Con una lettera inviata alla Regione Basilicata l’azienda agricola Quinto Piero di Pisticci chiede che venga riconosciuto lo stato di calamità naturale per la siccità che si registra da diversi mesi sul territorio lucano. Di seguito la nota integrale.
La siccità continua a tenere in scacco l’agricoltura e le aree rurali del Mezzogiorno d’Italia, con conseguenze che rischiano di avere pesanti ricadute su tutte le produzioni del settore primario meridionale.
Il protrarsi dell’assenza di precipitazioni in questo fine inverno inizio di primavera sta destando non poche giustificate preoccupazioni. La mancanza di piogge negli areali della Basilicata jonica e in tutta la collina Materana sta mettendo in seria difficoltà alcune coltivazioni ed in particolar modo le colture cerealicole di tipo estensivo.
L’assenza di precipitazioni, che si protrae oramai da più di due mesi, ha pressoché vanificato gli effetti della distribuzione dei fertilizzanti azotati, i quali non solubilizzati per la mancanza di acqua, non hanno potuto raggiungere gli apparati radicali per essere assorbiti.
La siccità, il prolungato periodo di soleggiamento ed il relativo anomalo rialzo termico, ha notevolmente amplificato le problematiche in questa delicatissima fase del ciclo produttivo delle colture coinvolte.
I frumenti vittime di stress idrico, si trovano a fare i conti con un metabolismo rallentato ed una scarsa attività fotosintetica che, unitamente alla limitata presenza di soluzione circolante nel terreno, portano le piante ad avere una disponibilità azotata assolutamente insufficiente rispetto alla crescente richiesta legata alle fasi fenologiche di fine accestimento inizio levata.
Tutto il mezzogiorno è attanagliato da questa siccità gravissima con un rischio scioccante per le aziende cerealicole che hanno affrontato costi di produzioni senza ricavare niente nel periodo di raccolta.
Si chiede un tavolo tecnico istituzionale regionale per attenuare questa grave crisi idrica e siccitosa con uno stato di calamità naturale per accentuare in grosso modo la grave crisi agricola di tutti i produttori ma anche i consumatori.