di attesa “l’unica risposta è la compattezza. Ho chiamato i direttore dei distretti per avviare un tavolo permanente, allargato alle rappresentanze della medicina di base. Abbiamo sottoscritto un protocollo generale di appropriatezza prescrittiva su come e cosa prescrivere. L’intramoenia è attività oggetto costante di monitoraggio ma oggi ha un valore del tutto marginale”. Sul 118, invece, si sono destinate risorse per l’acquisto di 57 ambulanze “le prime sei sono arrivate ed entro ottobre dovrebbero arrivare le restanti 51”. In particolare Rizzo ha sottolineato, rispondendo alle domande, che sul rischio chimico industriale era stato istituito un tavolo di lavoro a cui non è seguita una fase attuativa ma “noi saremmo chiamati ad una organizzazione di piani di soccorso”.
Nel corso dei lavori sono intervenuti i consiglieri Braia, Bellettieri, Perrino, Acito, Vizziello, Quarto e Aliandro.
Il dirigente del dipartimento sanità della regione Basilicata Pafundi ha, poi, spiegato l’impegno profuso negli ultimi anni, a partire dal 2014, per garantire alla Basilicata i fondi da destinare alla sanità. “Dal 2014 al 2019 -ha sottolineato- annualmente abbiamo seguito direttamente il riparto del fondo sanitario. Il 2014 è stato importante perché siamo riusciti ad incrementare il fondo di 29 milioni e 500 mila euro perché facemmo valere il principio del riconoscimento alle piccole regioni. Quei 29 milioni e 500 mila euro li abbiamo storicizzati nonostante la riduzione del numero di abitanti. Altrimenti avremmo dovuto avere sei milioni di risorse in meno rispetto al 2018. Importante che si prosegua su questo cammino. Noi siamo riusciti a recuperare risorse per avere serenità. Nel 2016 abbiamo chiuso il bilancio consolidato regionale con un utile di nove milioni e 500 mila euro. Con il 2017 abbiamo chiuso gli anni pregressi e abbiamo un utile di quattro milioni di euro”. Zulino ha prospettata la possibilità di ulteriori aduzioni dei dirigenti ascoltati nell’odierna seduta al fine di meglio approfondire le tante tematiche sollevate dai consiglieri intervenuti nel dibattito.
Prima di chiudere i lavori della Commissione il presidente Zullino ha comunicato che sarà il commissario Bellettieri ad occuparsi di mantenere i rapporti con l’Ordine dei medici ed odontoiatri di Potenza auditi nella scorsa riunione riguardo ad alcune problematiche della categoria.
Ai lavori della Commissione hanno partecipato, oltre al presidente Massimo Zullino (Lega), Carlo Trerotola (Prospettive lucane), Gerardo Bellettieri (Forza Italia), Vincenzo Mario Acito (Forza Italia), Gianuario Aliandro (Lega), Vincenzo Baldassarre (Idea), Giovanni Perrino (Movimento 5 Stelle), Piergiorgio Quarto (Basilicata positiva), Giovanni Vizziello (Fratelli d’Italia), Luca Braia (Avanti Basilicata).
Dipendenza gioco, Baldazzi: il distanziometro non risolve
Il vicedirettore dell’Eurispes, partendo da una ricerca condotta in Piemonte, ha ribadito che“alla previsione di distanze non corrisponde una diminuzione della patologia”
Il gioco d’azzardo all’attenzione della quarta Commissione consiliare permanente (Politica sociale). L’organismo, presieduto da Massimo Zullino, ha audito, nel primo pomeriggio di oggi, Alberto Baldazzi, vicedirettore dell’Eurispes, l’istituto di studi politici, economici e sociali.
“Abbiamo ritenuto utile avvalerci del parere di un rappresentante dell’Eurispes che sulla materia ha compiuto diversi studi – ha esordito il presidente Zullino – per portare un contributo al dibattito avviato agli inizi del mese di luglio con l’audizione del presidente dell’Associazione servizi apparecchi per pubbliche attrazioni ricreative (Sapar), Domenico Distante. In quella sede, Distante, in rappresentanza anche dell’Assotrattenimento 2007, aveva chiesto la modifica della legge regionale in materia, prevedendo l’eliminazionedelle distanze previste per le attività del settore dai punti sensibili come le scuole”.
“Non credo che Eurispes sia in grado di prospettare soluzioni a 360 gradi su una complessa matassa quale quella del gioco e delle dipendenze che ha risvolti socioculturali sanitari di grande impatto. Noi non abbiamo le risposte o non tutte ma cerchiamo di guidare le Istituzioni in questo delicato e difficile settore”. E’ quanto ha ribadito Baldazzi in audizione.
“Facendo riferimento al panorama nazionale, Baldazzi ha ricordato che “Dal 2010 le Regioni hanno iniziato a legiferare in materia, dotandosi di strumenti normativi molto simili tra loro. Un primo passo, importante, ma non bastevole per contrastare il fenomeno. Occorrono iniziative strutturate, continue ricerche ma, soprattutto, occorre investire in una forte attività di prevenzione. Pensare di risolvere tale problematica ricorrendo ad esempio al distanziometro – ha sottolineato il vicedirettore dell’Istituto di ricerca – è pura illusione, come emerge da una recente ricerca condotta in Piemonte. L’’obbligo per gli esercenti di distanziare le attività di almeno 500 metri non è efficace nella lotta alla dipendenza dal gioco e determinerebbe la perdita di numerosi posti di lavoro”. A ciò si aggiunge che il giocatore patologico, sicuramente non gioca sotto casa, trova precauzioni nel non farsi riconoscere e può trovare un facile accesso ai giochi leciti o illeciti anche online”.
“Occorre anche ribadire – ha detto ancora Baldazzi – che il gioco legale ha assorbito e allargato l’area del gioco in Italia, facendo la fortuna delle mafie. La criminalità continua ad avere occasioni di investimento e riciclo e di denaro sporco in questo settore”.