Silvana Arbia, candidata alle Elezioni europee per la Lista “L’Altra Europa con Tsipras”, collegio Sud terrà un pubblico comizio venerdì 2 maggio 2014 alle ore 19 a Matera in Piazza Vittorio Veneto.
Di seguito una riflessione di Silvana Arbia sul 1° Maggio, Festa del Lavoro ed una scheda informativa su Silvana Arbia.
Festa del 1° Maggio
Silvana Arbia: “Un’altra bacchettata della UE all’Italia sui temi del lavoro e della produttività”
E’ una Festa del 1° Maggio anticipata dall’ultimo dossier della UE sui Paesi europei. Una relazione che ha bocciato l’Italia sul tema della produttività, degli investimenti nella innovazione e della burocrazia che frena, e non aiuta, il sistema produttivo.
“Molti studi hanno legato la scarsa produttività di un Paese alla qualità deteriorata delle sue istituzioni – evidenzia il rapporto del Direttorato per gli affari economici e monetari della Commissione sull’andamento delle economie dell’eurozona dall’inizio della crisi fino ad aprile 2014 – e la qualità delle istituzioni, così come misurata dagli indicatori della Banca Mondiale, è stata davvero bassa nelle economie dell’Eurozona con bassa produttività. Questo sembra in particolare il caso dell’Italia”.
E l’analisi continua sottolineando che “Il Tfp dell’Italia – cioè il fattore che calcola il peso dei vari fattori sulla produttività di un Paese, dal governo e la burocrazia alle tecnologia – si è allontanato significativamente da quello del resto dell’Eurozona, nel decennio che ha preceduto la crisi, anche se la stessa Italia non era fra le nazioni che cercavano di inseguire quelle più progredite. Il calo del Tfp ha spinto l’Italia a divergere dalle altre nazioni dell’euro”.
Perché accade questo? La risposta è abbastanza chiara: per la bassa qualità dei servizi pubblici e per la mancata indipendenza dalle pressioni politiche.
E che dire delle tasse? «C’è la prova – emerge dal dossier – che tasse più alte sulle imprese possono ridurre l’imprenditorialità e la attività di ricerca e sviluppo, sfociando in un impatto negativo sul Tfp”. L’Italia ha una tassazione media vicina al 47%, e fra il 1994 e il 2007 non riesce a far crescere il suo Tfp dell’1%, mentre la Finlandia supera nello stesso periodo l’1,5.
Da Bruxelles ci fanno sapere che hanno operato bene le poche nazioni, come la Germania, dove è stato maggiore il contributo di capitale originale dalle industrie ad alta tecnologia (ottica, elettronica, comunicazioni digitali in genere), e maggiori anche gli investimenti dedicati alla ricerca e allo sviluppo. “Nella maggior parte delle nazioni dell’euro, il contributo alla crescita fornito dal capitale delle industrie ad alta tecnologia è andato sempre più deteriorandosi negli ultimi anni del periodo pre-crisi (2004-2007) specialmente nei Paesi il cui il fattore Tfp declinava ( la Spagna, il Portogallo e l’Italia). E gli insufficienti investimenti nelle industrie ad alta tecnologia potrebbero essere un’importante spiegazione per il deludente andamento”.
“I Paesi che spendono di più nella ricerca e nello sviluppo – rileva il dossier – tendono a esibire più alti tassi di crescita nel loro Tfp. Quelli che invece hanno speso nella ricerca una parte minore del proprio Pil (ad esempio Spagna, Portogallo, Italia), hanno anche avuto un minore tasso medio di crescita durante il periodo che ha preceduto la crisi”.
Uno stato di fatto che si riflette, inevitabilmente, “sull’andamento dei redditi pro-capite nell’Eurozona, che ha rallentato fin dalla metà degli anni ‘90”.
Non arrivano buone notizie, ancora una volta, sullo “salute” dell’Italia. Bisogna farlo sapere ai cittadini italiani, ai nostri cittadini, in particolare a quelli del Sud.
Le rivendicazioni per il lavoro, le legittime aspettative di tanti inoccupati e disoccupati non possono prescindere dall’informazione sull’adeguatezza, o meno, di chi gestisce le politiche del lavoro. L’Europa, ancora una volta, bacchetta la classe dirigente italiana. Purtroppo, in questa Festa del 1° Maggio, non possiamo dimenticarlo.
