Come preannunciato mesi fa da Volt, sulla spinta delle iniziative politiche per il rilancio dell’università, il consiglio di amministrazione dell’Unibas ha deliberato la riorganizzazione
dei Dipartimenti: saranno quattro, ed il risultato fin qui più evidente è un maggiore equilibrio territoriale.
Non si è ancora pervenuti alla definitiva e formale istituzione né dei Dipartimenti né dei corsi di laurea, ma l’elaborazione dei progetti costitutivi delle strutture primarie rappresenta un primo passo.
La riorganizzazione prevede tre Dipartimenti nei due Poli di Potenza (Macchia Romana e Francioso) ed uno in quello di Matera.
Nella Città dei Sassi, in particolare, avrà sede il Suefapa: acronimo che sta per “Dipartimento di Studi Umanistici, Economia, Formazione, Architettura, Patrimoni, Ambiente”, e al quale sono stati assegnati 95 tra professori e ricercatori (più del doppio di quelli attualmente in servizio).
A Potenza, invece, avranno sede: il Dipartimento di Scienze (Dis), che avrà 66 tra professori e ricercatori; il Dipartimento di Ingegneria e delle Scienze Agrarie (Disa) con 114 tra professori e ricercatori; e il Dipartimento di Scienze della Salute (Dss) per il quale non è stato definito il numero di docenti e ricercatori che vi afferiranno.
“Da più di un anno, Volt sta chiedendo con insistenza un cambio di rotta radicale della strategia adottata dall’Università della Basilicata – afferma il coordinatore regionale Eustachio Follia -. Se tanto la Regione quanto gli organi dell’Ateneo hanno prima ignorato e poi minimizzato le nostre istanze, oggi dobbiamo con piacere prendere atto che almeno un primo passo è stato compiuto nella direzione da noi auspicata. Circa un anno fa, anche attraverso una raccolta firme che aveva ricevuto un sostegno importante da parte dei cittadini – prosegue Follia – avevamo chiesto un riequilibrio territoriale che riconoscesse un ruolo anche al Polo universitario di Matera. L’istituzione di un Dipartimento al quale fanno riferimento molteplici ambiti didattici fa ben sperare per l’avvio di nuovi corsi che potranno rendere più attrattivo l’intero ateneo lucano. Non possiamo non notare, tuttavia, che il nuovo assetto se da un lato semplifica l’organizzazione, dall’altro sconta una evidente eterogeneità di ciascun Dipartimento, per cui non è sufficientemente chiara nemmeno la vocazione e la missione che assumeranno”.
In attesa della definizione dei corsi di studio, Volt continuerà la sua battaglia per il rilancio dell’Università della Basilicata, per fare in modo che superi una crisi che può considerarsi strutturale in quanto coinvolge la didattica, l’organizzazione territoriale, l’offerta di servizi ed il numero degli iscritti.
La proposta di Volt, a sostegno della quale dai primi di settembre riprenderà la raccolta firme nelle piazze lucane, prevede tra l’altro: l’istituzione di corsi di laurea internazionali e condivisi tra atenei; il contenimento dell’immigrazione universitaria e l’incentivazione al ritorno in Basilicata degli studenti iscritti agli atenei fuori regione, anche attraverso l’istituzione di servizi e agevolazioni; ultimazione della Casa dello studente a Matera e realizzazione della nuova casa dello studente a Potenza (dopo che è stato perso il finanziamento di 22 milioni di euro; contratti di locazione agevolati per gli studenti fuori sede.