“La cava dei quarzareniti nel Vulture non si deve fare”.Lo ha dichiarato il senatore Arnaldo Lomuti, membro della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite rifiuti e illeciti ambientali, nell’illustrare l’interrogazione parlamentare per fermare il progetto di coltivazione mineraria di una Cava di quarzareniti in località Monte Crugname, nel Comune di Melfi (Potenza).
“È un’opera di rilevante impatto – ha dichiarato poi il senatore lucano -, se si tiene conto che è contigua al Parco Naturale Regionale del Vulture (zona SIC, ZPS e ZSC tutelata dalla direttiva Habitat e Rete Natura 2000) e rappresenta una delle aree naturalistiche e paesaggistiche più distintive della Basilicata, oltre a svolgere una funzione di protezione esterna del Parco, assicurandone l’integrità e la continuità ecologica”.
Tutta l’area area del Vulture è infatti ricca di bacini e sorgenti di acque minerali, a costituire il più grande bacino idrico d’Italia con il 30% delle riserve nazionali a formare una zona a vincolo idrogeologico nella quale la Cava in questione avrebbe un effetto devastante. A partire dai solventi usati nelle cave e gli effetti che avrebbero sulle acque superficiali e sotterrane su medio e lungo termine e sul probabile inquinamento idrico. O sui costi stessi di gestione dei relativi rifiuti terrosi intrisi di solventi prodotti come residui delle attività di cava che andrebbero stoccati in siti idonei, lontani da falde acquifere.
“Oltre al fatto – interviene ancora Lomuti – che occorrerebbero opere complementari che richiederebbero disboscamenti, piste di accesso, canali di scolo, piste di arrocco e passaggi di mezzi pesanti. Come già accade per la centrale a biomassa del Mercure. Il tutto in un’area da sempre coltivato a ulivo, vite, castagni, ed è conosciuto per la produzione di vini pregiati, a rischio anche di inquinamento di polveri di quarzerinite trasportata dal vento”.
Il Senatore Lomuti fa inoltre notare alcune gravi difformità burocratiche. L’Ente Parco è stato escluso da ogni consultazione, nonostante l’importanza per il parco stesso dell’area di Monte Crugname, e la V.I.A., con determina regionale, è stata rilasciata il 27 aprile 2020 in piena emergenza sanitaria Covid, ignorando quanto sancito dal D.L.18/2020 sulla sospensione dei termini ed effetti per tutti i procedimenti amministrativi in scadenza.
Giu 25