“Il Dpcm approvato dal Governo per lo scorporo di SNAM da Eni, che prevede la cessione da parte dell’Eni a Cassa Depositi e Prestiti di una quota non inferiore al 25,1%, riapre la partita della gestione del gas lucano ed in generale delle nostre risorse energetiche”. A sostenerlo è il presidente del Gruppo IdV in Consiglio Regionale Nicola Benedetto per il quale “si tratta di estendere la proposta fatta dal collega e Presidente della Seconda Commissione Autilio, attraverso la lettera aperta al Ministro Barca, sull’incremento delle attuali ridicole royalties sul petrolio anche ad un incremento di benefici economici diretti e indiretti per il nostro gas. Inoltre, la separazione proprietaria tra Eni e Snam, secondo gli obiettivi del Governo dei tecnici – continua Benedetto – punta a favorire la concorrenza nel mercato e quindi a creare le condizioni per ridurre i prezzi, aspetti questi che non possono che riguardarci direttamente per raggiungere il traguardo della riduzione dei costi energetici (ed idrici) nelle nostre aree industriali e produttive quale principale fattore di attrazione per nuovi investimenti.
Il punto di partenza – evidenzia il capogruppo di IdV – è rappresentato dall’asta condotta per la vendita del gas lucano da SEL (Società Energetica Lucana) attraverso il meccanismo della vendita al “PSV – Punto di Scambio Virtuale”, nel 2009, pari a circa 44 milioni di metri cubi di gas al prezzo di dodici milioni e settecentomila euro. Ricostruendo i fatti sulla scorta dei dati ufficiali di fonte SEL, la produzione totale di gas naturale in Val d’Agri nel 2008, al netto dei consumi interni, è stata pari a 773.428.863 metri cubi di gas standard (smc). Ai fini della determinazione della quantità destinata alla Regione Basilicata, ai sensi del d.lgs n. 625/96, va sottratta la quota di esonero da concessione, pari a 25.000.000 di smc. Le aliquote, pari al 7% del prodotto della coltivazione, destinate alla Basilicata risultano quindi pari a 44.531.517di smc. Dunque ritorna la questione dell’aliquota che come per il petrolio – sottolinea Benedetto – anche per il gas va al più presto rinegoziata, perché se l’aliquota del prodotto di coltivazione fosse stata semplicemente triplicata avremmo potuto contare su una quarantina di milioni di euro. E – continua Benedetto – come un puzzle si ripresenta la questione Geogastock: tra gli acquirenti all’asta SEL ha partecipato anche la Energetic Source che controlla la società Geogastock interessata a realizzare il mega stoccaggio di gas russo in Val Basento. Secondo quel meccanismo noto come “scatole cinesi”, la Geogastock è controllata dalla Energetic Source, a sua volta è controllata da Avelar Energy Group. La Avelar è la holding europea della Renova, colosso energetico con sede in Svizzera guidato dal russo Viktor Vekselberg, che è proprietario della TNK, la terza compagnia petrolifera russa che opera direttamente con la Gazprom. Ci sono dunque elementi sufficienti per aggiornare la gestione di SEL e della Regione del gas lucano e per quanto mi riguarda riflettere su Geogastock.
Se infatti l’a.d. Eni Scaroni ha dichiarato di aver accolto la decisione del Governo di scorporo Snam-Eni “con malinconia”, io invece sono “euforico” per le possibilità che riapre il mio progetto di ‘Petrolucana’, una public company controllata direttamente dalla Regione per ottimizzare al massimo i profitti, i benefici fiscali, le ricadute imprenditoriali ed occupazionali indirette e dirette dell’estrazione del petrolio e del gas di derivazione dai pozzi, per compiere attività di finanza non speculativa e contestualmente per garantire il massimo della tutela di ambiente, territorio e salute dei cittadini”
“Siamo in una fase cruciale per il futuro della comunità regionale. Dopo l’art. 16 del decreto liberalizzazioni e l’avvio imminente della concertazione con il Governo Monti sul Memorandum petrolio – spiega Benedetto – c’è bisogno di una scelta coraggiosa per non accontentarci né di qualche punto percentuale in più di royalties e né di qualche milione di euro in più dallo Stato per costruire qualche infrastruttura, rinunciando a farlo con gli investimenti del Piano di Azione Sud o altri straordinari per il Mezzogiorno. La strada da seguire dovrebbe essere pertanto quella già sperimentata da anni della gestione diretta dell’acqua che dopo Acquedotto Lucano con la nuova Acqua spa che erediterà di fatto compiti e funzioni sinora affidati all’Eipli (Ente Irrigazione di Puglia e Lucania) e ci porterà, mi auguro a breve, al controllo totale delle risorse idriche per ogni uso (potabile, industriale ed irriguo)”.