Senatore Lomuti, il Ministro Bonafede e l’Ambasciatore di pace Prem Rawat al un convegno internazionale in Senato su la rieducazione del condannato per correggere la propensione alla antisocialità. Di seguito la nota integrale.
Ogni persona che entra in carcere rappresenta un fallimento della società, riscattare le persone che hanno fatto un errore e farle diventare parte produttiva è un successo della collettività.
Questo è l’investimento che lo Stato deve fare per contribuire ad allontanare il rischio di recidiva e di cui può beneficiarne la società.
Questi i temi affrontati nella conferenza internazionale organizzata in Senato dal Senatore Lomuti, dedicata al ‘Programma di educazione alla pace’, con la partecipazione e l’intervento del Ministro della Giustizia Bonafede e di Prem Rawat, Ambasciatore di Pace che ha avuto riconoscimenti anche in Basilicata, la cui fondazione ha ideato e realizzato il programma di riabilitazione indirizzato alle persone in ambiente di reclusione.
Nel nostro ordinamento la funzione rieducativa della pena trova il suo riconoscimento nella Carta Costituzionale, nell’art. 27, a questo fine, viene considerato fondamentale promuovere un percorso educativo volto a stimolare una crescita della consapevolezza nella prospettiva di un reinserimento nella società, perché spesso alla base di un agire deviante vi è la poca consapevolezza di sè.
Il Programma di Educazione alla Pace, indirizzato agli ambienti di detenzione e di recupero è un progetto per la formazione di cittadini consapevoli capace di portare cambiamenti positivi nei comportamenti dei detenuti, una maggiore collaborazione e una riduzione del tasso di recidiva, concorrendo alla riabilitazione sociale ed individuale, mediante la possibilità di riflettere sul valore della vita, sulla dignità, sulla pace, sull’importanza di essere capaci di fare scelte consapevoli.
Il Ministro Bonafede ha riconosciuto l’importanza del Progetto, perchè può favorire nei detenuti “un percorso di ripensamento sui propri comportamenti, di assunzione di responsabilità e acquisizione di nuova consapevolezza, in funzione del rientro in società”
Nel nostro Paese il progetto rivolto al mondo carcerario è già stato implementato con successo in carceri, alcune comunità e istituti di recupero italiani.
Il Programma di educazione alla pace ha riscosso successo a livello internazionale, con percorsi riabilitativi realizzati nelle strutture carcerarie di diversi Paesi europei, in Sud Africa, India, Stati Uniti, Asia e Sud America.
Il Convegno seguito in diretta in tutto il mondo ha offerto l’opzione di un’esperienza educativa, capace di formare cittadini consapevoli e aperti alla speranza di una vita migliore.
il Senatore Arnaldo Lomuti ha affermato che questo Programma deve essere pienamente recepito a livello istituzionale, visti i gli esiti positivi conseguiti in ambito sociale e soprattutto penitenziario”.
Lo Stato ha il compito di porre in essere le condizioni per offrire una seconda opportunità a chi ha sbagliato e ha scontato la pena inflitta con la volontà di riscattarsi e ripartire onestamente, nel rispetto dei valori della convivenza civile.