Mariella Scarangella, già delegata regionale politiche sportive PSI Basilicata, in una nota dichiara che “Il partito socialista lucano ha deluso le aspettative di partecipazione e rinnovamento perchè ostaggio di una classe dirigente che bada solo alla propria conservazione”. Di seguito la nota integrale.
“Scrivo queste poche righe perché lo devo a quanti hanno riposto in me la propria fiducia; ai tanti che, seguendo il mio esempio hanno iniziato a guardare benevolmente alla politica come strumento di aggregazione, prima ancora che come fondamento di programmazione per la comunità. Senza alcuna velleità, mettendo a disposizione passione, determinazione e spirito di servizio. Valori che ho imparato e condiviso in anni di attività agonistica ai più alti livelli. Certo la politica non è uno sport, ma come per lo sport, la politica, si alimenta di pianificazione, sacrificio, dedizione, studio e determinazione nel raggiungimento di obiettivi. Mi sono sentita e mi sento adeguata per questa sfida. Ho provato a volgere lo sguardo oltre le apparenti contraddizioni che la politica, in alcuni casi, erroneamente, rappresenta di se stessa, scegliendo di aderire al Partito Socialista Italiano. Un partito che apparentemente mi aveva accolta offrendomi spazi di crescita permettendomi di conoscere alcune persone meravigliose da cui ho tratto linfa del sapere che porterò con me nelle prossime sfide elettorali a cui non mi sottrarrò affatto. Dopo quattro anni di militanza lascio il partito. Non mi sento più rappresentata da scelte verticistiche che leggo per lo più sui giornali. Autocandidature, veti e posizioni contraddittorie rispetto alla storia del Partito Socialista, addirittura proiettate verso ipotetiche adesioni al centrodestra. Soliti sistematici tentativi di destabilizzare con posizioni mai condivise un quadro politico di per se abbastanza complesso. Cerco risposte a tutto ciò, ma non le trovo. Lascio con l’ammarezza di chi ha creduto che il rinnovamento tanto atteso fosse un obiettivo e non solo un sostantivo con cui rappresentare falsamente se stessi.
Ho creduto che si potesse cambiare, che si potesse svecchiare il modo di far politica. E invece prendo atto che quella rappresentazione serviva solo a carpire la fiducia di decine e decine di persone come me che si sono ritrovate a spendere, in prima persona, se stessi. Avrei dovuto capirlo subito, all’indomani del risultato elettorale (benché fossi stata la prima dei non eletti), allorquando mi fu detto di “non essere meritevole di spazi, riservati a persone migliori”. Apostrofata con parole che mi hanno ferita e che hanno riguardato la mia sfera personale. Finanche giudicata per alcuni tatuaggi che raccontano un pezzo della mia vita e che qualcuno si è permesso di giudicare come segno di “vergogna”, associando l’estetica di quei simboli all’effimero, “per lo più controproducente per l’immagine del partito”. Il partito in cui militavo, il PSI. Ebbene sì, sono delusa dai dirigenti locali e da quelli regionali impegnati anche in queste ora a diffondere ulteriormente semi di discordia. Ora con sondaggi farlocchi, ora con illazioni su persone per bene, al solo scopo di imporre la propria solita arroganza, minando il campo su cui faticosamente si sta tentando di costruire qualcosa che possa offrire ai cittadini la possibilità di lasciarsi alle spalle cinque anni di mal governo del centrodestra. Vivo in queste ore le stesse sensazioni vissute sulla mia pelle tre anni fa quando c’era chi si impegnava ad animare la coalizione che poi avrebbe vinto le elezioni comunali e chi invece già candidava se stesso in posti apicali, prima ancora di conoscere i risultati, mestando nel torbido.
Avvisaglie di un’arroganza che avrei dovuto riconoscere fin dal primo momento quando, gli stessi dirigenti di quel partito nel quale per la prima volta avevo scelto di militare, il PSI, mi costringevano a prendere posizioni contro chi aveva contribuito a portare alcuni di noi in consiglio comunale. Parlo della componente Verdi della lista Europa Verde/PSI con cui ci siamo presentasti alle elezioni comunali del 2020. Persone di garbo, leali, preparate politicamente e di tutt’altro spessore culturale, morale e politico rispetto a chi pensava di fare il burattinaio di turno. Ho sempre preso le distanze da quegli atteggiamenti despotici. Atteggiamenti che hanno prodotto solo profonde e insanabili spaccature, portando il partito materano a sgretolarsi, nel silenzio di chi avrebbe dovuto prendere posizioni e che invece ha contribuito a rompere per motivi di personale interesse.
Continuerò a fare politica. Lo farò in un altro partito con la serenità e la determinazione di chi ha scelto di impegnarsi per questa comunità senza il ricatto di doversi piegare alla logica di chi interpreta la politica esclusivamente per i propri interessi. Non sarò sola in questa scelta. Ho incontrato molti iscritti al PSI locale, delusi da dirigenti e rappresentanti nelle istituzioni. Insieme continueremo a fare politica nel partito che sentiamo più vicino alle nostre idee. Dove su tutto prevalga l’aspetto umano, il rispetto per le persone, la lealtà e, soprattutto, la partecipazione. Valori mai percepiti nel PSI Lucano”.