Grazie a diversi emendamenti alla delega sulla giustizia civile, approvato in Commissione giustizia del Senato, abbiamo salvaguardato le tutele per i debitori che abitano con i familiari in un immobile oggetto di esecuzione e aumentato la trasparenza nelle aste giudiziarie.
In particolare, abbiamo salvaguardato le modifiche che durante i Governi Conte avevamo apportato all’art. 560 del Codice di procedura civile, dando seguito alle battaglie dell’imprenditore Sergio Bramini.
E così lo stesso articolo, che oggi prevede che non è possibile sfrattare il debitore che vive con i familiari nell’immobile fino al decreto di trasferimento della proprietà, non sarà sostituito dalla norma che prevedeva lo sfratto addirittura prima dell’asta.
Resta immutata, quindi, la norma Bramini, tanto faticosamente ottenuta durante il Governo Conte 1. Non è stato facile. C’è stata molta agitazione quando dalle bozze del PNRR sembrava ormai decretato il via libera all’inasprimento delle esecuzioni immobiliari, in special modo in riferimento alle aste giudiziarie e agli sfratti connessi.
E poi c’è il via libera alle banche dati riferite alle aste giudiziarie. In questo modo si avrà più trasparenza sia per chi partecipa e sia in riferimento alla provenienza del denaro.
Il mondo delle aste, si sa, è un grande attrattore per il riciclaggio di denaro sporco a danno del povero malcapitato cittadino che si vede portare via la propria unica abitazione per pochi spiccioli. In questo modo, non solo ci si vede portare via la propria casa ma il debito contratto, nel frattempo maggiorato da interessi e spese processuali, non sarà mai estinto.
Presto lavoreremo ad una normativa più equilibrata che faccia salvi i diritti dei creditori ma che non lasci i debitori in balia di spietati speculatori