Silvana Arbia: “Italia ed Europa liberi dalla corruzione”
L’Italia e l’Europa hanno un male grave di cui si devono liberare: la corruzione. Una piaga che impedisce di valorizzare le risorse e il merito e quindi lo sviluppo dell’economia e la tutela dell’ambiente.
La Commissione europea ha già evidenziato l’alto livello di corruzione nelle istituzioni europee, un vero cancro che può corrodere anche le forze sane.
E’ assurdo che regioni ricche debbano rimanere povere, che le persone lascino i loro territori favorendo la presenza di poteri, oligarchie il cui solo scopo è arricchirsi e diventare sempre più influenti sulle istituzioni.
La società civile deve tenere alta la discussione su questo grave problema: “Transparency International”, che è un’organizzazione non governativa, pubblica dati allarmanti su come lobbisti senza regole e senza scrupoli mettano le mani sulle istituzioni dell’Unione Europea.
La stessa organizzazione fa notare l’introduzione di pratiche che riducono sempre di più la trasparenza delle decisioni della Commissione, del Parlamento Europeo e del Consiglio, si tratta di riunioni a porte chiuse dove avvengono i negoziati sulla testa di cittadini. E così, 500 milioni di europei, subiscono decisioni prese da qualche migliaio di lobbisti.
Ecco, allora, l’importanza dell’accesso all’informazione e alla giustizia in materia ambientale. Voglio richiamare, a tal proposito, la Convenzione di Arhus (decisione 2005/370/CE del Consiglio, 17 febbraio 2005) con cui l’Unione Europea intende sensibilizzare e coinvolgere i cittadini nelle questioni ambientali, nonché migliorare l’applicazione della legislazione sull’ambiente. Parte dall’idea che un maggiore coinvolgimento e una più forte sensibilizzazione dei cittadini nei confronti dei problemi di tipo ambientale conduca ad un miglioramento della protezione dell’ambiente. Essa intende contribuire a salvaguardare il diritto di ogni individuo, delle generazioni attuali e di quelle future, di vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere.
Insomma, la partecipazione civile è fondamentale ai fini delle decisioni da prendere. Le autorità pubbliche devono mantenere aggiornate le informazioni in loro possesso e a tale scopo devono tenere elenchi, registri e schedari accessibili al pubblico. Deve essere favorita l’utilizzazione di dati elettronici, comprendenti le relazioni sulla situazione dell’ambiente, la legislazione, i piani o le politiche nazionali, le convenzioni internazionali.
Ribadisco che la lotta alla corruzione deve essere una priorità per il nuovo Parlamento europeo. Lavoriamo insieme per denunciare i conflitti di interesse, le oligarchie e le opacità delle decisioni prese sulla nostra testa.
Chi è Silvana Arbia
Nasce a Senise (Pz) nel cuore del Meridione, entra in magistratura nel 1979 e per oltre trent’anni lavora per la tutela dei diritti fondamentali: salvaguardia dell’ambiente, protezione dei più deboli e indifesi, accesso alla giustizia e alla verità.
Dopo gli esordi come Pretore Penale e Giudice del lavoro, è stata Giudice di Corte d’Appello, occupandosi di criminalità organizzata nazionale ed internazionale, violenze e abusi sessuali contro le donne e i minori.
Si è poi occupata di crimini come il genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità, in qualità di Chief of Prosecution presso il Tribunale penale internazionale Onu per il genocidio del Ruanda 1994, poi come Registrar presso la Corte Penale Internazionale all’Aia.
Dopo aver ricoperto la massima carica di Registrar, ovvero Capo del Principale Organo Amministrativo della Corte Penale Internazionale dell’Aia è rientrata nel 2013 nel ruolo originario di Magistrato presso la Corte d’Appello di Milano.
Autrice del libro: “Mentre il mondo stava a guardare” (ed.Mondadori 2011), vincitore del premio Levi 2012. Insignita nel 2011 del Premio “Nicola Sole”; nel 2012 del Premio “Paul Harris International”; nel 2013 dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Nazionale della Legion d’Honneur dal Presidente della Repubblica Francese; Premio per la Pace 2013 del Soroptimist International of Europe; della “Pulce d’argento” 2013.
Costantemente impegnata in attività sociali indirizzate a giovani e nelle scuole, e convinta sostenitrice della creatività, del merito, e del lavoro.
Silvana Arbia rivendica con fierezza le proprie radici, le sue origini di donna del Sud che hanno ispirato le sue scelte e motivato il suo impegno, sia in Italia che all’Estero. Sono questi i valori che oggi la esortano a investire la sua storia e la sua esperienza in Europa.