“Il senatore Matteo Renzi, per difendere la sua ministra Teresa Bellanova, ha definito ‘volgare’ il mio intervento in Aula additandomi come uno ‘scappato di casa’. Renzi sarà pure libero di esprimere il suo punto di vista, ma non deve ‘umiliare’ chi, a differenza di lui che si dilettava con i quiz televisivi, ha sempre lavorato, sin da ragazzino, in un’azienda agricola e oggi, con la schiena spezzata, fa politica. La prospettiva del senatore è distaccata rispetto alla realtà, perché evidentemente cresciuto in contesti completamente diversi che con l’agricoltura conservano distanze siderali. Lui ha già dimostrato al paese la sua esperienza politica, che non commento ulteriormente avendolo già fatto il popolo italiano il 4 marzo 2018. Renzi sarà pure un abile comunicatore ma rimangono seri dubbi sulle sue capacità di manager politico. Io non sono ‘scappato di casa’ perché mi sono confrontato con gli elettori del mio territorio, a differenza della sua ministra, che è dovuta scappare dalla sua Puglia e trovare asilo politico in Emilia-Romagna per essere eletta”.
Lo ha detto il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, in risposta alle dichiarazioni del senatore Matteo Renzi in Aula a seguito dell’intervento della ministra Teresa Bellanova prima e del senatore De Bonis poi.
“La vera ‘volgarità’ – continua De Bonis – è la situazione in cui versano gli agricoltori. Saranno loro a diventare, letteralmente, ‘scappati di casa’ perché ridotti alla fame e allo stremo da governi sordi, compreso quello del senatore Renzi, che, come gli altri, non ne ha saputo cogliere le istanze. Renzi afferma che l’agroalimentare ha mostrato la sua capacità di resistere davanti alla crisi e che occorre pensare al futuro. È qui che dimostra la sua visione parziale e di parte: continua infatti a confondere il ruolo del mondo agricolo, che ha i redditi più bassi in Europa, con quello dei suoi ricchi interlocutori agro-industriali e di alcuni sindacati agricoli camerieri. Vorrei insegnare a Renzi che il ministero delle Politiche agricole non deve occuparsi solo di agroalimentare, collaborando con il sindacato agricolo degli industriali, ma preoccuparsi della pericolosa deriva degli indici di autoapprovvigionamento delle materie prime agricole. Renzi crede davvero in una globalizzazione in cui trattati come CETA e TTIP possano garantire la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari? O ha scambiato il cibo per un bullone?”.
“Ricordo a Renzi e alla Bellanova – dice ancora il senatore – che tra gli obiettivi specifici della PAC vi è quello di ‘assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura’. Né il suo governo, che introdusse l’IMU agricola, né quello attuale che vede la Bellanova al Mipaaf, hanno contezza di quanto previsto dai trattati di quegli Stati Uniti europei che lui sbandiera ai quattro venti senza rispettare”.
“Il ruolo che avrà il mondo dell’agroalimentare nella società del post coronavirus non è quello immaginato da Renzi e Bellanova, in cui il caporalato vero è quello che i produttori agricoli subiscono dalle grandi lobby agroindustriali e dalla grande distribuzione, che fissano i prezzi speculando su consumatori e produttori. Il ruolo che avrà il mondo dell’agroalimentare nella società del post coronavirus non è quello immaginato da Renzi e Bellanova, in cui la tutela della salute passa in secondo piano a favore dell’industria dei pesticidi, della chimica, della farmaceutica e dell’inquinamento ambientale”.
“Poiché molti elettori – spiega il senatore – mi hanno chiesto le motivazioni che mi hanno spinto ad essere così duro nel mio intervento al Senato, tanto da creare l’indignazione di Matteo Renzi, ritengo opportuno riassumere l’intera vicenda che coinvolge i miei rapporti con Teresa Bellanova. Quando fu nominata Ministro le augurai buon lavoro, perché speravo che potesse nascere una sinergia e collaborazione. Evidentemente mi sono illuso. Diciotto interrogazioni sono rimaste senza risposta. Ho più volte sollecitato la Ministra a prendere posizione sull’aumento sproporzionato delle farine nei supermercati ai tempi del coronavirus; sulle speculazioni, sulla mancata trasparenza nella formazione dei prezzi; su un maggiore controllo nei porti della qualità del grano extracomunitario. Sono rimasti privi di riscontro anche i numerosi ordini del giorno con la richiesta di impegnare il governo su svariati dossier agricoli fondamentali, tra cui spiccano quelli della CUN, dell’IMU agricola, delle importazioni di latte dall’estero ecc. Non è arrivato nessun riscontro! Non è forse questa la vera volgarità?”.
“A fronte di questo – conclude il senatore – questi sono per me i punti imprescindibili dai quali partire, senza chiacchiere e visioni illuse e illusorie del futuro: trasparenza nella formazione dei prezzi dei prodotti agricoli; reddito equo ai produttori agricoli ed erogazione integrale della PAC a giugno come previsto dalla normativa comunitaria; stop a speculazioni e monopoli sui prodotti agricoli; adeguati controlli nei porti nel rispetto della normativa europea in materia di residui tossici; parità di trattamento tra tutte le sigle sindacali operanti in agricoltura; nuova riforma agraria; regolarizzazione delle aziende non in bonis, moratoria, blocco delle procedure esecutive e consolidamento passività; tutela dei consumatori, attraverso la trasparenza delle etichette sui residui tossici; conversione da agricoltura convenzionale ad agricoltura biologica; redistribuzione dei fondi europei dal secondo pilastro al primo pilastro”.