“Se la linea del governo è di intervenire per ridurre l’incidenza dei costi delle bollette dovute a uno shock, ai fini di una efficacia effettiva sul potere d’acquisto delle famiglie sarebbe forse il caso di intervenire analogamente su fenomeni speculativi che non sono presenti solo in campo energetico ma anche in campo produttivo”.
Lo ha dichiarato il senatore di Forza Italia Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, a proposito dei recenti rincari delle materie prime.
“Per esempio, sul fronte del grano – aggiunge il senatore – abbiamo già assistito ad aumenti per i prodotti finiti sugli scaffali (pane, pasta ecc.) che adesso rischiano di essere amplificati dall’enfasi attribuita alle tensioni tra Russia e Ucraina. Questi due paesi, però, sono notoriamente produttori più di grano tenero che di grano duro, e dunque i rialzi sono giustificati nel caso del pane ma non di quello della pasta, a ulteriore conferma delle tendenze speculative in atto. Inoltre, la eventuale riduzione delle esportazioni non avrà un impatto sull’Europa perché essa non dipende direttamente dalla Russia per i cereali. Quindi, se queste tensioni si esauriranno nel breve periodo chi assicurerà ai consumatori che nel medio e lungo periodo, di fronte a un riallineamento dei prezzi, l’abbassamento per le materie prime avrà gli stessi effetti sui prezzi di pane e pasta? Quando la spirale inflattiva si ritrae, insomma, chi controlla che tutto questo avvenga lungo tutta la filiera? La storia insegna che poco è stato fatto su questo fronte in altri casi analoghi”.
“I governi – conclude De Bonis – dovrebbero mettere in campo misure per affrontare i differenziali che sussistono in termini speculativi tra rialzi nel breve periodo e aumento dei prezzi nel lungo periodo. Per esempio, si potrebbe monitorare i risultati di bilancio, le relative voci di costi e ricavi medi, e capire se parametrati agli anni precedenti gli eventuali aumenti di prezzo sono proporzionati oppure no. Inoltre, andrebbe prestata maggiore attenzione alla produzione nazionale, sia nel campo dell’energia, in particolare quella da rinnovabili, sia in quello delle materie prime strategiche per l’alimentazione. Nel settore del grano, poi, questo potenziamento è espressamente caldeggiato nel Piano cerealicolo nazionale, che purtroppo a oggi non è stato pienamente attuato. In questo modo avremmo uno strumento in più per difenderci da questi ciclici eventi speculativi”.