Una sentenza “inconcepibile” per Roberto Fiore quella del tribunale di Roma sulla vicenda Facebook. Il numero uno di Forza Nuova passa al contrattacco denunciando un sistema che “serve spesso e volentieri interessi di parte”: “Fra Forza Nuova e la Procura di Roma si è aperta una battaglia che vede uno scontro quotidiano fra magistrati di sinistra alleati ai media e Forza Nuova. Negli ultimi giorni seppur vincente in due processi ho dovuto subire il giudizio di giudici assolutamente schierati politicamente. Accettare il concetto che una ragazzina di 18 anni fomenti odio perché figlia di un dirigente FN o una associazione di disabili venga bannata perché vicina a FN, significa confermare la stessa “cultura” che vide Ramelli sprangato e ucciso”.
Fiore continua: “Questo braccio di ferro ci vede impegnati quotidianamente contro questi signori. Domani il “processo Castellino” che ha visto il dirigente romano in cella nonostante le testimonianze di tutti i poliziotti lo scagionassero. Mercoledì sarò in aula per la mia querela a Parenzo che un magistrato ha funambolicamente cercato di archiviare. Subito dopo io, controquerelato da Parenzo, nelle mani di Albamonte (stranamente tutti i nostri processi finiscono a lui) dovrò oppormi al rinvio a giudizio. Per finire 50 querele per diffamazione sono state presentate in gran parte alla Procura di Roma per il caso fake dello striscione anti Segre. Una querela per diffamazione contro Avvenire, è stata invece da noi sottoposta alla Rota Romana”.
Infine il leader conclude: “Noi ci affidiamo alla Giustizia e non alla magistratura che in Italia ha spesso servito gli interessi di una parte. Il sistema vuole la morte di Forza Nuova perché l’unica vera opposizione, che non accetta di sottostare a un regime moribondo che affonda nell’odio e nei fake. Mi spiace dar loro una brutta notizia: noi non cederemo”.
Feb 24