In Basilicata, e per la verità in molte regioni italiane dove governa il Pd, troppo spesso si cerca di occultare scandali e casi di cattiva amministrazione. Anche quando ci sono in ballo milioni di euro e indagini della magistratura in corso, il sistema di potere che ruota intorno alla vecchia politica ha la capacità di insabbiare le vicende e di nascondere la realtà anche di fronte all’evidenza.
Una vicenda emblematica, che rientra esattamente in questo schema, riguarda lo scandalo dell’ex Arbea, l’agenzia regionale della Basilicata che si occupava di erogare i contributi europei agli agricoltori lucani.
Da anni, ci sono in corso inchieste della magistratura, della Corte dei Conti, dell’Unione europea.
Si sta indagando sul reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa a danno dell’Ue e sulle procedure adottate per garantire le carriere ad alcuni dipendenti ex Arbea spinti da amici e parenti potenti, ma dello scandalo se ne parla poco e la Regione Basilicata che avrebbe il dovere di spiegare come stanno le cose, resta in un assordante silenzio.
Entrando nel dettaglio, va ricordato che c’è in corso un iter sanzionatorio che prevede la restituzione all’Ue di una cifra enorme: circa 92 milioni di euro per le gravi inadempienze dell’ex Arbea negli anni 2007-2008 e 2009.
Ma, come dicevamo, tutto tace. Mai una presa di posizione, una chiarificazione, una smentita da parte degli organi competenti. Il M5s ha presentato varie e precise interrogazioni parlamentari e regionali, ma è servito a poco. Il sistema si è chiuso a riccio e si autoprotegge. I soggetti coinvolti sono tanti e potenti: governo nazionale, Regione Basilicata, Unione europea stessa, politici, dirigenti, funzionari e tutto quello che ruota attorno.
Una cosa è certa. Il M5s non molla e continua a far sentire la sua presenza. L’obiettivo che caratterizza l’azione dei pentastellati è quello di arrivare a fare piena luce sulle responsabilità per affrontare la questione in modo serio e rispettoso degli interessi di tutta la collettività.
Proprio per questo, nei giorni scorsi, il portavoce alla Regione Basilicata Gianni Leggieri e il portavoce al Parlamento europeo Piernicola Pedicini, hanno presentato altre due interrogazioni.
I contenuti dell’interrogazione di Leggieri alla Regione Basilicata, sono già stati resi noti alla stampa all’inizio di luglio.
Per quanto riguarda l’interrogazione di Pedicini, presentata il 18 luglio scorso, viene chiesto, per l’ennessima volta, alla Commissione europea di informare in che modo siano state sanate le pratiche dell’ex Arbea del 2007, 2008 e 2009, che la Corte di giustizia europea ha ritenuto non conformi ai regolamenti comunitari, e se la Regione Basilicata abbia provveduto al recupero delle somme indebitamente erogate ai singoli beneficiari.
Viene chiesto, inoltre, alla Commissione Ue di riferire dell’attività di controllo dei conti espletata nell’anno 2010 e se ritiene di dover incaricare l’Olaf, l’organismo che indaga sui casi di frode ai danni dell’Ue, di verificare se, anche nel 2010, il complesso dei beneficiari di contributi, soprattutto per il quadro del Psr (Programma sviluppo rurale), sia più ampio di quello valutato dagli organismi certificatori.
Quindi, se arriveranno risposte chiere alle interrogazioni di Leggieri e Pedicini, potrebbe emergere la brutta notizia che lo scandalo ex Arbea non riguarda solo gli anni 2007-2008 e 2009 ma, purtroppo, anche l’anno 2010. Di conseguenza, i milioni di euro da restituire all’Ue non sarebbero più 92 ma potrebbero essere molti di più.