Senatore Lomuti (M5s): “Gli effetti della gestione in franchising che piace a Salvini”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
«Salvini non dorme da due giorni, come da sua dichiarazione al premier Conte per evidenziare la sofferenza per la sua scelta di far cadere il governo del cambiamento senza un perché?
Noi non dormiamo da un anno, da quando abbiamo iniziato a lavorare per cambiare questo Paese in relazione al “Contratto” stipulato con la Lega e dal quale ora Salvini stesso si vuole smarcare senza neanche venire in Aula, ma rimanendo irrispettosamente nelle spiagge estive che frequenta da diverse settimane. Perché, evidentemente, gestisce il Viminale in franchising.
Atto che gli ha procurato diverse contestazioni, anche a Policoro, nel suo giro delle spiagge italiane, studiato per dargli una immagine di parlamentare vicino ai cittadini, tanto da frequentare gli stessi luoghi quotidiani».
È quanto ha dichiarato il senatore Arnaldo Lomuti a commento della crisi in atto e degli ultimi avvenimenti di cronaca.
«Il problema più grave – continua Lomuti – è che la decisione senza un perché di Salvini, mette a rischio diverse situazioni che stavano per avere una soluzione definitiva. Molte delle quali riguardano da vicino il Sud e anche la Basilicata. Come la questione dei 54 mila precari della scuola, la riforma della giustizia e dei codici di procedura civile e penale, il taglio dei parlamentari, i rider e il salario minimo, l’eliminazione dell’immunità all’ex Ilva e i rischi che adesso corrono gli accordi non ancora chiusi dell’ex Alcoa di Portovesne in Sardegna, la Blutec di Termini Imerese in Sicilia e anche la Whirlpool a Napoli».
Per non parlare della «riforma del golden power, messa in campo in vista del controllo degli investimenti del 5G di soggetti extra Ue, in primo luogo i cinesi, con Matera dove è previsto un investimento di 15 milioni di euro sul 5G, o del fatto che saltano la Commissione di inchiesta su Bibbiano e quella sulle banche, preludio quest’ultima alla separazione tra banca commerciale e banca finanziaria, nel pieno interesse dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, che dalla cancellazione dell’art. 385/1993 del T.U. delle banche non possono che trarre vantaggio l’economia quotidiana dei territori», ha infine spiegato il senatore Lomuti.