Schema di regolamento “Ordinamento amministrativo della giunta regionale della Basilicata”, sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: “Pericolosa concentrazione di potere”. Di seguito la nota integrale.
Giusta la decisione della prima commissione del Consiglio regionale di Basilicata di rinviare alla giunta la riforma dell’ordinamento amministrativo dell’ente, una riforma che determinerebbe una pericolosa concentrazione di potere in capo al dipartimento della presidenza della giunta e minerebbe il principio della separazione tra organo politico e organo amministrativo.
Lo schema di regolamento sull’ordinamento della Giunta Regionale, approvato con D.G.R. n. 694 del 6 ottobre 2020, i cui contenuti non sono stati oggetto né di preventiva informazione e, tanto meno, di confronto con le organizzazioni sindacali, tende, infatti, ad accentrare poteri e competenze in capo alla struttura di diretta dipendenza del presidente, in contrasto con i principi di cui D.Lgs. 165/2001.
Riteniamo che l’impalcatura e la struttura del Regolamento nel suo complesso componga l’ennesimo tassello del mosaico dei provvedimenti posti in essere dall’inizio della legislatura, finalizzati ad accentrare poteri in capo al presidente della Giunta tramite le strutture di sua diretta dipendenza. Percorso avviato senza alcun costruttivo confronto con le organizzazioni sindacali e segnato, tra l’altro, anche da contrasti e indebite sovrapposizioni con norme regionali in vigore.
Disporre che il presidente della Giunta Regionale sovraintende al funzionamento degli uffici e dei servizi della Giunta regionale, coordinando con proprie direttive l’esercizio delle funzioni amministrative, organizzative e di gestione delle risorse umane, viola palesemente il principio della separazione del potere politico dalla sfera gestionale. Siamo in presenza di un vero e proprio debordare del potere politico nella sfera gestionale, che si materializza anche nel prevedere il potere della Giunta di adottare provvedimenti relativi all’individuazione delle risorse umane o l’organizzazione delle strutture amministrative.
Il Regolamento si spinge fino ad annoverare tra i cd Uffici speciali posti sotto l’egida diretta del Presidente l’avvocatura e la stazione unica appaltante, uffici che per loro natura dovrebbero essere indipendenti dall’organo di indirizzo politico vengono invece inseriti nel novero degli uffici di diretta collaborazione della presidenza, con le conseguenze che è facile immaginare. Quando si mette in discussione la terzietà della pubblica amministrazione non si rende un servizio all’efficienza amministrativa bensì si creano i presupposti della paralisi degli uffici.
E questa terzietà è ancor più inficiata dalla previsione di affidare incarichi di direzione a soggetti individuati ituitupersonae, sulla base di un mero rapporto fiduciario, in barba ai criteri di trasparenza e selettività che pur dovrebbero sempre accompagnare incarichi di siffatta natura e, dulcis in fundo, si prevede la sostituzione del C.I.C.O. con un Comitato presieduto dal Capo di Gabinetto del Presidente , che dovrebbe coordinare le Direzioni generali.
Non è poi tollerabile il riconoscimento di indennità per i responsabili delle segreterie particolari e il riconoscimento di trattamenti economici atipici derivantidall’assegnazione alle strutture di diretta collaborazione del Presidente, in barba ai Contratti collettivi nazionali e alla contrattazione decentrata dell’ente.
Dal regolamento emerge in buona sostanza una concezione “assolutistica” .Quando viene meno la separazione dei poteri, politico e amministrativo nella fattispecie, il risultato non è un governo della cosa pubblica più efficace ed efficiente bensì un sistema caotico in cui non si comprende chi fa cosa e a chi attribuire le responsabilità degli atti. Bene farebbe, dunque, la giunta regionale ad approfittare della decisione assunta dalla prima commissione consiliare per un supplemento di riflessione e per aprire il confronto con le forze sociali sul rafforzamento della governance regionale.