Silvana Arbia, a Rende, in provincia di Cosenza, ha sottoscritto il manifesto “ONE” per mettere fine alla povertà estrema. “ONE” é un’organizzazione internazionale che nasce dalla volontà delle persone e attraverso attività di campagna e lobby promuove la lotta il disagio e sostiene la prevenzione delle malattie.
“La povertà è un problema non solo dei Paesi sottosviluppati, ma anche dell’Europa – ha detto Arbia -. Il 12 per cento della popolazione europea è a rischio povertà, è un dato che deve farci riflettere ed indurci ad operare per invertire una tendenza che offende l’Europa e i suoi valori fondanti. Nel mio programma elettorale c’è tanto spazio per la lotta al disagio economico delle popolazioni, c’è una grande attenzione alla dignità delle persone e delle famiglie che, nell’epoca della tecnologia e delle grandi conquiste, deve ancora fare i conti con le difficoltà di portare il pane a casa”.
In Calabria, Arbia ha partecipato ad un incontro sul tema della violenza contro le donne e sulla certezza del Diritto, promosso dalla Fondazione “Roberta Lanzino”, nata nel 1989 in seguito alla morte per stupro di Roberta, 19 anni, studentessa al primo anno di Scienze economiche. Una Fondazione costituita in una fase in cui ancora la violenza sulle donne non era riconosciuta e rappresentava un tabù difficile persino da nominare. Tabù che nella particolare composizione geografica, sociale, culturale della Calabria, sembrava insuperabile e difficilissimo da intaccare. La Fondazione nel corso degli anni ha lavorato affrontando il difficile problema da diverse angolazioni, facendosi conoscere sull’intero territorio calabrese e poi anche nazionale e diventando nel tempo sempre più un riferimento preciso sia di sostegno per le donne maltrattate e vittime di violenza sessista, sia culturale per il territorio nella sua globalità. Particolare rilevanza nella storia della Fondazione, è la costruzione del primo lotto di una importante struttura abitativa, funzionale ai bisogni delle donne e dei minori maltrattati e in difficoltà a causa di situazione di violenza: “La Casa di Roberta”.
Silvana Arbia, nel corso del dibattito, ha fatto presente l’importanza dell’entrata in vigore, il primo agosto prossimo, della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, conosciuta come Convenzione di Istanbul. “E’ un passo fondamentale per l’affermazione del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per combattere concretamente la violenza nei confronti delle donne – ha detto Arbia – , un insieme di misure per la protezione di chi subisce violenza. Siamo di fronte ad un’occasione unica per rompere il silenzio e superare i pregiudizi, considerando che la violenza maschile assume molteplici forme e modalità”.
Come donna di legge, ha ribadito Arbia a Rende, “ho dovuto fare una scelta, quella di impegnarmi direttamente in politica, perché lo Stato di diritto, in Italia e soprattutto nel Sud, é pesantemente messo in discussione. Sono ora coinvolta in un progetto che é per me nuovo rispetto alle funzioni da sempre assolte come magistrato, ma non gli obiettivi, che sono gli stessi. Senza Stato di diritto non c’è sviluppo. La corruzione in Italia è un problema. Serve una classe politica competente, che non badi solo alla conquista di posizioni di potere. Bisogna fare scelte per la legalità, per la politica del bene comune, questo serve, soprattutto al Sud”.