Sannazzaro (Spi Cgil Potenza): “La riforma della disabilità voluta dalla ministra Alessandra Locatelli per il momento non funziona. Anziché tutelare i diritti di chi è fragile, li azzera”. Di seguito la nota integrale.
“Doveva essere una riforma per semplificare e velocizzare il riconoscimento della disabilità, invece il nuovo sistema di accertamento introdotto dal Governo e dall’Inps sta diventando un incubo per migliaia di persone”. Lo afferma il segretario generale Spi Cgil Potenza Michele Sannazzaro ricordando che in Basilicata
gli anziani non autosufficienti sono circa 42.000, mentre sono 19.402 le persone invalide con assegno di accompagnamento, di cui 12.025 anziani ultra ottantenni.
“Da gennaio – spiega Sannazzaro – è partita la sperimentazione in nove province italiane, tra cui non sono ancora presenti le due lucane, ma i primi dati sono allarmanti: le richieste di invalidità civile e disabilità sono crollate del 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E non perché siano diminuite le persone che ne hanno bisogno, ma perché la burocrazia sta mettendo ostacoli insormontabili. Un sistema che blocca invece di aiutare. Se fino a dicembre 2024 chi aveva bisogno del riconoscimento dell’invalidità doveva affrontare una serie di visite mediche separate con un iter lungo e farraginoso, ma almeno garantito, con la nuova procedura tutto passa attraverso un’unica valutazione dell’Inps, basata su un certificato introduttivo che deve essere compilato dai medici e inviato telematicamente. Ed è qui che nasce il problema. La compilazione del certificato è diventata talmente complicata che molti medici faticano a portarla a termine. Il risultato? Migliaia di persone non riescono nemmeno a presentare la domanda, restando prive di prestazioni fondamentali come l’indennità di accompagnamento, la pensione di invalidità civile, il riconoscimento della legge 104 e il collocamento obbligatorio per i disabili.
Oltre alle difficoltà burocratiche, c’è un altro problema gravissimo: i costi per ottenere il certificato sono esplosi, arrivando fino a 250 euro a pratica. Una cifra insostenibile per molte famiglie già in difficoltà. A complicare ulteriormente la situazione – continua Sannazzaro – c’è la scelta di limitare il ruolo dei Patronati, che da sempre supportano gratuitamente le persone con disabilità nell’accesso ai loro diritti. Ora, con la loro esclusione, chi non può permettersi l’aiuto di un professionista privato rischia di rimanere tagliato fuori dal sistema.
Quella che doveva essere una semplificazione si sta trasformando in un’ingiustizia sociale. Per questo, lo Spi Cgil di Potenza augura che il ministero intervenga subito per snellire la procedura di compilazione del certificato, affinché nessuno venga escluso per colpa della burocrazia in modo ridurre i costi per l’ottenimento della documentazione, evitando che il riconoscimento della disabilità diventi un privilegio per chi può permetterselo e che venga ripristinato il ruolo dei Patronati, per garantire un supporto gratuito ed equo a tutte le persone con disabilità. La riforma, così com’è – conclude – sta negando il diritto all’assistenza a chi ne ha più bisogno. Il Governo deve intervenire prima che diventi un’emergenza sociale”.