Sanità, Consigliere regionale Vizziello (Fratelli d’Italia): “Le affermazioni di Summa sono irrispettose dell’operato della Giunta Bardi”. Di seguito la nota integrale.
“Siamo al cospetto di affermazioni prevenute e irrispettose dell’operato della Giunta Bardi, questo è il giudizio che si può esprimere con riguardo a quanto sostenuto dal segretario regionale della CGIL Angelo Summa che, senza scendere nel merito delle questioni sanitarie, pronuncia giudizi trancianti, denotando la non conoscenza della reale situazione del nostro sistema sanitario così come ci è stata trasmessa dai precedenti governi di centro sinistra e che l’attuale maggioranza cerca di invertire attraverso soluzioni in grado di rendere la sanità lucana più rispondente ai bisogni sanitari della nostra comunità”.
E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Vizziello.
“Il segretario regionale della CGIL parla di una sanità lucana che sta precipitando nel baratro, del San Carlo come di un luogo militare”-spiega Vizziello-“ omettendo di ricordare, ad esempio, che la Basilicata, nell’ultima valutazione LEA relativa all’annualità 2018, è la regione d’Italia che fa rilevare il minore incremento di punteggio, solo due punti, fatto registrare da tutte le regioni d’Italia, siamo passati dai 189 punti della valutazione 2017 ai 191 punti della valutazione 2018, a fronte di un incremento ben più consistente conseguito dalle altre regioni d’Italia, con i 26 punti in più guadagnati dalla Calabria, i 17 punti in più conquistati dalla Campania o i maggiori 13 punti assegnati alla Puglia, dati emblematici della pesantissima eredità che ci hanno consegnato i precedenti governi regionali”.
“Nonostante i servizi sanitari siano costantemente oggetto di valutazione da parte del Ministero della Salute, agenzie governative e centri studi”- prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia-“ Summa dimentica che in Basilicata, nel 2018, la speranza di vita alla nascita (80,1 anni per gli uomini e 84,7 anni per le donne) è risultata inferiore di qualche mese al dato medio nazionale e a quello della regione Puglia, che, sempre nel 2018, un lucano su quattro che necessitava di ricovero ospedaliero si è recato in ospedali di altre regioni, determinando un saldo negativo di mobilità sanitaria della Basilicata pari a 38 milioni di euro in termini economici e a 6390 unità in termini numerici”.
“Dati che il segretario regionale della CGIL farebbe bene ad acquisire, leggendo ad esempio le SDO relative all’anno 2018,anno durante il quale chi aveva responsabilità di governo non ha fatto quanto era doveroso fare per evitare che 19294 cittadini lucani fossero costretti a ricoverarsi fuori regione e che in tanti rinunciassero alle cure o fossero costretti a pagarle di tasca propria per i deficit di prestazioni dell’assistenza territoriale.
“Questo è lo stato dell’arte della sanità lucana targata centro sinistra”-sostieneVizziello-“rispetto al quale ci siamo proposti di realizzare un vero e proprio cambio di paradigma, fatto di investimenti in beni strumentali e risorse umane, di programmazione attraverso il nuovo piano sanitario destinato a sostituire l’esistente scaduto da ben cinque anni, di una riqualificazione dell’offerta ospedaliera attraverso le reti dell’ictus e delle patologie tumorali.
Tanti passi avanti di un percorso realmente riformista, la cui virtuosità dovrà essere valutata dai cittadini con onestà e premiatonella misura in cui sarà in grado di rispondere alla crescente domanda di servizi sanitari dei cittadini.
Di seguito la nota già pubblicata della Cgil Basilicata
Ospedale San Carlo, Summa (Cgil): “Sanità lucana nel baratro. Si governi nell’interesse generale e nel confronto democratico. Limiti gestionali dell’ospedale San Carlo un pericolo per intero sistema sanitario regionale”.
Il governo Bardi sta facendo precipitare la sanità lucana nel baratro. Sarebbe ora che il presidente, più che fare annunci mirabolanti nel corso di conferenze stampa gettando fumo negli occhi, affronti i temi e le questioni cruciali per la vita dei lucani, a partire dai nodi della sanità, assumendo decisioni scevre da appartenenza e filiere di consenso.
I dati relativi al rendiconto 2019 dell’ azienda ospedaliera San Carlo di Potenza evidenziano in modo inequivocabile lo stato di salute del San Carlo e gli evidenti limiti gestionali che rischiano di trascinare nel baratro l’intero sistema sanitario regionale.
Da tempo come Cgil denunciamo gli effetti di tale gestione, già evidenti nel territorio: le emergenze che si susseguono negli ospedali di Melfi, Lagonegro, Villa D’agri con il rischio di chiusura, in taluni casi temporanea, di unità operative ne sono la tangibile prova. Dalla pediatria ai punti nascita, al funzionamento stesso delle sale operatorie, vengono via via messe in discussione prestazioni sanitarie essenziali: basta la malattia di un medico a far traballare un intero ospedale. E la stessa azienda ospedaliera di Potenza non è esente da tali rischi, come ha dimostrato la recente chiusura estiva dell’UTIN. Episodi gravi che mettono a rischio la salute di tutti i lucani.
A ciò si aggiunge lo svuotamento degli ospedali territoriali che sta producendo un pericoloso smembramento dell’intera organizzazione della rete sanitaria della nostra regione: è la conseguenza di una scelta di riordino sbagliata che sta indebolendo e svuotando il nostro sistema sanitario regionale ormai al collasso ,privo di quella integrazione socio-sanitaria che ne dovrebbe essere punto di forza per una effettiva tutela della salute dei lucani.
Quello che si sta verificando è di particolare gravità: gli ospedali territoriali ormai non svolgono più la propria funzione assistenziale di bassa e media intensità, sia per la grave carenza di personale che per scelte fatte di accentrare tutto sulla azienda regionale, determinando un depotenziamento non solo degli ospedali territoriali – fondamentali nel garantire l’intero sistema sanitario regionale – ma nei fatti dello stesso San Carlo, che ormai non svolge più la propria funzione di alta specialità. Si abbassano i livelli della qualità assistenziale e non si riescono ad assicurare standard di qualità a tutela del diritto alla salute dei lucani che, non a caso, scelgono sempre più di farsi curare fuori regione.
La Basilicata non è una caserma. Si governa nell’interesse generale e nel confronto democratico. Aver ricevuto un consenso per governare non significa assumere decisioni senza confronto o, peggio, contro i lavoratori e i lucani. È giunto il tempo di aprire una discussione vera sull’idea che abbiamo della Basilicata e del suo futuro.